Ireos Della
Savia e
il
Piccolo Gruppo di Cristo
Ireos Della Savia è nato nel 1926 a
Spilimbergo. Trasferitosi da ragazzo a Milano, vi ha lavorato come modellista
di tomaie e poi come impiegato all’Ortomercato. Riscoperta la fede nel 1950 in
occasione di una grave malattia, ha iniziato un cammino spirituale incentrato
sulla salvezza e la santificazione nella vita ordinaria. Ha fondato nel 1957 il
Piccolo Gruppo di Cristo e, quarant’anni dopo, il Cenacolo Evangelico ad esso
collegato.
Il Piccolo Gruppo di Cristo ebbe origine a Milano:
Ireos Della Savia insieme ad alcuni giovani, accomunati dal desiderio di
aiutarsi a salvarsi in un mondo che si stava scristianizzando, cominciarono a
riunirsi settimanalmente per meditare la Parola di Dio e per scambiarsi le
proprie esperienze di vita cristiana. Lavorando, pregando, facendo apostolato,
e soprattutto volendo attuare in famiglia la propria perfezione sotto la guida
di un responsabile, decisero di impegnarsi a praticare le virtù evangeliche,
cercando di realizzare così l’ideale di Comunità dei primi cri-stiani. Fra di
loro, alcuni accolsero la chiamata al matrimonio, altri invece quella al
celibato.
Pur nella diversità caratteristica delle due
vocazioni celibataria e sponsale, i membri della Comunità continuarono a
seguire lo stesso cammino e la stessa offerta di se stessi a Dio. Gradualmente
il Gruppo si allargò, accogliendo così al suo interno uomini e donne, sposati e
celibi, giovani e anziani, persone diverse non solo per estrazione sociale,
professione, cultura, provenienza geografica, impegno sociale ed ecclesiale, ma
anche per modalità di appartenenza e partecipazione (in Comunità o in
Fraternità spirituale), alla vita del Gruppo.
Dopo un periodo di progressiva elaborazione delle
costituzioni, da ultimo sotto la supervisione di monsignor Attilio Nicora,
allora vescovo ausiliare di Milano, nel 1984 l’arcivescovo di Milano, il
cardinal Carlo Maria Martini, ha concesso al Gruppo il riconoscimento come associazione
privata di fedeli, approvandone gli statuti, lodandolo in particolare per la
sua originalità e segnalandolo come strada significativa di pienezza di impegno
cristiano.
Il Piccolo Gruppo di Cristo è dunque una comunità di
cristiani comuni, che, consapevoli di essere stati creati, rigenerati e
santificati da Dio, cercano di santificare se stessi mediante una più piena
donazione a Dio, che rinnovi e valorizzi la consacrazione ricevuta nel
battesimo.
Il Gruppo si propone in particolare di abbracciare i
valori delle beatitudini evangeliche vivendo in famiglia, sparsi nel mondo come
sale e lievito e come un piccolo resto, e cercando di costruire la Città sul
Monte (di cui parla il Vangelo) lavorando, pregando e facendo opere di bene
senza pretendere nessuna ricompensa.
Per abbracciare i valori delle beatitudini
evangeliche e per imitare la vita di Gesù bisogna vivere con animo sereno la
purezza del cuore e del corpo, la povertà spirituale e materiale, l’ubbidienza
indicata dall’amore di Cristo, così da poter meglio amare Dio con tutto il
cuore, e tutte le persone, preferendo le più bisognose, rispettando nel loro
essere tutte le realtà create.
Nel Gruppo ogni componente aspira a vivere una vita
intessuta di preghiera, per meglio inserirsi nell’intimità filiale dei piccoli
di Dio. La preghiera personale, centrata sull’eucaristia e alimentata dalla
confessione comprende la meditazione, l’orazione, l’adorazione eucaristica e
l’esame di coscienza; i venerdì, soprattutto quelli di Quaresima, devono avere
un carattere penitenziale; si richiedono inoltre giornate periodiche di ritiro
e un tempo annuale di esercizi spirituali.
Caratteristica del Gruppo è la compresenza di celibi
e sposi nella stessa comunità e con la stessa vocazione di donazione
a Dio. Mentre infatti le virtù evangeliche sono ramificazioni dell’unica
grazia, data da Dio per la santificazione personale e uguale per tutti i
cristiani, invece il matrimonio e il celibato sono carismi complementari
diversi distribuiti da Dio per l’edificazione della Chiesa: infatti «ciascuno
ha il suo dono da Dio».
Gli sposi devono perciò alimentare in sé un cuore
verginale (guardando ai celibi), mentre i celibi devono alimentare in sé un
cuore sponsale e paterno o materno (guardando agli sposi): in maniere diverse celibi
e sposi devono così cercar di fondare la propria famiglia sulla roccia delle
virtù evangeliche per avere un cuore vergine da offrire totalmente a Dio.
I membri del Gruppo ricercano in particolare
la virtù dell’umiltà, per essere graditi a Dio e per favorire la comunione fra
gli uomini, promovendo il dialogo e la comunione nel mondo e nella Chiesa.