San Carlo Borromeo

San Carlo Borromeo è il patrono di San Carlo e viene festeggiato il 4 Novembre.

San Carlo nacque il 1538 nella rocca dei Borromeo, padroni e signori del Lago Maggiore e di tutte le terre rivierasche nei pressi di Arona.

La sua vocazione alla vita clericale non fu certo spontanea. A sette anni entrò nella carriera ecclesiastica e a dodici ricevette la tonsura. Ciò avvenne perché secondo figlio del conte Gilberto, e in quanto tale tagliato fuori dalla eredità paterna che andava tutta al primogenito (come da consuetudine del tempo), mentre lui era secondo genito.

A Pavia, anche se balbuziente, riuscì a conseguire il dottorato in Diritto Canonico e Civile. Nello stesso tempo lo zio materno saliva al soglio pontificio col nome di Pio IV. Era il 1559. Il Nuovo Pontefice, che aveva particolarmente a cuore il nipote, lo nominò a soli 21 ani cardinale, segretario di stato e amministratore dell’Arcidiocesi di Milano, anche se abitava a Roma. Fino ad allora non era certamente un santo anzi, anche se non si era lasciato intrappolare dalla dirompente corruzione romana, di fatto si occupava di procurare matrimoni alle sue sorelle, di giocare a scacchi, di avventurarsi in battute di caccia.

Partecipò con lo zio al Concilio di Trento.

Carlo era molto inesperto e di teologia non sapeva tanto. Sebbene non avesse potuto far niente per il Concilio, il Concilio fece molto per lui: lo trasformò notevolmente invogliandolo ad adeguarsi sempre più allo spirito evangelico e alla logica del buon pastore che dà la vita per le sue pecorelle.

Per tale motivo, quando nel 1562 morì il fratello maggiore, anziché chiedere la secolarizzazione per mettersi a carico delle ricchezze della famiglia, restò nella carriera ecclesiastica, lasciò Roma e scelse il servizio della Chiesa locale di Milano, convinto che una diocesi veramente riformata avrebbe potuto trascinare nella riforma tutta la Chiesa.

Non appena insediato scelse come parola d’ordine "Umiltà". Da questo momento in poi si occupò solo della cura pastorale della sua diocesi, della difesa della Chiesa contro le angherie dei vari signorotti e della carità verso i più bisognosi.

Percorse in lungo e in largo la diocesi di Milano visitando i paesini più lontani, si preoccupò della formazione dei sacerdoti, della catechesi dei fedeli. Fondò seminari, ospedali, ospizi, prelevando largamente dalle sue risorse personali.

Impose la disciplina all’interno della Chiesa e perseguì gli eretici, contrastò l’autorità civile quando questa si intrufolava nelle cose di Chiesa. Per questo motivo fu tacciato di inquisitore, ma era la logica del tempo!

Carlo Borromeo brillò di luce vivissima nel settore della carità in due occasioni particolarissime: nella carestia del 1570 quando distribuì più di tremila minestre al giorno, e durante la peste del 1576, quando arrivò a distribuire alla gente persino i suoi vestiti.

Sottoposto a fatiche non indifferenti e indebolito da una vita fatta di digiuni e penitenze, ad un certo punto cedette. Fece l’ultima visita pastorale a Lucerna febbricitante.

Morì il 3 Novembre del 1584 a soli 46 anni, lasciando ai milanesi un ricordo di santità che è secondo soltanto a quello di Sant’Ambrogio.

Fu elevato agli onori degli altari il 1 Novembre del 1610.