Don
Carlo De Ambrogio
(fondatore
del GAM)
Don Carlo De Ambrogio nacque ad Arsiero (Vi), il 25
marzo 1921 da papà Pietro di Varallo Pombia (Novara) e da Lucia Augusta Carollo
di Arsiero. Carletto, così veniva chiamato da piccolo, è il primo di quattro
figli della famiglia De Ambrogio. Difficoltà finanziarie obbligarono la
famiglia ad emigrare in Francia ad Asnières - sur Seine (vicino Parigi), dove
papà Pietro trovò un impiego come falegname e anche mamma Lucia cercava di
portare a casa qualche spicciolo. Abitavano in una baracca, in povertà e
umiliazioni. Per motivi di salute di Carletto la mamma, e i due bambini
ritornarono ad Arsiero, il papà invece rimase in Francia per sostenere la
famiglia.
Nell'ottobre del 1930 con l'aiuto di Don Gusato,
sacerdote salesiano del paese, entrò nell'aspirandato salesiano di Trento, dove
rimase un anno in più dei suoi compagni perché troppo giovane per accedere al
noviziato. Anche questo fu provvidenziale, come sottolineò egli stesso, perchè
potè approfondire meglio lo studio del greco alla scuola di Don Ponzio, un
validissimo insegnante, allievo del Carducci. Queste solide basi gli serviraono
in seguito per accostare e tradurre direttamente dal greco i testi originali
della Parola di Dio, soprattutto i quattro vangeli, le lettere di S.Paolo e di
S.Giovanni, l'Apocalisse.Nel 1936-37 faceva il suo noviziato ad Este (Pd) e
successivamente dal 1937 al 1940 i tre anni di liceo nello studentato filosofico
salesiano di Fogliazzo.
Gli anni di studi teologici furono interrotti dalla
guerra, in ogni caso, dopo alterne vicende,
si conclusero con l'ordinazione sacerdotale il 29 giugno del 1947.
Negli anni successivi fu inviato nel collegio Don
Bosco di Pordenone ad insegnare lettere nel ginnasio superiore e sempre in
questi anni conseguirà la laurea in lettere nell'università di Padova con una
tesi su Origene. Tra i vari incarichi che gli vengono affidati ricordiamo la
direzione del giornalino del collegio.
Nel 1956 Don Luigi Ricceri, allora Superiore
Responsabile della stampa e dei Cooperatori salesiani (poi Rettor Maggiore),
scoperte le sue brillanti doti giornalistiche lo inviteò subito alla Casa Madre
di Torino, come responsabile dell'Agenzia Notizie Salesiane. Quando questa
agenzia fu trasferita a Roma, Don Ricceri affidò a Don Carlo la direzione di
"Meridiano 12", una rivista per i giovani a livello internazionale.
Fu nominato anche collaboratore del "Bollettino Salesiano", organo ufficiale
della Congregazione.
Negli anni 1959-61 si impegnò nella predicazione ai
volontari della sofferenza, nell'Opera di Mons. Novarese e nel 1969 è invitato
dai superiori a visitare le Case dei Confratelli Salesiani in India, Giappone,
Cina, dove raccolse parecchio materiale per i suoi servizi giornalistici.
A Torino la sua evangelizzazione aveva riempito
tutta la sua giornata, al punto che lavorava anche la notte, lasciando
pochissimo spazio al riposo. Oltre alle figlie di Maria Ausiliatrice, alle
quali dedicò con particolare amore e dedizione molto tempo della sua
predicazione, parecchi altri istituti religiosi lo invitavano per ritiri, corsi
di esercizi spirituali, conferenze, confessioni alle suore e alle giovani,
senza contare i colloqui personali.
Nel 1975 fu l'anno decisivo; la notte del 23/24
maggio nacque il Movimento Gam durante una veglia di preghiera nella Basilica
di Maria Ausiliatrice a Torino.
A coloro che chiedevano da dove venisse la sigla
g.a.m. lui spiegava che (Gioventù' Ardente Mariana) veniva dalla Mamma Celeste
stessa. L'aggettivo Ardente e l'altro aggettivo Mariana qualificavano la
gioventù: in cui ardeva il fuoco dello Spirito Santo e della Parola di Gesù;
questa Gioventù era tutta mariana, cioè della Mamma Celeste, e perciò si
consacrava al Cuore Immacolato di Maria.
Don Carlo ebbe a spiegare che proprio la Mamma
Celeste lo aveva preparato e condotto per dare inizio al Gam.
I giovani Gam hanno tre "amori bianchi":
1) L'Eucarestia;
2) La Mamma Celeste;
3) Il Papa e la Chiesa.
Il movimento del Gam, così come voluto da don Carlo,
si propone di:
- dare ai giovani il pieno significato degli
avvenimenti che sono chiamati a vivere
- lanciarli nel più splendente ideale che li possa
affascinare: il REGNO DI DIO.
- portare i giovani alla consacrazione al Cuore Immacolato
di Maria e ai tre grandi amori: L'Eucarestia, la Madonna, la Chiesa e il Papa.
Con il Rosario in mano, arma di salvezza, i giovani
si preparano a combattere il nemico Satana: si preparano alle "dure
battaglie che li attendono". "E' un cammino che devono fare".
(...) «E' tutta opera della Madonna: i giovani li sceglie e li chiama Lei».
Don Carlo si donò totalmente alla Parola di Dio e
alla Madonna tenendo grandi e piccoli incontri di preghiera in tutta Italia,
missioni, giornate di formazione, ecc..., circa quattro anni di intenso operare
affiancato sempre da Don Bruno
Brusolini, fino al mattino del 7 novembre 1979 quando tornò improvvisamente
alla Casa del Padre.