Santi Cosma e Damiano

Secondo quanto ci racconta la tradizione Cosma e Damiano erano fratelli gemelli, originari della Siria. I due furono chiamati "anargiri", poiché esercitavano gratuitamente la loro professione. Entrambi, profondamente credenti, convertirono nel corso delle cure parecchi dei loro pazienti quasi tutti pagani. Operando caritatevolmente andarono sempre d’amore e d’accordo. Un solo screzio inclinò i loro rapporti.

Un giorno Damiano contravvenne alla regola che si erano imposti di lavorare gratis, avendo accettato un piccolissimo dono da una signora. Ma lo aveva fatto non per avidità, piuttosto per non umiliare la povera donna. Cosma, ignaro di quella motivazione, lasciò detto che, una volta morto, non avrebbe voluto riposare accanto al fratello. Solo un miracolo revocò quella decisione.

Era quello il tempo delle atroci persecuzioni di Diocleziano e così i due fratelli incapparono nelle maglie delle leggi anticristiane emanate dall’imperatore, e finirono condannati a morte.

Riguardo al loro martirio la tradizione è molto fantasiosa. Racconta che, gettati nel fuoco, le fiamme non li sfiorarono neppure anzi, "colpì e uccise molti che erano presenti". Neppure le pietre riuscirono a scalfire i loro corpi: scagliate rimbalzavano come su gomma e colpivano gli incauti lapidatori. Li crocifissero allora, e a turno, quattro cavalieri fecero su di loro il tiro a bersaglio scagliando sui loro corpi acuminate saette, ma queste ritornavano indietro. Si passò infine ad una forma più drastica di pena capitale: il taglio della testa. Maneggiate da due forzuti energumeni, le accette calarono impetuose sui fratelli staccandone netto il capo. Al momento della tumulazione furono preparate due sepolture, ricordando la volontà di Cosma, ma improvvisamente un cammello, con la voce di uomo, comandò che i santi fossero seppelliti in un unico luogo.

Un’altra leggenda racconta un altro straordinario miracolo compiuto dai due santi dopo la loro morte. Pare che un contadino fiaccato dal caldo, si era addormentato a bocca aperta sul prato. Un serpentello gli era entrato nel ventre, provocandogli atroci dolori. Il pover uomo si rivolse ai santi e fu guarito.

Un altro miracolo lo ricevette il sagrestano della chiesa dedicata ai santi Cosma e Damiano, costruita a Roma da Papa Felice. Quest’uomo, molto devoto, aveva una gamba ulcerata da una cancrena che lo faceva impazzire dal dolore. Una notte gli apparvero in sogno i due santi martiri: tenevano nelle mani un astuccio d’unguento e un bisturi da chirurgo. Disse uno dei due: "Dove possiamo prendere una gamba sana al posto di questa tutta corrosa dal male?". "Nel cimitero di San Pietro in Vincoli oggi è stato sepolto un etiope - rispose l’altro -. Prendiamogli una gamba e mettiamola a questo nostro devoto". I santi trapiantarono la gamba al sagrestano che, svegliatosi di soprassalto, si accorse di non avere più dolore e che l’arto era privo di ulcere. Per la gioia, quella stessa notte svegliò i vicini i quali, per accertarsi della cosa, si recarono al cimitero, aprirono la tomba e trovarono l’etiope senza una gamba, ma al suo fianco c’era una gamba cancerosa amputata.

Al di là di ogni interpretazione ci sta il fatto che con i santi Cosma e Damiano nacque la trapiantologia.

E’ straordinaria la fama che godettero in Oriente i due sconosciuti fratelli. In Occidente ebbero meno fortuna e i loro nomi non si sono dissolti nella dimenticanza se non fosse stato per i Medici di Firenze nel 1500. Essi riesumarono la loro memoria dando il via ad una serie fittissima di rievocazioni.

A Monreale era viva la devozione a questi santi. Nella chiesa dell’Immacolata in San Francesco si conservano ancora le statue lignee dei due fratelli protettori dei medici.