S. Giorgio

Giorgio nacque in Cappadocia (Turchia), probabilmente da genitori cristiani. La leggenda racconta di un cavaliere senza macchia e senza paura che poneva il suo coraggio a servizio del messaggio cristiano.

Pare che in una provincia della Libia vi fosse una popolosa città di nome Silene, vicina ad un lago nelle cui acque sguazzava un orrendo mostro, un drago. L’enorme bestione seminava morte e distruzione con i vapori mefitici che fuoriuscivano dalle sue fauci infuocate. Per placare l’ira dell’animale gli offrivano due pecore al giorno: quando però si stancava delle pecore dovevano sostituire gli ovini con carne umana. Era necessario perciò fare un sorteggio per stabilire chi dovesse andare in sacrificio.

Un bel giorno la sorte cadde sulla figlia del re, Cleodolinda. Il re cercò tanti pretesti per opporsi a quel destino, ma la folla andò presso la sua reggia e lamentò il fatto che le figlie della povera gente dovevano morire mentre la figlia del re no.

Il re dovette rassegnarsi. Vestì gli abiti regali e poi, seguito dalla corte, accompagnò la figlia sulla riva del lago. Il mostro, emergendo dalle acque stava per ghermire la preda quando sopraggiunse un cavaliere, interamente armato e incurante del pericolo che affrontò il drago solo dopo aver visto un segno divino nel cielo: una croce. Il santo dunque lo colpì con la lancia e gli inchidò la testa sulla spiaggia limacciosa. Cleodolinda e Giorgio portarono il drago ucciso in città, provocando paura nella gente. Ma il cavaliere rassicurò la folla dicendo: " coloro che credono in Gesù Cristo e sono battezzati, possono sconfiggere qualsiasi male".

Da quel momento il re, la figlia, i dignitari e l’intera città (ventimila circa esclusi donne e bambini, sempre secondo la leggenda), abbracciarono il cristianesimo.

Giorgio fin da giovane fu coraggioso a tal punto da distruggere gli idoli pagani e ucciderne i loro sacerdoti. In seguito si rifugiò in Palestina dove divenne soldato e tribuno dell’esercito imperiale. Egli si afflisse parecchio allo spettacolo delle uccisioni dei perseguitati che rifiutavano di sa-crificare agli dei. Per tale motivo rinunciò alla sua carriera politica, distribuì i suoi beni ai poveri e vestì come solevano vestire i cristiani. Avendo anche lui rifiutato di sacrificare agli dei, fu imprigionato e sottoposto a torture per sette anni nella città di Lod (Israele). Per fiaccare la resistenza del cavaliere gli aguzzini le provarono tutte: fu tirato da una ruota dentata (piena di spade); fu costretto ad entrare in una fossa piena di calce viva; lo fecero correre con delle scarpe infuocate; fu frustato con cinghia di cuoio; fu percosso con martelli da fabro; fu gettato da un precipizio e dato alle fiamme; scampò miracolosamente alla caldaia di olio bollente. Il Santo riceveva coraggio dalle apparizione notturne del Signore che lo consolava con dolcissimi parole. Non ottenendo i risultati previsti l’imperatore cambiò strategia e provò a tentarlo con lusinghe, ma ottenne l’effetto contrario poiché il suo esempio diede coraggio anche agli altri prigionieri: convinse addirittura la stessa moglie dell’imperatore ad abbracciare la fede e ad essere per questo condannata a morte. L’imperatrice, già sul patibolo, chiese a Giorgio cosa ne sarebe stato di lei dato che non aveva ancora ricevuto il Battesimo. Il Santo rispose: "Il tuo sangue versato ti sarà battesimo e corona". Alla fine offrì da solo al carnefice la testa. Adagiò la testa sul ceppo ed un colpo di spada gliela mozzò (303 d.C.).

Qualche curiosità:

* San Giorgio è patrono della Georgia (che porta il suo nome), della Catalogna (che in suo onore dà una settimana di festa), dell’Aragona, dell’Inghilterra (dichiarato tale da Enrico III nel 1222), del Portogallo, di alcune città italiane (Genova e Ferrara).

* La Chiesa Greca lo chiama "Megalomartire", cioé "grande martire".

* L’iconografia lo rappresenta come vincitore del drago.

* Fa parte del gruppo dei santi "ausiliatori".

* In Sicilia è particolarmente venerato a Ragusa e a Modica.

* Viene invocato dagli innamorati.

* La Chiesa ne fa memoria il 23 aprile.