San Silvestro

Di San Silvestro sappiamo che fu il trentaquattresimo Papa, successe a papa Milziade e la sua elezione alla cattedra di Pietro avvenne nel 314. Egli morì il 31 dicembre del 335 e fu sepolto nel cimitero di Priscilla sulla via Salaria. La Chiesa ne fa memoria facoltativa come da inscrizione riportata nel calendario più antico del 354 Deposito episcoporum.

Non si conosce molto della sua vita, probabilmente divenne cristiano durante l’ultima persecuzione di Diocleziano, non si spiegherebbe altrimenti la sua elezione al papato visto che in genere i vescovi erano scelti tra i confessori della fede. Secondo la sua Vita leggendaria pare che prima di essere fatto prete avrebbe sofferto la persecuzione, fino ad essere imprigionato per avere dato sepoltura ad un martire (Timoteo); da prete invece avrebbe organizzato il servizio per i poveri. Da papa avrebbe emanato diversi regolamenti: prescrisse ai preti e ai diaconi il colobium (tunica senza maniche), rese festive le domeniche e i giovedì, fissò come giorni di digiuno il mercoledì, il venerdì e il sabato. Perseguitato dall’Imperatore Costantino, si sarebbe rifugiato sul monte Soratte; e Costantino, mentre era colpito dalla lebbra e aveva progettato, su consiglio dei sacerdoti pagani, di fare un bagno nel sangue di bambini sgozzati, , avrebbe ricevuto un avviso in sogno, in cui gli apostoli Pietro e Paolo lo invitavano a rivolgersi a Silvestro poiché gli mostrasse la fontana della salvezza. Così l’Imperatore avrebbe chiesto il battesimo e dopo una settimana sarebbe stato battezzato nel battistero del Laterano dove anche fu guarito dalla lebbra. Da questo momento sarebbero nate le leggi costantiniane favorevoli alla Chiesa e ai cristiani. Due secoli più tardi alla Vita leggendaria di Silvestro si aggiunge un ultimo falso: "la donazione di Costantino" in cui, dopo aver ricordato la concessione di altri privilegi a Silvestro (la supremazia sui quattro patriarchi di Antiochia, Alessandria, Costantinopoli e Gerusalemme), si concede al papa di Roma l’Italia e le regioni occidentali, perché la dignità pontificale non fosse diminuita; si decide anche il trasferimento della sede imperiale a Bisanzio, perché non era giusto che un imperatore terreno esercitasse il suo dominio là dove l’Imperatore del cielo aveva stabilito il capo della religione cristiana. Questa falsa donazione fu smascherata nel XV secolo da Baronio.

E’ certo invece che papa Silvestro non prese parte al Sinodo di Arles del 314 e al Concilio di Nicea nel 325; entrambi furono indetti da Costantino che non rinunciò mai al titolo di "pontefice massimo". Il Sinodo fu riunito per rivedere la decisione presa da papa Milziade nel concilio del Laterano del 313 contro i donatisti. Il Concilio di Nicea proclamò contro l'eresia ariana la fede nella divinità di Cristo, Verbo consustanziale al Padre. Sia al primo che al secondo mandò dei delegati e ciò, non per non assumersi le sue responsabilità, forse piuttosto per prudenza, visto che secondo antica consuetudine i concili dovevano essere presieduti dai vescovi locali.

I rapporti tra il Papa e l’Imperatore furono armoniosi anzi, la collaborazione tra i due diede avvio alla costruzione di Chiese e Basiliche sulla memoria dei martiri e in luoghi cari alla famiglia imperiale; Silvestro sicuramente sapeva localizzare facilmente le sepolture dei martiri.

La memoria di questo santo coincide con la chiusura dell’anno civile. La colletta della liturgia chiede a "Dio che nel cammino della vita il popolo, che confida nell’intercessione di San Silvestro, goda sempre della sua guida e giunga felicemente alla città dei santi". Questa preghiera fa allusione al governo di questo papa sotto cui la Chiesa ha acquistato, dopo secoli di persecuzione cruenta, la libertà religiosa e uno statuto giuridico. Alla fine di un anno civile, misteriosa ma reale e provvidenziale appare la connessione tra la storia civile e la storia della Chiesa, nell’unità di un unico disegno di salvezza al quale siamo incamminati per giungere alla città dei santi, intessuto e realizzato dallo Spirito Santo che si serve di tutto e di tutti.