S. Agata vergine e martire
Agata nacque in Sicilia verso il 225 ed ivi morì all’incirca nel 251. Secondo la tradizione era figlia di nobili genitori catanesi e sin da bambina mostrò straordinaria bellezza. Il Governatore di Catania, il console Quinziano, essendo stato respinto dalla ragazza, per umiliarla tentò di farla abiurare costringendola a sacrificare alla dea pagana Vesta. Agata però continuava a professarsi cristiana e non desisteva dai suoi propositi, così fu gettata in carcere e torturata orribilmente: prima le tagliarono i seni e poi la bruciarono con una torcia accesa. Secondo la leggenda le sarebbe apparso l’apostolo Pietro il quale avrebbe guarito le sue ferite. Il giorno dopo fu messa sui carboni ardenti e lì morì.
L’anno successivo, in occasione dell’eruzione dell’Etna, gli abitanti di Catania opposero alle masse di lava il velo della martire e il flusso si fermò. Da quel giorno il velo viene conservato a Catania come reliquia.
Molte leggende sono legate alla santa, tra queste ve n’è una che racconta della vergine Agata che, condotta in carcere, si ferma per "allacciarsi la scarpa": in quel punto fiorì un olivo selvatico. Per questo motivo, nel periodo di festa, si preparano delle "olivette", piccole paste di mandorla e zucchero a forma di olive.
Un’altra leggenda vuole che il generale bizantino Giorgio Maniace, nel 1040, dopo avere vinto i Saraceni in Sicilia, manda a Costantinopoli le reliquie di Agata. Due soldati Gilberto e Gonselmo, obbedendo ad un sogno, nel 1126 rubano il corpo della martire e lo riportano in Sicilia.
I catanesi festeggiano sant’Agata dal 3 al 5 febbraio. Il momento più significativo dei festeggiamenti, che testimoniano un passato barocco, è l’uscita in processione del "fercolo" con le reliquie, trainato dai "nudi", ossia uomini vestiti con camicie bianche e berrettino nero.
La processione è accompagnata dal gioco delle "candelore" o "cerei", macchine lignee ricche di intagli, luci e decorazioni. Sono 11 le candelore che sfilano per la città:
Il 1° Cero è quello voluto da Monsignor Ventimiglia.
Il 2° Cero è quello dei "Rinoti", dono degli abitanti di San Giuseppe La Rena.
Il 3° Cero è quello degli Ortofloricultori (giardinieri e fiorai).
Il 4° Cero è quello dei Pescivendoli.
Il 5° Cero è quello dei Fruttivendoli
Il 6° Cero è quello dei Macellai.
Il 7° Cero è quello dei Pastai.
L’8° Cero è quello dei Pizzicagnoli (alimentaristi).
Il 9° Cero è quello dei Panettieri.
Il 10° Cero è quello dei Vinaioli (bettolieri).
L’11° Cero è quello voluto dal Beato Dusmet per il Circolo Cittadino di Sant’Agata.
Agata è la santa patrona di Catania.
Viene invocata da balie, tessitori, fonditori di campane, orafi e minatori, da chi soffre di cancro al seno e contro tutte le sciagure: terremoti, incendi ed eruzioni del l’Etna.
La martire protegge 44 comuni italiani. E’ venerata in Spagna: a Barcellona, la cappella del Palazzo Reale dove i re cattolici ricevettero Cristoforo Colombo, porta il suo nome.
Viene anche venerata in Germania, in Francia, in Grecia, nella lontana India e in Argentina è protettrice dei vigili del fuoco.