San Giovanni Bosco

Il 31 gennaio i bambini della nostra parrocchia faranno festa ricordando San Giovanni Bosco. Come è nata questa consuetudine l’abbiamo precedentemente spiegato; cerchiamo invece sviscerare la vita del Santo per capire le sue scelte e quindi la nostra scelta nei suoi confronti.

Don Bosco visse agli inizi della rivoluzione industriale e spese la sua vita per formare giovani lavoratori cristiani.

All’età di nove anni sognò un gruppo di ragazzini che giocavano e bestemmiavano. Con l’intento di fermarli si gettò nella mischia dando calci e pugni, ma un uomo dal volto luminoso gli disse che il modo di conquistare quei ragazzi non era facendo a pugni e a calci, ma usando loro mansuetudine e carità. Accanto all’uomo ci stava una donna molto materna che, con un gesto fece mutare i ragazzi in un gregge di capretti, cani, lupi e gatti. E con un altro gesto ancora tutti gli animali si trasformarono in mansueti agnelli. Poi la donna disse al piccolo Giovanni che quello sarebbe stato il suo campo di lavoro.

Con grandi sacrifici suoi e della mamma Margherita divenne prete e si stabilì a Torino per dedicarsi ai ragazzi poveri e abbandonati. Si rese subito conto in che stato di desolazione vivevano i giovani, a causa della disoccupazione. Scoprì anche un luogo dove si "vendevano" i ragazzi buoni per le fabbriche a prezzi bassissimi.

L’8 dicembre del 1841 avvicinò il primo ragazzo immigrato, tre giorni dopo attorno a lui erano in nove, poi venticinque e, l’estate successiva, ben ottanta. A loro dava pane, catechismo e amicizia. Diede così vita all’Oratorio.

Rendendosi conto che molti ragazzi la sera andavano a dormire sotto i ponti o nei dormitoi pubblici, comprò una casa, chiamò dalla campagna la madre e cominciò a dare ospitalità ai più miseri.

Si affidò sempre alla provvidenza divina poiché non era facile procurare soldi a sufficienza per pane, minestra, abiti, libri ed edifici.

Lui sosteneva che i giovani "a rischio" erano quelli che non possedevano un mestiere per guadagnarsi onestamente il pane, per questo affermava: "Bisogna educare i ragazzi a divenire onesti cittadini e buoni cristiani".

Il suo metodo educativo era quello "preventivo" secondo cui più che punire bisogna prevenire l’errore, creando così per i ragazzi un ambiente da cui rimuovere tutto ciò che impedisce la loro crescita armonica. Don Bosco sapeva benissimo che tale metodo era sostenuto da pedagogisti come Stroebel, Pestalozzi, Herbert…. Di fatto però continuava ad essere usato il metodo repressivo, lasciando nelle università le innovazioni scomode. Secondo lui il metodo preventivo si appoggiava sulle parole di San Paolo: "la carità è benigna e paziente; soffre tutto, ma spera tutto e sostiene qualunque disturbo".

Alcuni di quei primi ragazzi raccolti per strada chiesero di diventare come lui. Si riunirono insieme e si diedero il nome di "Salesiani", una congregazione di religiosi. Con l’appoggio di suor Maria Mazzarello il Santo fondò pure una congregazione di religiose, le "Figlie di Maria Ausiliatrice".

Don Bosco morì il 31 gennaio del 1888. Ai salesiani che vegliavano attorno a lui disse: "Vogliatevi bene come fratelli. (…) Fate del bene a tutti, del male a nessuno. (…) Dite ai miei ragazzi che li aspetto tutti in Paradiso".

Papa Pio XI nel 1934 gli riconobbe canonicamente la santità e lo elevò agli onori degli altari.