Hèlder
Câmara
Nacque il 7 febbraio del 1909 in Fortaleza, Cearà,
Stato del Nordest del Brasile. Don Hèlder fu l'undicesimo figlio di una
famiglia semplice e numerosa.
Il padre, Joào Câmara Filho, era contabile in una
ditta commerciale e la madre, Adelaide Pessoa Câmara, maestra di Scuola
elementare. Fu il padre a Scegliere il nome Hèlder, che era il nome di un
piccolo porto olandese.
A quattro anni, già dimostrava una speciale
riverenza per i sacerdoti che celebravano la messa, e già manifestava il
desiderio di essere "Sarcedote Lazzarista" nel futuro.
Dal padre, che non era un frequentatore assiduo
della chiesa, Don Hèlder Câmara, ricorda ancora quest' ammonimento: «Figlio
mio, sai cosa vuol dire essere un Sacerdote?... Sacerdozio ed egoismo non
possono vivere assieme. Il Sacerdote deve darsi, consumarsi e lasciarsi
divorare».
Entrò nel Seminario Diocesano di Fortaleza
(Prainha), nel, 1923, lì frequentò un corso di seminarista e dopo di filosofia
e teologia.
Fu ordinato sacerdote a soli 22 anni di età,
esattamente il 15 agosto del 1931 con autorizzazione speciale della Santa Sede,
per non aver raggiunto ancora l'età regolamentare. Celebrò la sua prima messa
il giorno seguente invitando due tenenti ad aiutarlo durante il Rito.
Celebrata la messa, nella quale aveva usato dei
termini eruditi e poco noti, ricevette da Padre, Brenno, uno dei suoi
professori, un'ultima lezione: «non essere stupido e pomposo, tu parlerai a
gente umile, perciò parla come loro, parla naturalmente». Una lezione che non
dimenticò durante tutta la sua vita sacerdotale sempre dedicata ai più semplici
e sfortunati.
Sin dall'inizio dell sua vita Ecclesiastica Don
Hèlder Câmara s'impegnò ad organizzare vari "Movimenti" il primo fu
il "Movimento della Gioventù Operaia Catolica" ed assunse
contemporaneamente le funzioni di Assistente Ecclesiastico dei Professori
Cattolici, in più l'attività di professore di religione nel liceo del Cearà
dimostrando straordinaria capacità didattica.
Assieme a due amici, fondò nel 1931 la "Legione
Cearense del Lavoro"e nel 1933 appoggiando lavandaie, stiratrici ed
empiegate domestiche instituì la "Sindicalizzazione Operaia Femminile
Cattolica".
Distaccandosi come educatore, ricevette, nel 1935,
l'invito dal Governatore del Cearà, Sr. Menezes Pimentel, ad occupare la
funzione di Direttore dell'Istruzione Pùblica dello Stato, che corrisponde
attualmente, alle funzioni di segretario di Educazione. In questa funzione, Don
Hèlder contribuì, in modo decisivo, alla riforma del metodo didattico e
dell'educazionne publica del Cearà.
L'anno successivo, Don Hèlder si recò a Rio de
Janeiro a bordo della nave Afonso Pena, abbandonò le sue idee di
integralizzazione per dedicarsi allo studio, alle sue attività professionali,
al suo apostolato e nella rinnovazione degli insegnamenti religiosi del sistema
di educazione statale ed occupò il posto di Direttore Tecnico degli
Insegnamenti Religiosi.
Il suo primo contatto con Monsignor Montini papa
Paolo VI, avvenne nel 1950 in Roma, quando furono piantati i primi semi per la
fondazione della CNBB - Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile.
Eletto vescovo il 20 aprile del 1952 scelse come
slogan del suo ministero vescovile la frase suggeritagli dall' amico Don Josè
Tavora "IN MANUS TUAS" e con questa frase tracciò il sentiero sempre
diretto a Dio.
Nel 1955 divenne il primo Vice-Presidente del
Consiglio Episcopale Latino Americano (CELAM) e per dieci anni si interessò
della problematica religiosa e sociale del continente fino al 1964 quando fu eletto
Arcivescovo di Recife, la capitale del Nord-Est brasiliano, la regione più
povera di tutto il paese.
La sua passione per i poveri trovò nelle condizioni
miserabili di migliaia di agricoltori e operai lo stimolo immediato per
un'azione illuminata e profonda. Il suo tratto profetico gli diede conoscenze e
relazioni importanti sia negli ambienti ecclesiastici sia in quelli
politico-finanziari; mise tutto il potere che gliene derivò al servizio della
sua missione: annunciare il Vangelo e la sua giustizia.
La sua testimonianza fu caratterizzata dalla
spiritualità del Cristo povero e dall'opzione preferenziale per i poveri. In un
suo messaggio scrisse: «Continuando le attività che la nostra arcidiocesi
compie, avremo cura dei poveri, rivolgendoci specialmente alla povertà
vergognosa, per evitare che la povertà degeneri in miseria. E' evidente che in
modo speciale, sono presenti nel mio pensiero i mocambos (i quartieri poveri di
Recife) e i bambini abbandonati. Però non vengo per ingannare nessuno, quasi che
bastino un poco di generosità e di assistenza sociale. Non c'è dubbio:ci sono
miserie spettacolari davanti alle quali non abbiamo diritto di rimanere
indifferenti. Molte volte l'unica cosa da fare è prestare un aiuto immediato.
Però non pensiamo che il problema si limiti ad alcune piccole riforme».
Morì nel 1999.