Il profeta Daniele
Il libro del profeta Daniele è l’ultimo dei profeti
maggiori. Il nome Daniele significa «giudice è Dio».
Non abbiamo molte notizie della vita di Daniele, se
non quelle che ci vengono date dal libro stesso: nel 605 a.C., ancora giovane,
fu deportato in Babilonia come paggio alla corte del re Nabucodonosor e col
nome di Baltassar. Era un ragazzo dotato di sapienza e straordinaria e
prodigiosa capacità nell’interpretare i sogni.
Sebbene molto compatto, tuttavia il libro di Daniele
si presenta alquanto complesso. Il testo raccoglie delle parti più antiche sul
ciclo di Daniele, già fissate e scritte, rimanipolate e unite con parti più
recenti, del sec. II a.C., data della composizione definitiva del libro giunto
a noi.
L’autore del libro si serve di racconti e di persone
del passato, descrivendo avvenimenti presenti con la prospettiva del futuro,
per tale motivo la collocazione dell’opera sta tra la profezia e
l’apocalittica.
Il libro sorse in un periodo di pericolosa crisi per
la fede di Israele a causa dell’irrompere dell’Ellenismo in tutto il mondo
greco, estendendosi sino a tutto il Medio Oriente e intendeva richiamare il
popolo ad essere fedele alla legge divina attraverso:
- la narrazione del divino intervento in casi di
particolari pericoli;
- la dimostrazione che da Dio viene la scienza e la
sapienza superiore a quaunque scienza umana;
- la costatazione che gli stessi pagani riconobbero
più volte la superiorità del Dio d’Israele sugli altri dei.
Inoltre, nel periodo di persecuzione in cui Israele
si trovava, prendendo come figura Nabucodonosor (l’antico distruttore del
Tempio e deportatore dei fedeli di Jahvé in terra straniera) narra la storia di
Antioco IV Epifane, il persecutore nuovo, profanatore anch’egli del Tempio di
Gerusalemme, ridotto a tempio pagano con la statua di Giove sull’altare degli
olocausti. Il profanatore (che incarna le forze del male) sarà distrutto da un
Re futuro. La storia dei due persecutori viene riassunta dalle quattro visioni
che hanno tutti una stessa ed unica intenzione: attraverso l’uso di avvenimenti
precedenti, rivelano il loro significato attuale e svelano il mistero della
salvezza futura. Dunque i persecutori passano, ma il regno di Dio e dei suoi
santi arriverà, la salvezza è sicura.
Il libro di Daniele lo possiamo dividere in due
parti precedute da un prologo:
* Prologo (1, 1-11): ambienta gli episodi che
verranno narrati;
* Prima parte (2,1-6,29): cinque narrazioni;
* Seconda parte (7,1-12,13): quattro visioni
profetiche;
* Appendice storica (13,1-14,42).
Il testo di Daniele è arrivano a noi in tre lingue:
ebraica, aramaica e greca. La presenza di queste tre lingue ha portato ad
innumerevoli ipotesi, ma nessuna di queste soluzioni pare soddisfacente.
Le profezie di Daniele possono considerarsi come il
punto di arrivo dell’intervento di Dio in tutta la storia precedente ed apre
nuovi orizzonti per la storia futura. Il Regno si estenderà a tutte le genti e
sarò il Regno del Figlio dell’Uomo, il Regno dei Santi.