Pentecoste ebraica e Pentecoste cristiana

 Pentecoste: Miniatura a piena pagina. Biblioteca Estense di Modena.La festa di Pentecoste che oggi celebriamo affonda le sue radici in una festa ebraica, la Shavuot (Pentecoste o festa delle settimane). Le due feste che vanno sotto lo stesso nome presentano analogie e differenze che vale la pena cogliere.

Cerchiamo insieme di conoscere la Shavuot ebraica.

Questa festa cade sette settimane dopo la festa degli Azzimi, in questa occasione gli ebrei ringraziano il Signore per il raccolto del frumento. Essendo anche il cinquantesimo giorno e, poiché il primo e l’ultimo giorno di un tratto di tempo nel mondo classico erano contati sempre come un giorno, fu chiamata Pentecoste (=cinquantesimo), cfr. Tb 2,1. Dopo il faticoso lavoro della mietitura la Shavuot voleva essere una festa di ringraziamento e di gioia, per questo la si celebrava nel tempio con diversi sacrifici. In seguito venne collegata con il ricordo dell’Alleanza del Sinai e con la consegna, che ne era seguita, dei dieci comandamenti. Divenne così festa memoriale della storia della salvezza di Israele. Sul Monte Sinai Dio rivela se stesso a Mosé attraverso una teofania: Mosé vide un arbusto che bruciava e che non si consumava mai. Per descrivere gli interventi di Dio nella storia la Bibbia si ispira ad immagini del fuoco, del vento e di altri elementi naturali che esprimono la superiorità del mondo di Dio sulla fragilità del mondo dell’uomo. Inoltre, secondo un racconto della Midrash, la voce di Dio sul Monte Sinai si divise in settanta lingue affinché tutti i popoli avessero potuto udirla (gli antichi credevano che i popoli presenti sulla terra fossero 70).

La Pentecoste cristiana è l’ultima tappa della storia della salvezza che porta a compimento il grande progetto di Dio Padre sull’umanità attraverso il dono dello Spirito Santo. Anche in questo giorno tanto singolare avviene una teofania: un vento impetuoso si abbatte gagliardo nella stanza, le lingue di fuoco si posano sulle persone presenti, si sente il fragore di un tuono. Ricompare il dono delle lingue. Lo Spirito sceso sui presenti dà loro la capacità di riunire nell’unità di fede tutti i popoli presenti nel mondo. Le quindici nazionalità, elencate da est verso ovest, formavano per l’ebreo di allora un orizzonte completo di nazioni. di conseguenza le quindici nazionalità sono, per la mentalità orientale, tutto il mondo abitato, l’universalità.

Queste manifestazioni esprimono le potenzialità dello Spirito Santo che non conosce limiti di spazio e di espressione e si serve degli strumenti propri di ogni epoca.

Al di là però di tutte le manifestazioni e le interpretazioni che possiamo dare, importante è capire il significato profondo di ciò che lo Spirito può operare nell’umanità: pur diversa e differenziata per lingue, abitudini, razze, l’umanità può tuttavia parlare e comprendere uno stesso linguaggio, quello dell’unica fede, quello che scaturisce dal comandamento dell’amore.

L’Antica Pentecoste celebra il dono della legge che ne era profezia. La Pentecoste cristiana è il dono della Legge Nuova (Torah), scritta nel cuore degli uomini, che è lo Spirito Santo.