San Pietro: Capo della Chiesa

Pietro è quell’apostolo a cui Gesù ha affidato la sua Chiesa investendolo del ruolo di capo. Non sappiamo per quale motivo sia stato scelto proprio lui infatti, non era il più anziano, né il più intelligente, né il più benestante e neppure tanto fedele.

Dai vangeli sappiamo che si chiamava Simone bar Jona, cioé figlio di Giona ed era di Betsaida, sulle rive del lago di Tiberiade. Gesù gli ha cambiato il nome e, da Simone, fu chiamato Kefa (roccia), tradotto poi in latino "petra", da cui Pietro. Egli aveva un fratello più anziano Andrea che, e insieme a lui e al padre Giona, praticava il mestiere di pescatore. Come lascia intendere l’evangelista Giovanni tutti e tre erano stati discepoli di Giovanni il Battista. Un giorno Andrea comunicò a Simone un’ importante notizia: Avevano trovato il Messia ed era quel tizio che il Battista aveva indicato nelle acque del Giordano, battezzandolo. Preso da tanta curiosità Pietro si recò da Gesù che, appena lo vide disse: "Tu sei Simone figlio di Giona, ti chiamerai Kefa che significa Pietra" (Gv 1,42). Il ruolo di Pietro rispetto agli altri apostoli fu subito chiarito. Gesù affermò che Simone era "quella pietra" su cui avrebbe costruito la sua Chiesa; sempre a lui diede le chiavi del Regno e tutto ciò che "avrebbe sciolto sulla terra, sarebbe stato sciolto anche nei cieli".

Pietro partecipò ad episodi di particolare rilevanza nella vita di Gesù (trasfigurazione ed agonia) e ricevette dal Cristo prima di ascendere al cielo, il compito di sostenere e "confermare" gli altri apostoli quando lui non ci sarebbe più stato.

A tanta stima da parte di Cristo Pietro rispose con il tradimento, per tre volte dichiarò di non conoscerlo. Si pentì amaramente del suo comportamento e dopo la morte di Gesù mantenne fede al ruolo di capo. Dopo la Pentecoste fu il primo a testimoniare tutti i prodigi che avevano accompagnato la vita e la morte del Messia. Fu lui che propose la nomina di Mattia in sostituzione di Giuda che si era ucciso. Egli insomma fu protagonista di molte vicende accadute in Palestina Prima del Concilio di Gerusalemme. Subito dopo il Concilio iniziò i viaggi missionari che lo condussero in Siria, e forse anche in Asia Minore e in Grecia. Nella capitale dell’Impero Romano (appunto Roma) giunse intorno all’anno 60 divenendo il primo Vescovo e confermando la sua missione di capo visibile della Chiesa universale con il suo martirio.

Durante la persecuzione scatenata dall’Imperatore Nerone Pietro venne processato e condannato a morire come Gesù. Ricordando il suo tradimento ritenne indegno morire come il Maestro, (come racconta Origene) chiese di essere crocifisso a testa in giù come l’uso romano di crocifiggere gli schiavi. I recenti scavi confermano che il suo martirio avvenne verso il 67 sul colle Vaticano dove è stata costruita la basilica costantiniana nello stesso periodo in cui San Paolo veniva decapitato in località Tre Fontane (in quanto cittadino romano non poteva essere crocifisso).

Pietro rimase fedele al compito affidatogli da Gesù: essere capo e servitore della sua Chiesa. E come il suo servizio è nato ed è dipeso dalla capacità di amare fino all’estremo dono di sé (proprio come ha fatto Gesù), allo stesso modo chi di noi vuol seguire Cristo deve amare fino in fondo, fino al dono di sé.