L'uovo

L'uovo

 

L'uovo ha suscitato sentimenti di meraviglia nelle culture di tutto il mondo. Il suo guscio liscio ed ellittico nasconde il mistero della nuova vita in formazione. La vista di un uovo che si schiude e di una giovane creatura che fa la sua apparizione da un oggetto apparentemente senza vita, ha stimolato da sempre i popoli antichi a riflettere sul processo creativo. Per l'uomo antico, comprendere la creazione del mondo sarebbe stato un concetto molto difficile, ma osservare lo schiudersi dell'uovo e associarlo alla nascita del mondo, ha reso l'idea più chiara. Per tale motivo l'uovo è divenuto un simbolo importante nella storia della creazione. Il risveglio della natura con la sua fioritura avviene in primavera, ecco perché tutte le tradizioni legate all’uovo avvengono in questa stagione.

Già al tempo del paganesimo, in alcune credenze, il Cielo e la Terra erano ritenuti due metà dello stesso uovo, e le uova erano considerate il simbolo del ritorno alla vita. Gli uccelli, infatti, si preparavano il nido d’amore e lo riempivano di uova: a quel punto tutti sapevano che l’inverno e il freddo erano ormai passati. I Greci, i Cinesi e i Persiani se li scambiavano come dono per le feste primaverili.

Nell’antico Egitto  le uova decorate erano scambiate all’equinozio di primavera, data di inizio del “nuovo anno”, quando ancora l’anno si basava sulle stagioni. L’uovo era visto come simbolo di fertilità e di magia a causa, dell’allora inspiegabile nascita, di un essere vivente da un elemento così particolare. E le uova venivano pertanto considerate oggetti dai poteri speciali ed erano interrate sotto le fondamenta degli edifici per tenere lontano il male; inoltre venivano portate in grembo dalle donne in stato di gravidanza per scoprire il sesso del nascituro e le spose vi passavano sopra prima di entrare nella loro nuova casa. I filosofi egiziani nell’uovo vedevano il fulcro dei quattro elementi dell’universo.

Presso l’antica Roma si usava dire: “Omne vivum ex ovo” (ogni vita proviene dall’uovo) e i contadini avevano la consuetudine di seppellire un uovo dipinto di rosso nei campi per propiziarsi un buon raccolto.

Nella tradizione ebraica le uova erano e sono usate in molte occasioni cerimoniali; nel 30' giorno tra Pasqua e Pentecoste è consuetudine che i bambini e i loro genitori facciano uno spuntino con uova colorate. Anche nel Seder, il pasto della Pasqua è presente l'uovo che è simbolo:

1) del sacrificio supplementare offerto nel tempio a Pasqua.

2) dei viaggiatori o della fuga dall'Egitto.

3) della rinascita; infatti gli Ebrei in lutto sono tradizionalmente nutriti con uova bollite. Ma l’uovo sodo rappresenta anche cibo di lutto per il triste ricordo della distruzione del tempio di Gerusalemme. Gli Israeliti inoltre usavano portare le uova in dono agli amici o le regalavano a chi festeggiava il compleanno. Secondo il Talmud l’uovo ricorda l'Uovo Cosmico o principio universale dell'essere.

Da sempre l'uovo è stato considerato un efficace simbolo, di fertilità, purezza, rinascita e anche portatore di forza, perché contiene i semi di vita. Questo simbolo si legò strettamente alla festa della Pasqua e la Chiesa cristiana non si oppose.

Per i cristiani questo elemento acquista una simbologia particolare: l’uovo non è solo vita, ma raffigura la rinascita della vita oltre la morte. L’uovo dunque non simboleggia più la rinascita della natura, ma la rinascita dell’uomo stesso.

Si narra che Maria Maddalena si presentò all’imperatore Tiberio per regalargli un uovo dal guscio rosso, testimonianza della Resurrezione di Gesù e che Maria, Madre del Cristo, portò in omaggio a Ponzio Pilato un cesto dorato pieno di uova per implorare la liberazione di suo Figlio. Pilato disse che ormai non c’era nulla da fare e lei, per il dolore, lasciò cadere il canestro con tutte le uova che si dispersero rotolando in ogni angolo della terra. Si narra pure che, nell’antica Giudea, una donna tornando a casa con un paniere di uova fresche, incontrò strada facendo un uomo stanco ed assetato seduto su di una roccia. Lei gli offrì da bere e lui accettò, ma mentre beveva la donna notò le ferite profonde sulle mani. Arrivata a casa scoprì che nel paniere tutte le uova fresche erano state trasformate in uova perfettamente decorate. Da qui si consolidò la tradizione dell’uovo di Pasqua.

I cristiani pian piano si convinsero sempre più che, come un uccello esce fuori dal suo guscio, così Cristo uscì dalla sua tomba nel giorno della Resurrezione. Il guscio dell’uovo rappresenta la tomba dove Gesù è stato sepolto: tutto apparentemente sembrava finito, ma dopo tre giorni il guscio, (cioé il sepolcro), viene infranto ed ecco apparire la vita, il Risorto.

A partire dal III-IV sec. d.C. la Chiesa adottò gradualmente un digiuno quaresimale di 40 giorni per ricordare il periodo che Cristo trascorse nel deserto senza cibo. Papa Gregorio Magno (590,-604) decretò che tutti i cristiani durante questo periodo dovevano rinunciare a carne, formaggi, burro, latte e uova. La Chiesa ortodossa, ancora più rigida, permise soltanto frutta, verdura, pane, miele e noci.

Nel Medio Evo si affermò l’uso di porre uova colorate sul sepolcro durante il servizio pasquale e di regalarle ai bambini e alla servitù per festeggiare la Resurrezione. Sempre in tale periodo si legò l'uovo, in particolare quello di struzzo, alla resurrezione: si credeva infatti, secondo le testimonianze di Fisiologo, che quest'uccello deponesse un uovo che, per schiudersi, aveva bisogno dell'intervento della madre la quale rompeva il guscio con il sangue mescolato a miele, liberando così il piccolo che subito volava via. Si stabilì così un facile rapporto con il Cristo che, con il suo sangue, ruppe la pietra del sepolcro e volò alla destra del Padre. Da tale curioso accostamento nacque l'uso di porre sull'altare delle uova nel giorno di Pasqua. L'uovo di struzzo acquisì un ulteriore simbolismo soprattutto nella Chiesa d'Oriente, sia per significare il calore della preghiera che permette all'anima di schiudersi all'amore divino, sia per ricordare all'uomo che, senza l'intervento dello Spirito Santo e del suo raggio di fervore, l'uomo troppo spesso si dimentica di Dio e non riesce a maturare mai. Dal doppio simbolismo derivò l'uso di sospendere nelle chiese delle uova di struzzo, fasciate di strisce multicolori, nel periodo pasquale fino a Pentecoste. Talvolta il sacerdote le deponeva sull'altare nel momento in cui i fedeli si salutavano l'un l'altro con le parole “Cristo è risorto”.

San Francesco di Sales invece stabilì due fantasiosi paralleli nell'analogia tra la preghiera e l'uovo dello struzzo:

* Come lo struzzo non deve tralasciare mai di guardare continuamente le uova, se desidera che si schiudano, altrimenti marciscono, così bisogna sempre contemplare Dio e non rivolgersi mai alle sole creature.

* Come lo struzzo abbandona le uova e non le ricopre, se non quando appare in cielo una stella che glielo ricorda, così l'uomo dimentica facilmente Dio e non lo ama, se un'ispirazione non glielo ricorda provvidenzialmente.

Ancora oggi in tutto il mondo persistono tradizioni pasquali legate all’uovo. Esaminiamone alcune tipicamente europee.

Nella tradizione ortodossa russa e greca la mattina di Pasqua si portano in chiesa uova di gallina, o di legno, o di metallo prezioso, o di ceramica dipinta con fiori dai colori simbolici, o con piccole icone di Maria o di Gesù risorto, o con delle croci. Dopo averle fatte benedire dal Pope (sacerdote ortodosso), vengono regalate in famiglia e agli amici. Sulle uova, in caratteri cirillici spesso è scritto o per intero o con le sole iniziali: «X» (Christòs = Cristo) e «B» (Voskrés = risorge). Gli Ortodossi, inoltre, celebrano la ricorrenza dei morti il venerdì successivo al giorno di Pasqua. Per questa occasione qualcuno colora ancora le uova di rosso e le mette sopra le tombe, come augurio di felice vita ultraterrena per i loro cari che sono sepolti. Questa tradizione è legata ad una leggenda che narra di Maria Madre di Gesù: costei era abituata a far divertire Gesù Bambino con delle uova colorate. Il giorno di Pasqua, tornata sul sepolcro, lo trova aperto e sul ciglio scorge delle uova rosse.

In Germania per Pasqua si nascondono uova colorate nei giardini o all’interno delle abitazioni e si invitano i bambini a cercarle, affermando che sono state lasciate dai leprotti. Il ruolo del “coniglietto di Pasqua” è molto importante. Sin dal XVI secolo è solo lui a portare le uova ai bambini. Prima infatti vi erano molti concorrenti alla carica: il gallo, la cicogna, la volpe o il cuculo. Si presume che alla fine uscì vincitore proprio il coniglietto perché, tra tutti gli animali dei prati e dei boschi tedeschi, era il più fertile e quindi il più adatto a simboleggiare la primavera. Tipica della Germania è la tradizionale “corsa con le uova”. Ogni concorrente mette un uovo sodo in un cucchiaio e corre fino al traguardo per poi tornare al punto di partenza. Oppurelo scontro delle uova”: due giocatori uniscono le uova con le punte e le basi. Uno dei due tiene il suo uovo fermo, mentre l’altro vi batte contro il proprio e viceversa. Chi rompe il proprio uovo perde e deve cederlo all’altro che aveva l’uovo più duro.

Nei paesi scandinavi, oltre a donare le uova, è tradizione compiere dei giochi con le uova sode. I più noti sono: far rotolare le uova da un dosso e vince chi ha lasciato quello che arriva più lontano con il guscio integro; un altro segno di abilità è tenere un uovo lesso in mano e cercare di rompere quello tenuto dall’avversario.

I popoli slavi dipingono le uova (talvolta con vere e proprie gare di abilità) per donarle come simbolo di buon auspicio, amore e fertilità e le case vengono addobbate con uova colorate.

In alcune regioni della Francia si nascondono nei giardini le uova dipinte e si narra ai bambini che sono state lasciate dalle campane che la notte del Venerdì Santo hanno volato fino a Roma per prenderle. E’ per questo che nessuno le sente suonare durante la notte della Passione.

Una tradizione che si è stabilizzata nel mondo vuole che per Pasqua vengano donate uova decorate con elementi preziosi. Quest’uso va molto indietro nel tempo e gia nei libri contabili di Edoardo I di Inghilterra risulta segnata una spesa di 18 p. per 450 uova rivestite d’oro e decorate, da donare come regalo di Pasqua. Ma le uova più famose furono sicuramente quelle del maestro orafo Peter Carl Fabergè che nel 1883 ricevette dallo zar Alessandro, la commissione per la creazione di un dono speciale per la zarina Maria. Il primo Fabergè fu un uovo di platino smaltato bianco che si apriva per rivelare un piccolo pulcino d’oro e una miniatura della corona imperiale. Gli zar ne furono così entusiasti che ordinarono all’orafo di preparare tutta una serie di uova da donare tutti gli anni.

Presso alcuni paesi dell’Inghilterra i bambini sono soliti radunarsi in cima ad una collina per far rotolare giù decine di uova colorate, simbolo questo della pietra che il mattino di Pasqua rotolò via dal Santo Sepolcro.

In molti paesi italiani per la Pasqua, o per la domenica delle Palme,  o per il Giovedì Santo viene preparato un pane o un dolce dalla forma simbolica nel quale, a volte, si pone un uovo: è il pane di Pasqua, che dopo essere stato benedetto si dona ai familiari, ai parenti e agli amici. Alcuni pezzi di questo pane vengono conservati gelosamente per tutto l’anno fino alla Pasqua successiva, e dati a mangiare ai bambini e agli adulti in casi di malattia. Si ritiene pure che siano segno di benedizione e protezione per le case e per i raccolti durante i temporali.

Anche qui da noi, in Sicilia, c’è l’uso di regalare le uova di cioccolatta prodotte industrialmente, rivestite di carta colorata, recanti all’interno la “sorpresa” tanto desiderata dai bambini. Ma in quasi tutta l’isola persiste ancora l’uso di disporre a tavola uova sode colorate e di preparare i “pupi cu l’ova”, panierini di pasta di pane che contengono, immersi o affioranti, delle uova. Le forme di questi dolci casalinghi sono tantissime e spesso curiose come i nomi con i quali vengono indicati: aceddi cu’ l’ova, panarina, cuddùra, cudduredda