San Francesco da Paola è il patrono di
Fondachelli e viene festeggiato il 2 Aprile.
Francesco nacque nel 1416 a Paola un paesino tra monte e mare aggrappato alla scogliera
calabra. A dodici, attratto dalla vocazione religiosa, indossò il saio dei
francescani, ma dopo un viaggio ad Assisi
e a Roma lo lasciò per andarsi a
nascondere in una forra selvaggia nei dintorni di Paola, e per lungo tempo di lui non se ne seppe più nulla.
Lo scoprirono per caso, alcuni anni dopo, dei
cacciatori che s’erano inoltrati nel bosco inseguendo un capriolo. La scoperta
ebbe il sapore del miracolo, e un bel po’ di giovani, desiderosi di silenzio e
di contemplazione, cominciarono a fare la spola dai vicini paesi fino al
romitorio. Qualcuno si fermava, qualche altro ritornava a valle. Con i rimasti
Francesco formò una piccola comunità che divenne un ordine religioso, quello
dei “Minimi”, un gradino più giù dei frati minori fondati da Francesco
d’Assisi, al quale lui stesso per qualche tempo aveva appartenuto.
Ai tre classici voti della vita religiosa (povertà, castità, obbedienza) il santo
eremita aggiunse quello del digiuno e
della più rigorosa astinenza dalle carni durante il periodo quaresimale, dal
mercoledì delle Ceneri al Sabato Santo.
Francesco
tutto ciò lo realizzò a soli 19 anni per questo è considerato il più giovane
fondatore di ordini della storia della Chiesa.
Era
sempre dalla parte dei più poveri, per questo denunciava pubblicamente le
malefatte dei potenti, primo tra tutti il re di Napoli.
Tra il 1453 e il 1464 fondò i due conventi di Corigliano Calabro e Spezzano(CS). Nel 1464, dovendosi recare
in Sicilia, chiese a dei pescatori di farlo traghettare. Questi però si
rifiutarono perché si avvicinava una tempesta. Senza scomporsi il fraticello
stese il suo mantello sulle acque, vi salì e attraversò lo stretto dove operò
altri miracoli. In Sicilia restituì la vita ad un ragazzo che penzolava da un
capestro da tre giorni. A Milazzo
(ME) operò il miracolo della moltiplicazione dei pani. Nel 1470 tornò in
Calabria, ove ricevette un messo del Papa, che conosciuta la sua fama, volle
accertarsi dei suoi miracoli, visto il pullulare in quel tempo di imbroglioni.
Durante la sua visita il messo papale fu testimone del miracolo dei carboni
ardenti che il Santo gli porse a mani nude senza scottarsi. Nel 1481 calunniato
presso la corte del Re di Napoli, accolse con bontà i soldati che erano andati
ad arrestarlo. Chiamato a giudizio davanti allo stesso Re di Napoli spezzò in
due una moneta d'oro facendo uscire dalla stesa sangue umano alle parole "Sire questo denaro è pieno di sangue dei
poveri". Luigi XI, re di Francia, gravemente malato di una malattia
incurabile, sentito parlare del frate lo volle presso di sé, ma fu necessario
un ordine di Papa Sisto IV per indurre il frate a lasciare la sua Calabria.
Francesco obbedì. Strada facendo liberò le città di Bornus e Frejus da una
terribile epidemia. Il re invece, più che essere guarito nel corpo fu guarito
nell’anima: egli non era uno stinco di santo e il frate lo aiutò ad accettare
serenamente e cristianamente il suo destino. Nel 1482 Francesco giunge in
Francia, dove in breve tempo fece diffondere il nuovo Ordine.
Nonostante una vita di digiuni e penitenze visse
fino a 91 anni. Morì il 2 aprile 1507 a Plessis-les-tours, un Venerdì Santo mentre stava seguendo il racconto della passione del Signore: il suo ultimo
respiro coincise con le parole: “E Gesù, chinato il capo, rese lo spirito”.
Fu canonizzato solo dopo 12 anni dalla morte.