Il libro delle Cronache

 

Altro testo storico della Bibbia è il libro delle Cronache o Paralipomeni. Il titolo ebraico Dibre ha-jamim significa «fatti dei giorni» o «annali»; il titolo greco biblos ton paraleipomenon significa «libro dei paralipomeni», cioé «libro delle cose omesse o tralasciate» (in particolare tralasciate dai libri di Samuele e dei Re). Tale titolo fu considerato errato da san Gerolamo che propose «Cronaca di tutta la storia biblica», e di qui iniziò l’uso del titolo anche oggi preferito dagli studiosi.

L’opera è divisa (ma non dall’origine) in due libri che abbracciano tutta la storia d’Israele, dalla creazione fino alla riforma postesilica. Il primo libro consta di genealogie che vanno da Adamo ai successori della dinastia davidica fino al ritorno dei deportati ebrei dalla cattività babilonese ed evidenzia il regno di Saul e si sofferma ampiamente su Davide, sull’organizzazione data da lui al culto e sui preparativi sulla costruzione del tempio; il secondo inizia da Salomone e termina con la storia degli ultimi re di Giuda.

I due libri, a loro volta, si dividono in quattro parti ben distinte:

La prima parte (1 Cr 1-9) espone, mediante tavole genealogiche, la preistoria della dinastia davidica, da Adamo fino a Saul, passando per le 12 tribù d’Israele;

La seconda parte (1 Cr 10-29) è dedicata al re Davide che iniziò ad organizzare il culto, preparando la costruzione del tempio di Gerusalemme e la formazione del personale addetto al santuario;

La terza parte (2 Cr 1-9) delinea il regno di Salomone mettendo in rilievo l’attività cultuale del monarca: la costruzione del tempio, la preparazione del mobilio sacro, la festa della dedicazione del santuario;

La quarta parte (2 Cr 10-36), traccia la storia del regno di Giuda dalla morte di Salomone all’esilio di Babilonia. In essa vengono messe in rilievo le figure dei re riformatori. In conclusione è riportato l’editto del re Ciro (re dei persiani) che permette ai giudei esuli di ritornare in patria.

Nelle edizioni cristiane della Bibbia le Cronache seguono i libri dei Re, mentre nelle edizioni ebraiche sono poste al termine di tutta la Bibbia tra gli Scritti e gli Agiografi.

Il testo fu scritto agli inizi del periodo ellenistico, verso il 300 a.C., quando gli ebrei, godendo di una speciale autonomia amministrativa, costituivano una comunità esclusivamente religiosa, strettamente legata al tempio e al suo clero. La cultura ellenistica pian piano si infiltrò nella comunità, l’ortodossia religiosa veniva contestata dai Samaritani, alcuni ebrei desideravano una completa autonomia politica. La comunità era travagliata da contrasti interni ed esterni. A questo punto, un membro della comunità, forse un levita, fece conoscere ai suoi compatrioti che l’ideale del regno di Dio sulla terra era rappresentato proprio dal popolo di Israele. Per far ciò il cronista utilizzò fonti note e meno note, componendo un’opera del tutto nuova ed originale. Nella suo scritto fu escluso tutto ciò che poteva offuscare la gloria del re Davide e di Salomone, ma furono inventati oracoli di profeti e aumentati i numeri.

Certamente è sbagliato considerare tale scrittore uno storico, secondo il significato che noi attribuiamo al termine “storico”. L’obiettivo del cronista non è quello di parlare di storia ma di far comprendere che il Dio trascendente interviene attivamente nella storia degli uomini, specialmente in quella in quella del popolo che, scelto fin dalla creazione, ricevette le promesse in Abramo e in Davide e sopravvisse nelle tribù di Giuda e Beniamino, dopo aver superato vittoriosamente l’esperienza dell’esilio babilonese. La comunità dopo l’esilio era tenuta a perseverare nella tradizione iniziata dal primo grande re di Israele. Essa doveva attendere l’avvento dell’instaurazione del regno di pace e felicità promesso come pegno della fedeltà all’alleanza.

Il centro vitale del popolo di Dio e cuore della nazione è il tempio di Gerusalemme, in cui si glorifica Dio e gli si offrono i sacrifici. La comunità presentata dal Cronista è una comunità di fede, di preghiera di culto e osservante della legge mosaica. E’ una comunità visibile che vive sulla terra, ancorata alla tradizione antica, sicura della protezione divina nella misura in cui sa ascoltare la parola divina trasmessa dai profeti. In questo libro può esser letta la prefigurazione della Chiesa di Cristo.