San Paolo

 

Paolo nacque nella città di Tarso, in Cilicia presso il fiume Cidno, probabilmente tra il 5 e il 10 d.C., da genitori giudei osservanti della legge appartenenti alla tribù di Beniamino.

Suo padre era un tessitore, un mestiere che anche Paolo esercitò nei momenti di pausa della sua missione, per non pesare economicamente sulla comunità. Infatti la città era famosa per la produzione del cilio, una stoffa ruvida di peli di capra, utilizzata per le tende dei nomadi.

La città di Tarso nel 66 a.C., in seguito alle conquiste di Pompeo, divenne capitale della provincia di Cilicia. Più tardi Marco Antonio concesse ai cittadini la cittadinanza romana, consentendo così di godere dei privilegi permessi ai romani. Per tale motivo Paolo aveva un duplice nome: Saulo, quello semitico, e Paulus, quello romano.

Paolo fu un giudeo osservante; dai suoi genitori fu mandato a Gerusalemme per completare gli studi superiori. In questa città divenne allievo e discepolo del grande rabbino fariseo Gamaliele il Vecchio. Divenuto rabbino e dottore della legge, aderì al gruppo dei farisei zelanti. Per questo si oppone con ostinazione al nuovo gruppo di credenti in Cristo.

Di lui si parla tanto nella seconda parte del libro del Nuovo Testamento: gli Atti degli Apostoli. La prima comunità cristiana lo temeva tanto poiché, negli ultimi anni, non vi era stato nessun altro giudeo così attivo nelle persecuzioni dei cristiani. Secondo quanto testimonia il libro degli Atti degli Apostoli, Paolo assistette al  martirio di Stefano (il primo martire cristiano), «Saulo era fra coloro che approvarono la sua uccisione». Finché un giorno accadde qualcosa di molto singolare.

Mentre si stava recando a Damasco per arrestare dei responsabili di comunità cristiane che si trovavano in quella città, ebbe l’apparizione di Cristo risorto. Da crudele persecutore, divenne intrepido missionario cristiano anzi, uno dei più lucidi e fondamentali interpreti del messaggio di Gesù Cristo. Questa esperienza lo convinse che i cristiani avevano perfettamente ragione.

Raggiunse così Damasco, dove andò alla scuola di Anania per apprendere i fondamenti della fede cristiana. Qui ricevette il battesimo. In seguito si impegnò molto attivamente nella predicazione del Vangelo. Anche se all’inizio la comunità era un poco timorosa, perché conosceva Paolo come un grande persecutore e temeva che egli volesse soltanto infiltrarsi per conoscere i nomi dei credenti e poi denunciarli alle autorità giudaiche, successivamente dovette ricredersi e, paradossalmente, fargli la guardia affinché nessuno lo uccidesse.

Egli dedicò tutta la sua vita alla predicazione ed intraprese diversi viaggi missionari che gli consentirono di evangelizzare grandi territori e fondare comunità cristiane in diverse città dell’Impero Romano. Quando giungeva in una città, Paolo si rivolgeva prima di tutto agli Israeliti della locale comunità della Diaspora. Alcuni di essi accettavano il Vangelo, ma in genere la maggioranza non ne voleva sapere. Allora si rivolgeva agli altri, ad esempio, a coloro che andavano al mercato per i commerci.

Così facendo cercava di incontrare il maggior numero di persone possibili per annunciare il Vangelo ad ogni creatura. Molti erano tra i pagani coloro che accettavano di credere. Si formarono così le prime comunità, spesso miste e cioé, formate dagli Israeliti che accettavano Gesù come Messia e dai pagani, che credevano nella resurrezione. Ciò che univa le nuove comunità era proprio Cristo risorto. Paolo rimaneva presso le nuove comunità il tempo necessario per individuare alcuni uomini di fede ferma e di morale provata, da lasciare come responsabili. Lasciata la comunità Paolo non interrompeva del tutto i contatti, ma cercava di comunicare con lettere che venivano scambiate tra l’apostolo e i fedeli.

Più volte fu messo in carcere con l’intenzione di eliminarlo, ma altrettante volte il Signore, in vari modi, fu vicino a Paolo e lo salvò.

A Roma, capitale dell’Impero, Paolo finì i suoi giorni, vittima di un’ennesima persecuzione: venne decapitato presso le Aquae Silvae, una località oggi chiamata Tre Fontane. La sua decapitazione è da consi-derarsi un privilegio perché, il suo compagno, l’apostolo Pietro, che non era cittadino romano, fu crocifisso a testa in giù.

Con Paolo scomparve uno dei testimoni più straordinari del Vangelo. Mai però come in questo caso s’è dimostrato veritiero il detto secondo cui, il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani. Roma diventò infatti assai presto la capitale del mondo cristiano, costruita sulle fondamenta della testimonianza di fede e di amore di Paolo e di Pietro.