I Paramenti Sacri

Si chiamano paramenti sacri o Vesti Liturgiche tutti quegli indumenti di varia forma e diverso colore, indossati dai ministri ordinati durante le funzioni liturgiche.

I paramenti sacri non furono usati dalla primitiva Chiesa cristiana poiché, essendo il culto cristiano vietato e, dovendo svolgere le liturgie eucaristiche di nascosto, le vesti sacre non si differenziavano da quelle profane di uso comune.

Non appena l'Imperatore Costantino ufficializzò il culto della religione cristiana si andò formando un abbigliamento diverso da quello comune che fu fissato da leggi e consuetudini ecclesiastiche. Da Costantino al IX secolo le vesti sacre si distinsero da quelle del popolo anzi, possedevano gli elementi principali degli attuali vestiti liturgici, i mosaici del presbiterio della Basilica di Ravenna ne sono una chiara testimonianza: Il mosaico ritrae l'Imperatore Giustiniano seguito dall'Arcivescovo Massimiano e dai suoi diaconi. L'Arcivescovo è rivestito da un'ampia casula, ornata dal pallio, indossata su una lunga tunica dalla cui scollatura si intravede l'amitto. L'imperatore è ricoperto da una toga. Con questa documentazione iconografica si distingue bene la categoria sacerdotale e, l'abito, ne comincia ad indicare la classe. In ogni caso questi paramenti non si evolvono autonomamente in forme nuove e particolari, ma ricalcano gli schemi di vestiario in voga al tempo di Cristo. Tra il IX e il XII secolo si manifestò una completa distinzione tra il vestito da usare nelle liturgie e quello extraliturgico, inoltre si scoprirono rapporti tra le vesti sacre dell'Antico Testamento e quelle del Nuovo Testamento, attribuendo a ciascun paramento un significato simbolico, significati che ancora oggi vengono espressi dalle preghiere prescritte dal Messale Romano e che ogni sacerdote deve recitare mentre li indossa. In questo periodo Papa Innocenzo III stabilisce una regolamentazione dell'uso dei sacri paramenti e designa dei colori liturgici per determinati giorni con corrispettivi significati: il bianco per i giorni di festa, il rosso per le feste dei martiri e la Pentecoste, il nero per i giorni di penitenza e per la Messa dei defunti, il verde per quelli che non hanno un carattere festivo, e successivamente, lo scarlatto accanto al rosso, il viola al posto del nero, il giallo zafferano al posto del verde. Il colore rosaceo fu introdotto da Papa Pio V per le domeniche Laetare e Gaudete.

A partire dal XIII secolo non si ritenne fondamentale rifarsi alle forme del vestiario del periodo greco-romano, così la forma dei paramenti sacri venne ridotta e trasformata fino a rendere incomprensibile la presenza di alcuni capi come, per esempio il manipolo, abolito dal rinnovamento liturgico del Concilio Vaticano II. Oggi si avverte forte l'orientamento di quel movimento liturgico che vuole un ritorno alle vesti sacre delle origini con l'abolizione dell'attuale forma e sfarzo dei paramenti. Resta in ogni caso inalterato il loro significato: le vesti Liturgiche non servono per riparare il corpo dal freddo, né tanto meno per dare sfogo all'umana vanità. Sono piuttosto segno dì una realtà interiore, di una missione e di un servizio. Nell'escursus che stiamo per iniziare saranno spiegate le simbologie dei paramenti sacri, le loro preziosità, la loro storia, il loro utilizzo all'interno delle celebrazioni liturgiche.