Il libro dei Numeri
Il quarto libro del Pentateuco è il libro dei
Numeri. Il nome che gli diedero gli Ebrei è bemidbar «nel deserto», mentre la
versione greca dei Settanta diede all’opera il titolo di Numeri nel senso di
«censimenti» a motivo dei censimenti del popolo ebraico all’epoca della
peregrinazione nel deserto.
Il testo dei Numeri è strettamente collegato ai due
libri che lo precedono (Esodo e Levitico) e inizia la narrazione dagli ultimi
giorni vissuti dagli ebrei sul Sinai, nel secondo anno dell’uscita dall’Egitto;
continua la narrazione fino all’arrivo degli Ebrei nelle steppe di Moab di
fronte a Gerico, nel quarantesimo anno.
Il libro presenta un’alternanza di fonti e di
documenti narrativi e normativi.
Il testo può essere diviso in tre parti:
1. Al Sinai. In questa sezione vengono date le
disposizioni per la partenza (questa parte riallaccia i libri dell’Esodo e del
Levitico);
2. Viaggio attraverso il deserto. In questa parte
viene messo in evidenza il comportamento dell’uomo ebraico mentre avanza verso
la terra promessa e rimpiange il soggiorno in Egitto e dall’altra parte, la
misericordia di Dio che insiste sempre nel condurre l’uomo alla salvezza
3. La terra di Moab. La pianura di Moab fu il campo
degli avvenimenti che precedettero il passaggio del Giordano e l’ingresso nella
terra di Canaan, quella terra tante volte promessa da Dio al suo popolo nel
corso di lunghi secoli.
I principali avvenimenti raccontati nel testo sono:
i censimenti del popolo, dei sacerdoti, dei leviti; la sollevazione di Aronne e
Maria contro Mosé; l’invio di dodici esploratori nella terra di Canaan; le
ripetute mormorazioni del popolo contro Mosé; la rivolta di Corah, Datan e
Abiram contro Mosé e Aronne e il loro castigo; la morte di Miriam e poi di Aronne;
il peccato di Mosé e del popolo per cui fu loro negato l’ingresso nella terra
promessa; il ciclo di Balaam; la storia del serpente di bronzo eretto da Mosé
per guarire gli israeliti dal morso dei serpenti velenosi; la scelta di Giosué
come successore di Mosé; la guerra contro i madianiti.
Per quanto riguarda gli aspetti normativi più
importanti del libro sono da ricordare «la prova della fedeltà della moglie con
le “acque amare”», le leggi sul nazireato, sui voti delle donne, sull’acqua
lustrale, sull’eredità delle donne, sui rapporti tra sacerdoti, leviti e
popolo.
Nel libro dei numeri si conservano alcuni frammenti
di poesie estremamente arcaiche, fra le quali il cosiddetto «canto del pozzo»
(21,17-18) e gli oracoli di Balaam.
Sotto tutte le aride liste dei nomi e dei numeri del
censimento, si scorge l’emozione dell’autore di fronte al popolo eletto di cui
narra la storia, popolo presentato costantemente come una unità sacra, in mezzo
a cui abita il Signore.
Le varie peregrinazioni delle tribù, con il
Tabernacolo dell’Alleanza e l’Arca Santa, sembra una lunga processione.
Per tutto il viaggio il popolo di Israele si sente frenato dal ricordo di quanto possedeva e di cui poteva approfittare in Egitto, per cui non crede nella provvidenza divina e rinnega la propria sorte. Questo popolo particolare, scelto da Dio per una missione speciale che era quella di conservare la conoscenza e il culto del vero Dio, doveva necessariamente seguire delle leggi speciali, tali da legarlo in modo più esclusivo a Dio e nello stesso tempo impegnarlo in modo diverso rispetto a tutti gli altri popoli.