Trasfigurazione come anticipazione di Vita Eterna
L’evangelista Matteo, in questa seconda domenica di Quaresima, ci descrive la Trasfigurazione di Gesù, avvenuta sotto gli occhi dei suoi apostoli su di un alto monte, per anticipare l’esperienza luminosa della Resurrezione e donare permanentemente lo Spirito Santo.
Questo episodio appartiene al genere delle teofanie, manifestazioni di Dio, e ha luogo quando Gesù decide di preparare i suoi discepoli ai gravi avvenimenti che li avrebbero attesi; la luce della trasfigurazione li aiuterà nella notte della Passione e della Morte, con la speranza della Resurrezione.
In quanto teofania importanti sono i vari elementi e il loro significato:
In primo luogo la montagna. Essa è il luogo della preghiera, il luogo in cui Dio si rivela. Sul monte Sinai Dio si manifestò a Mosé donandogli la "Legge"; sul monte delle Beatitudini Gesù annuncerà la "Nuova Legge".
Mosé ed Elia. Mosé rappresenta la Legge, l’inizio, Elia i profeti, la fine. Secondo poi la tradizione giudaica, per attestare la veridicità di un avvenimento, erano sempre necessari due testimoni. La loro presenza attesta che Gesù è il vero Messia atteso.
Le tre tende. La tenda è il segno della visita di Dio.
La nube luminosa. L’ombra di questa nube ricopre (episkiàzo = adombra, avvolge) sia Gesù che gli apostoli. Nel linguaggio biblico "l’ombra" fa riferimento alla presenza dello Spirito Santo che si fissa su qualcuno o su qualcosa. La Nube aveva coperto e protetto gli Ebrei dell’Esodo ( cf Es 13, 21-22), mostrandosi come fuoco durante la notte; la Nube aveva coperto il monte Sinai e Mosé, divenendo fuoco e fumo da cui parla il Signore; la Nube aveva preso possesso del Tabernacolo dell’Alleanza e del cuolto nuovo (cf Es 40); la Nube aveva preso possesso anche del Tempio di Gerusalemme (1 Re 8, 10-11). Nel Nuovo testamento l’azione di adombrare (episkiàzo), è tipica dello Spirito Santo quando ricopre Maria per la concezione verginale di Gesù.
Nell’Antico testamento, dunque, la Nube-Fuoco è la Gloria di Dio, cioé la sua vita divina manifestata per essere donata e comunicata all’uomo. Nel Nuovo Testamento la Gloria di Dio riempie Gesù risuscitandolo dai morti. Questa Gloria è lo Spirito Santo.
Le vesti candide come la luce. La luce rivela la sua divinità (perché Dio è Luce, e il Verbo eterno, nato dal Padre prima di tutti i secoli, è Dio da Dio, Luce da Luce…). La luce della sua divinità, in qualche modo traspare dalla sua umanità (vesti candide) e la trasfigura.
Anche noi, dopo aver ricevuto il sacramento del Battesimo, siamo chiamati a trasfigurare l’
uomo che è in noi per renderlo sempre più ad immagine e somiglianza di Dio. E questo è possibile attraverso il cammino di fede e i sacramenti.Spesso ci capita di perdere la speranza, di non vedere Gesù, di dimenticarci della sua presenza perché il suo volto è velato! Gesù questa domenica sembra incoraggiarci a non disperare, mostrandoci un anticipo della felicità futura.
E allora come gli apostoli di Gesù, lasciamoci condurre in disparte sul monte: nel silenzio, nel raccoglimento, lontano da tante distrazioni per dedicarci alla preghiera, alla meditazione, all’incontro con Cristo Eucarestia. Lasciamoci plasmare dalla Parola perché il suo pensiero diventi il nostro pensiero, il suo vivere il nostro vivere, la sua trasfigurazione la nostra eredità (saremo con Gesù e vedremo Dio). Ma la trasfigurazione passa anche attraverso le sofferenze della vita così, per poter partecipare alla Gloria di Cristo, dobbiamo partecipare alla sua Passione: la via della Luce passa per la via della Croce.