San Bonaventura

(Dottore serafico della Chiesa)

 

La sua memoria obbligatoria è il  15 Luglio

 

Bonaventura nacque a Bagnorea (Bagnoregio) nel 1218. Dopo aver compiuto gli studi umanistici a Parigi, entrò nel 1243 tra i figli di san Francesco poiché fu attratto dalla straordinaria somiglianza tra lo sviluppo della chiesa primitiva e quello dell’ordine francescano: entrambi poggiavano all’inizio su uomini semplici, contadini e pescatori, più avanti su uomini di scienza e di cultura.

Dopo essere diventato francescano fece ritorno a Parigi per studiare teologia ed ebbe due maestri molto conosciuti a quel tempo: Alessandro di Hales e Giovanni de la Rochelle.

Parigi voleva dire cultura, scienza, un mondo di èlite raffinato e mondano. Secondo Jacopone da Todi questo mondo avrebbe distrutto l’Ordine francescano. Bonaventura era di parere diverso. Egli si era immerso in quel mondo senza per questo perdere la sua semplicità, l’umiltà, l’attaccamento alla povertà, l’amore per i poveri e lo spirito per la preghiera.

Nel 1253 ottenne la cattedra di teologia nell’università parigina anche se, solo dopo tre anni, la dovette abbandonare perché fu eletto ministro generale dei francescani. In quel periodo l’ordine stava attraversando una grave crisi di identità che richiese tutte le sue energie e il suo tempo. Secondo la vecchia guardia dell’Ordine l’impegno dei frati francescani doveva essere ristretto al mondo degli umili e degli ignoranti; le nuove generazioni volevano invece arricchire la loro vita e il loro apostolato con la dottrina e la cultura per essere davvero al servizio di tutti. Il Santo riuscì a convincere uno dei più semplici e rozzi compagni di san Francesco, frate Egidio, che dimorava in un poverissimo convento a Monteripido, presso Perugia.

Frate Egidio, a Bonaventura che si recò a trovarlo, chiese: «Maestro, a voi Dio ha fatto doni di grande intelligenza, ma noi senza studi e di cervello grosso, come faremo a salvarci?»

«Se Dio dà all’uomo anche la sola grazia di poterlo amare, questo basta». Così rispose Bonaventura. Frate Egidio insistette: «Può un ignorante amare Dio quanto un dotto?». Il Santo rispose «Una vecchiarella lo può amare più di un maestro in teologia». Egidio, contento di aver trovato intatto nella dottrina di Bonaventura, lo spirito di san Francesco, rivolto verso un’immaginaria vecchiarella si mise a gridare: «Vecchiarella, poverella, semplice ed ignorante, ama il Signore e potrai diventare più santa di Bonaventura, maestro di teologia».

Riuscendo dunque a cogliere i disagi dell’Ordine, Bonaventura incanalò tutte le forze francescane, che avanzavano in ordine sparso, dando un assetto organizzativo che permise a tutti di esprimersi e di operare. A tale scopo tracciò delle nuove costituzioni che vennero approvate dal capitolo generale di Narbona nel 1260.

Subito dopo fece ritorno a Parigi riprendendo i suoi contatti col mondo universitario. Egli si rese conto che stava avanzando una nuova corrente di pensiero che dava molta importanza allo studio delle scienze (delle realtà terrestri), col rischio però di fermarsi lì, senza comprendere che la caratteristica specifica del creato è di essere ombra e immagine del Creatore.

Per far conoscere alcuni pericoli scorti in quel pensiero, Bonaventura scrisse alcune delle sue opere più importanti di cui la più nota è, L’itinerarium mentis in Deum, scritta mentre si trovava alla Verna (il monte in cui san Francesco ricevette le stimmate).

Il Santo nel suo libro sosteneva che lo scopo principale dell’uomo è quello di ritornare a Dio attraverso la conoscenza filosofica, necessaria ma non sufficiente a svelare in che cosa consistono il fine ultimo e la felicità dell’uomo. Sosteneva anche che la completezza del sapere può venire solamente dalla fede, dalla contemplazione mistica e dall’amore, una specie di ascesa verso la verità eterna che è Dio, infinito amore ed assoluta carità.

Nominato cardinale e vescovo di Albano, Bonaventura morì mentre partecipava ai lavori del secondo concilio di Lione, che lui stesso aveva contribuito a preparare su incarico di papa Gregorio X. Era il 15 Luglio 1274.