I libri storici

 

Gli altri due gruppi di libri storici fanno capo ai “Racconti edificanti” e al “Periodo dei Maccabei”.

Dei “Racconti edificantine abbiamo già trattato quando abbiamo esaminato i libri di Tobia, di Ester e di Giuditta. In questi libri l’insegnamento morale degli scrittori viene messo sulla bocca dei personaggi principali dei vari libri.

Il “Periodo dei Maccabei” contiene 1-2 Maccabei che sono gia stati esaminati.

 

I libro di Giosué

 

Il testo porta il nome del personaggio principale di tutta l’opera, Giosué, che vuol dire «Jhwh salva», «Dio salva».

Giosué fu figlio di Nun e collaboratore di Mosé, comandante delle truppe israelite  nella campagna contro Amalec. Egli si recò sul monte Sinai con Mosé e da lui fu designato suo successore e investito dei suoi poteri. Alla morte di Mosé fu Giosué che si trovò alla testa del popolo israelita.

 

Composizione del libro

Il libro si divide in tre parti:

Nella prima parte, cc. 1-12, viene narrata l’entrata degli israeliti a Canaan e le loro prime conquiste. La conquista della Palestina centrale (la presa di Gerico,  di Ai e la battaglia di Gabaon), viene narrata con particolari eroici e miracolosi. La conquista della Palestina meridionale viene attribuita alla partecipazione di tutte le tribù di Israele.

La seconda parte, cc. 13-21, contiene la ripartizione territoriale di Canaan tra le dodici tribù di Israele con la descrizione dei limiti geografici, una lista di città di rifugio e di città levitiche.

La terza parte, cc. 22-24, utilizzata da epilogo, narra la partenza delle tribù transgiordane, riporta l’ultimo discorso di Giosué e descrive la grande assemblea di Sichem, dove le tribù strinsero tra loro un patto religioso.

 

Formazione del testo

Il libro che oggi noi conosciamo ha avuto un lungo e complesso processo di formazione. In esso sono raccolte le particolari tradizioni delle tribù di Beniamino e di Efraim, situate al centro della Palestina. Queste tradizioni furono messe per iscritto nel sec. X a.C. e si caratterizzano per la loro ampiezza e colorazione epica. Dalla lettura del testo si ha l’impressione che l’intera campagna militare dell’occupazione, sia stata organizzata sotto l’unico comando di Giosué con la partecipazione di tutto il popolo e con lo sterminio di tutti gli abitanti autoctoni (coloro che già abitavano la terra di Canaan) e dei nemici. Della battaglia militare vengono messi in luce sia la l’aspetto cultuale che liturgico.

Uno scrittore deuteronomistico, che conosceva la predicazione profetica, vi aggiunse i capitoli 13-21 e i grandi discorsi dei cc. 1-23. La preoccupazione di costui era quella di sottolineare, attraverso lo sterminio totale dei popoli di Canaan, la fedeltà d’Israele al suo Dio.

C’è da pensare che il popolo d’Israele abbia acquisito, solo dopo molto tempo, la consapevolezza della fedeltà al suo Dio, e non quando avvennero i fatti.

Gli ultimi capitoli del libro sono stati scritti dai circoli sacerdotali. Il testo che noi conosciamo, ha ricevuto la forma definitiva poco prima dell’era cristiana.

Da alcune indicazioni contenute nel libro di Giosué e nel libro dei Giudici, sappiamo che la conquista definitiva della terra di Canaan non avvenne sotto Giosué. Dopo la sua morte pare che gruppi pacifici si siano insediati nelle zone deserte e montane disabitate, sicuramente contrastati dalle popolazioni dei luoghi vicini. La conquista definitiva avvenne sotto il re Davide alla fine del sec. XI.

 

Insegnamento del testo

Il libro di Giosué è la conclusione del Pentateuco e mostra la piena realizzazione che Dio aveva fatto ai patriarchi, circa il possesso della terra promessa. Canaan è dunque il segno della fedeltà di Dio verso il suo popolo e del popolo verso Dio. La conquista è un dono di Dio ed un impegno del popolo. Al popolo Israelita che avesse osservato la legge di Dio con tutto il cuore e con tutta l’anima, Dio avrebbe donato ancora altre vittorie, fino a quando su questa terra non fosse venuto ad abitare un altro Giosué di nome Gesù.