San Massimiliano Kolbe

San Massimiliano Kolbe è patrono del Belvedere di Carini e viene festeggiato il 14 di Agosto.

Massimiliano Kolbe nacque a Sudunzska-Wola, una cittadina del centro industriale di Lodz, l’8 gennaio 1894. I suoi genitori erano operai tessili.

Da ragazzo fece esperienza di povertà e duro lavoro. Quella esperienza non fu estranea ad alcune scelte che lo portarono ad abbracciare la regola di san Francesco tra i minori conventuali di Leopoli (1907) e poi a dar vita ad una istituzione che aveva proprio, in povertà e lavoro, caratteristiche tipicamente francescane e cioé le "Città dell’Immacolata": "Niepokalanòw", in Polonia, e "Mugenzai No Sono", in Giappone.

Nell’ideale francescano Kolbe innestò poi la propria fiducia nella possibilità offerta dai mezzi che la tecnica in quel tempo stava mettendo in grande misura a disposizione. Qualcuno gli faceva osservare che su questi mezzi il diavolo aveva allungato le sue zampacce. Egli a costoro rispondeva che era questa una ragione in più per svegliarsi e mettersi all’opera per riconquistare le posizioni perdute.

In Polonia, dove ritornò nel 1919, dopo aver conseguito a Roma la laurea in Teologia, portò a termine i propri progetti. A pochi chilometri da Varsavia diede vita, nel 1927 a "Niepokalanow" (città dell’Immacolata), i cui cittadini, tutti frati, si dedicavano all’apostolato per mezzo della stampa, vivendo in rigorosa povertà. Furono autori di un consistente boom editoriale che ancora oggi sorprende. Il "Cavaliere dell’Immacolata", la prima di una catena di riviste, fondato nel 1922 dopo un periodo iniziale di stasi, decollò, raggiunse le 50 mila copie, per affermarsi poi come settimanale di 750 mila copie (con una punta di un milione nel 1938).

L’Immacolata, cui padre Kolbe ha intitolato gran parte delle sue riviste, era il suo chiodo fisso.

In tempi non troppo felici per la chiesa e per il mondo, Kolbe vedeva nella Madonna l’ideale capace di scuotere le coscienze e di ridare fiato al cristianesimo. Per tale motivo, ancor prima di essere ordinato sacerdote, aveva istituito a Roma, il 16 ottobre 1917, la Milizia dell’Immacolata, uno strumento per far conoscere e vivere la devozione alla Madre di Cristo, ancor oggi vivo e prosperoso.

Nel 193 Kolbe partì missionario per il Giappone a fondarvi un’altra città dell’Immacolata, animata dallo stesso spirito e dagli stessi ideali. Dopo altri viaggi missionari in oriente tornò definitivamente in Polonia, dove si dedicò interamente alla sua opera. La seconda guerra mondiale lo sorprese a capo del più importante complesso editoriale della Polonia.

Il 19 settembre 1939 fu arrestato dalla Gestapo, che lo deportò prima a Lamsdorf (Germania), poi nel campo di concentramento di Amlitz. L’8 dicembre del 1939 fu rilasciato e tornò a Niepokalanow, dove si rimise a lavorare. Nel 1941 fu nuovamente arrestato e deportato prima a Pawiak e poi definitivamente ad Auschwitz, dove con uno straordinario atto d’amore chiuse una vita tutta spesa al servizio degli altri.

Massimiliano offerse la sua vita per salvare la vita di un padre di famiglia, Francesco Gaiowniczek, condannato a morire di fame come rappresaglia per la fuga di un detenuto. Kolbe morì nel giorno dell’Assunta, (con una iniezione di acido fenico) di una festa della Madre di Dio, che lui aveva sempre amato chiamandola col nome di "dolce mamma".

Giovanni Paolo II lo elevò agli onori degli altari nel 1982, proclamandolo patrono del nostro difficile secolo.