Foto di una Prima Comunione celebrata nella nostra parrocchia

L’Eucaristia

L’Eucaristia è il punto di arrivo dell’Iniziazione Cristiana: il Battesimo ci ha fatto cristiani, la Confermazione ci ha consacrati a Cristo e alla Chiesa con il sigillo dello Spirito Santo, l’Eucaristia ci inserisce pienamente nella Chiesa.

La parola greca "Eucaristia" significa "rendimento di grazie" ed è il termine che Gesù ha usato nell’Ultima Cena. Altri nomi che le vengono dati sono: "Frazione del pane", utilizzato nel libro degli Atti degli Apostoli; "Cena del Signore"; "Mesa", questa parola viene dalla formula con cui si terminava l’Eucaristia: "Ite, missa est" , "andate", l’Eucaristia è stata mandata agli assenti e alle chiese vicine, come si usava ai tempi delle persecuzioni.

Nell’Antico Testamento troviamo numerose allusioni all’Eucaristia: Melchisedec, re e sacerdote di Salem, che offre ad Abramo pane e vino (Gn 14); l’agnello della cena pasquale (Es 12); la manna con cui Dio sfama Israele nel deserto (Es 16), il sacrificio che Mosé compie ai piedi del Sinai (Es 24) che indica la comunione e l’amicizia profonda che viene ad instaurarsi tra Dio ed Israele.

Nel Nuovo Testamento è lo stesso Gesù che prepara e realizza il sacramento dell’Eucaristia. L’evangelista Giovanni nel capitolo 6 del suo Vangelo, mostra Gesù che promette un pane vivo disceso dal cielo. Nel racconto dell’Ultima Cena, Matteo, Marco e Luca ricordano il momento in cui Gesù istituisce l’Eucaristia e le parole della nuova ed eterna alleanza.

L’Eucaristia è il centro della vita di tutta la Chiesa perché è Cristo stesso che vive ed agisce in essa ed è anche il centro della vita cristiana perché è sempre Cristo che vive e agisce in noi.

L’Eucaristia, cioè Gesù che si fa cibo, opera in noi tre effetti:

Gesù ha sottolineato rigorosamente il valore di "nutrimento" dicendo: "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna" (Gv 6, 54). Egli ci nutre e fortifica perché possiamo fare il bene, combattere il male, trasformare il mondo rendendolo più giusto, più cristiano.

Per questo l’Eucaristia viene chiamata "Sacramento". Essa infatti è un segno (pane) che fa ciò che significa (nutre).

Gesù ha pure sottolineato rigorosamente l’unità con Lui: "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, rimane in me ed io in lui" (Gv 6,56).

San Paolo invece nella Prima lettera ai cristiani di Corinto spiega così l’unione degli uni con gli altri: "Siccome il pane è uno, noi formiamo tutti insieme un solo corpo per il motivo che tutti partecipiamo ad un unico pane" (10,17).

L’Eucaristia è un sacrificio. Durante l’Ultima Cena, Gesù rese presente il sacrificio della sua vita. Il pane spezzato era il suo corpo spezzato. Ogni volta che la Chiesa ripete questo gesto, il sacrificio unico di Gesù sul Calvario torna presente nell’altare.

Fin dai tempi più antichi l’uomo ha offerto doni alla divinità per ringraziarla e per chiederle perdono. Israele, il popolo scelto da Dio, offriva a Dio le primizie dei campi e dei suoi greggi: un dono che veniva chiamato sacrificio, perché chi l’offriva lo sacrificava, se ne privava per Dio.

Gesù ha voluto donare a tutti noi un sacrificio nuovo, gradito a Dio: la sua vita data con amore per obbedire al Padre e salvarci. Invitò egli stesso ad offrire a Dio questo sacrificio nuovo: "Prendete e mangiate, questo è il mio corpo sacrificato per voi. Fate questo in memoria di me".

La vera maniera di ringraziare cristianamente Dio è fare come ci suggerisce Gesù: unirci al sacerdote nella Messa e offrire con lui a Dio il suo corpo e il suo sangue, sacrificati per amore. L’Eucaristia è memoriale. Nella Bibbia la parola memoriale viene usata per indicare un fatto passato che, attraverso una celebrazione, viene reso presente, viene riattualizzato. Gli Ebrei, ad esempio, quando celebravano la Pasqua rivivevano l’avvenimento del passaggio dalla schiavitù alla liberazione, avvenimento nel quale Dio si rendeva presente in tutta la sua potenza.

I cristiani con l’Eucaristia, non solo ricordano la Cena del Signore e il mistero della sua morte e resurrezione, ma, grazie all’intervento efficace dello Spirito Santo, le attualizzano e le rendono presenti nuovamente. E’ Gesù stesso che con le parole "Fate questo in memoria di me" ha voluto e comanda questo. La Chiesa celebrando l’Eucaristia, vive il mistero del sacrificio di Gesù sulla croce e della sua resurrezione, e attualizza anche la salvezza in ogni tempo e in ogni luogo.

Elementi dell’Eucaristia

Cristo si rende presente nell’Eucaristia grazie alla transustanseazione del pane e del vino, ossia con la trasformazione, ad opera dello Spirito Santo, della sostanza di questi alimenti nel suo Corpo e nel suo Sangue.

Ministri dell’Eucaristia sono il Vescovo e i sacerdoti.

Materia del sacramento sono il pane azzimo (cioè non lievitato), il vino e l’acqua.

La forma sono le parole che Gesù ha pronunciato nell’Ultima Cena: "Prendete e mangiate: questo è il mio Corpo offerto in sacrificio per voi; prendete e bevete: questo è l calice del mio Sangue per la nuova ed eterna alleanza versato per voi e per tutti in remissione dei peccati. Fate questo in memoria di me".

Dopo la celebrazione eucaristica, le ostie consacrate rimaste (particole) vengono conservate, perché in esse è realmente presente Gesù. I cristiani hanno così la possibilità di adorare questa presenza e possono distribuire le Sacre Specie anche i malati a casa.

Per ricevere degnamente il sacramento dell’Eucaristia occorre una certa preparazione. Noi sappiamo che è Gesù, non possiamo trattarlo male quando viene in noi, non è giusto. Se la nostra coscienza non è serena c’è il sacramento della penitenza, la semplice ora di digiuno da cibi solidi, prima di comunicarsi è un atto di rispetto. La concentrazione è necessaria per pensare bene a quello che facciamo. Il colloquio con il Signore deve essere spontaneo, prima e dopo averlo ricevuto: un colloquio di amicizia e di ringraziamento.

Diciamo quello che vogliamo, tanto Gesù ci conosce, ma soprattutto ci attende.

L’Eucarestia nella storia

Fino al V secolo d. C. la celebrazione eucaristica si svolge come la descrive S. Giustino nella sua I Apologia.

Si dava grande importanza alle letture e alla spiegazione della Parola di Dio; seguiva poi il momento eucaristico con l’offerta dei doni del pane, del vino e dell’acqua e la preghiera eucaristica di consacrazione. Il rito terminava con la comunione dei penitenti.

Nei primi tempi l’Eucarestia si celebrava nelle case private, in seguito all’interno delle Chiese erette dalle prime comunità cristiane (ne sono una testimonianza le chiese di Dura e di Aquileia rinvenute dagli scavi archeologici), ed infine all’interno delle Basiliche Romane e solo di domenica.

La celebrazione eucaristica è considerata fin dall’inizio, l’incontro di tutte le comunità cristiane con Gesù, nascosto nel segno sacramentale e testimonia l’unità dei fedeli fra loro. Con il passare dei secoli, la celebrazione della Messa si arricchisce di tutti gli elementi che oggi troviamo in essa: il rito d’ingresso, che appare quando i celebranti e i ministri iniziano la celebrazione con una processione; le diverse orazioni e i vari canti; i libri, il messale ed il legionario, che troviamo sugli altari.