San Tommaso Apostolo

Gesù appare a Tommaso, dal codex Arcus Epternacensic del sec.XI, Germanisches Nationalmuseum, NurnebergChi era Tommaso?

Sicuramente uno dei dodici apostoli. Per apprendere qualche notizia della sua vita dobbiamo risalire ai Vangeli Canonici e a quelli apocrifi. Gli evangelisti Luca, Marco e Matteo lo chiamano Tommaso, mentre Giovanni (Gv 11,6; 20,24) lo chiama Didimo (che significa "gemello"). Di carattere irruento e pessimista, tenta di persuadere Gesù a non intraprendere il viaggio che lo avrebbe portato in Betania, là dove era stato sepolto Lazzaro, fratello di Marta e Maria. Egli considerava troppo pericoloso questo viaggio poiché i Giudei lo attendevano per lapidarlo. Gesù rimase però fermo nella sua decisione così Tommaso indispettito, ma con tanto coraggio e tanta generosità disse: "E va bene, e allora andiamo tutti a morire con lui" (Gv 11,26).

Spesso Gesù si esprimeva in modo enigmatico: "Dove vado io voi lo sapete e sapete anche la via". Tommaso, che non aveva dimistichezza con le allusioni e preferiva chiarezza assoluta in quell’occasione fece osservare: "Signore, se non sappiamo dove tu vada, come possiamo conoscere la via?" Gesù, facendo chiarezza a Tommaso fa chiarezza a tutti quanti noi e dichiara di essere lui stesso la "via", la "verità" e la "vita". Questo episodio ci mostra un apostolo molto razionale, poco propenso a cogliere i messaggi sottesi e le allusioni. A causa della sua razionalità e del suo scetticismo trova difficile accettare la resurrezione di Gesù, raccontata dagli altri apostoli, i suoi compagni, i "dodici". Per credere di persona gli è necessario "vedere" e "toccare" con le sue mani i lividi dove prima c’erano i chiodi, e ciò mostra molto bene la testardaggine e l’atteggiamento individualista dell’apostolo dinanzi alla fede.

Gesù lo prende in parola, compare ai suoi, si avvicina a lui e lo invita a toccare e a non essere incredulo, ma fedele. Tommaso molto commosso risponde con una confessione di fede tra le più belle: "Mio Signore (Yahweh) e mio Dio (Elohim)". Prima di lui nessuno aveva osato chiamare Dio Gesù!

Subito dopo le parole di Tommaso Gesù proclama la famosa beatitudine: "Beati quelli che pur non avendo visto crederanno". Se fino a quel momento era stato necessario "vedere" per "credere" e per "testimoniare", da ora in poi tutto si ribalta. Si crede non perché si vede ma perché si "ascolta" (Rm 10,17), anzi, è proprio l’ascolto dell’annuncio che apre alla fede cristiana ("Beati quelli che pur non avendo visto crederanno"; cf 1 Pt 1,8: "Voi lo amate, pur senza averlo visto; ed ora senza vederlo credete in lui"). Chiediamo al Signore di poterlo riconoscere anche noi, non come Tommaso, ma così come Lui ci ha dato di conoscerlo, attraverso cioé la grazia dello Spirito sempre presente nell’assemblea e nella presenza reale dell’Eucarestia.