La sferza di cordicelle
Il Vangelo di oggi ci presenta Gesù con una frusta in mano.
E' questa una scena quanto mai insolita: Gesù ha sempre predicato di non fare del male, di deporre le armi, di non uccidere nessuno. Il suo comportamento richiama quello dei profeti suoi predecessori. Il profeta Geremia denunciava: "E' forse una spelonca di ladri ai vostri occhi questo tempio che prende il nome da me?" e annunciava un tempio a cui sarebbero affluite tutte le genti. Ancor più dei profeti, Gesù sa che Dio Padre non gradisce i sacrifici cultuali che implicano tutto un commercio, piuttosto accetta l'offerta di un cuore sincero e rinnovato. Cristo dunque bandisce una frusta, con un furore che va oltre la giusta misura, opponendosi a tutto ciò che ostacola il vero culto di Dio e lo fa con autorità del tutto particolare perché lui è il Figlio di Dio: quel tempio è proprio la casa del Padre suo. Sicuramente Gesù non ce l'ha con i mercanti, perché anch'essi sono figli di Dio e suoi fratelli. Alzando la voce ed usando la frusta Egli desidera che avvenga un cambiamento nel modo di pensare e di fare. Il tempio che per gli ebrei era prefigurazione della quiete escatologica e rappresentazione sensibile della presenza di Dio, ora è Cristo stesso, Figlio eterno di Dio Padre, nato da Maria Vergine per opera dello Spirito Santo, Sommo ed Unico Sacerdote della nuova alleanza, Altare e Tempio del nuovo sacrificio, colui che porta in sé il compimento di tutte le rivelazione dell'Antico Testamento.
In definitiva Gesù ci chiede di non essere come i venditori del tempio, che fanno della Chiesa un luogo di consumo spirituale, in cui si crede di "guadagnare" la propria salvezza attraverso pratiche esteriori; Non serve ricordarsi di Dio una volta l'anno, perché così abbiamo imparato fin da bambini, ed essere convinti che ciò possa bastare. Forse basterà a sentirsi a posto con la propria coscienza ma non con Dio.