Il libro di Ester

 

Altro libro deuterocanonico dell’Antico Testamento è il libro di Ester. Tale libro prende il titolo dal nome della protagonista, Hadassa o Ester ed è ambientato in Persia durante il Regno di Assuero (identificato con Serse I, 486-465 a.C.).

Come per il libro Giuditta, quello di Ester racconta la liberazione della nazione per mezzo di una donna: Ester.

 

Contenuto del libro

Nella città di Susa regnava il re persiano Assuero con la moglie Vasti. Alla corte del re lavorava un ebreo di nome Mardocheo, zio di Ester.

Mardocheo fece un sogno che non riuscì a spiegare subito. Poco tempo dopo, avendo ascoltato i discorsi di due eunuchi, venne a conoscenza dei piani che si stavano ordendo alle spalle di Assuero. Decise di dirgli tutto così che i due eunuchi furono messi a morte.

Un giorno il re imbandì un banchetto per soli uomini e chiese alla moglie di presentarsi. Vasti però, anche lei aveva imbandito un banchetto per sole donne e non si presentò ad Assuero il quale, consigliato dai sapienti e dagli esperti della legge, la ripudiò. Poi chiese una nuova moglie da cercare tra le giovani vergini del paese. Mardocheo presentò al re sua nipote Ester che non svelò al re il popolo al quale apparteneva.

Alla corte di Assuero c’era pure un certo Aman il quale, dopo essere stato elevato di dignità, volle distruggere tutta la stirpe di Mardocheo perché, quast’ultimo, non si chinava mai al suo passaggio.

Mardocheo parlò con la regina  inducendola a discutere con Assuero. Ester digiunò per tre giorni, poi si recò dal marito accompagnata da due ancelle. Quando si trovò dinanzi al re le sue forze vennero meno. Il marito le corse incontro e la prese tra le braccia, quindi le chiese di esprimere un desiderio qualsiasi, poiché lui l’avrebbe esaudito.

Ester preparò per Assuero e per Aman un banchetto durante il quale svelò al re il complotto di Aman. Al patibolo preparato per Mardocheo fu impiccato proprio Aman. Gli ebrei furono salvi e da quel giorno fu ricordata la festa dei “purim” o delle “sorti”.

 

 

Caratteristiche del testo

L’opera, composta all’inizio dell’epoca ellenistica (dopo il 332 a.C.), si divide in tre parti:

Nella prima parte viene esposta la preparazione del dramma: Assuero ripudia la regina Vasti e sceglie Ester che entra alla corte persiana.

Nella seconda parte Aman congiura contro Mardocheo ma, per intervento di Ester  viene impiccato al patibolo che eretto per Mardocheo.

La terza parte, che serve da conclusione, narra la istituzione della festa dei “purim”.

 

Questo libro a noi è giunto in due forme: quella ebraica, che è la forma canonica sia per gli ebrei che per i protestanti, e quella greca, che contiene in più il prologo e l’epilogo. La canonicità del testo è accettata solo dai cattolici e dagli ortodossi. Inoltre, della versione greca esistono due redazioni, una più breve e l’altra molto più lunga. Anche la versione latina è conservata in due forme: quella antica (Vetus Latina) e quella di san Gerolamo (Volgata).

L’autore sacro è probabilmente un ebreo che conosceva bene il greco e amava uno stile ricercato

Il quadro storico in cui è inserita il racconto corrisponde ai costumi e alle istituzioni dell’impero persiano, fermo restando che vi sono delle inverosimiglianze: la moglie di Assuero non è stata né Vasti, né Ester bensì Amestris; è improbabile, per la sua giovane età, l’ascesa di Mardocheo, così come l’autorizzazione del re di un duplice massacro. Inoltre, la festa giudaica dei purim, caratterizzata da canti, banchetti e pratiche poco opportune,  sembra essere di origine pagana, forse babilonese.

Attraverso il fittizio racconto di Ester l’autore sacro vuole dunque sottolineare la salvezza della comunità giudaica, minacciata da un potente nemico, ad opera di Dio il quale, pur non essendo esplicitamente nominato, viene sempre in aiuto del popolo eletto che si trova in difficoltà. I mezzi per ottenere l’intervento divino sono il digiuno e la preghiera. Il redattore inoltre illustra il principio sapienziale secondo cui «si viene castigati da ciò in cui si pecca» (Pro 15,33).