Su questa pietra


San Geminiano, nato a Cognento nell'anno 312, fu eletto vescovo di Modena nel 356. La sua predicazione e la sua opera, spesso miracolosa, resero forte e salda la comunità cristiana modenese. Alla sua morte, il 31 gennaio 398, i fedeli fecero arrivare un sarcofago di pietra dal veronese, lungo vie d'acqua; lì deposero il corpo del Santo.

Il sepolcro fu conservato intatto nella prima cattedrale per sette secoli.

Fu aperto per la prima volta nel 1106, anno in cui fu trasferito nella cattedrale nuova e riconsacrato come altare.

Da allora la tomba di San Geminiano è stata riaperta solo nel 1184, per la Dedicazione del Duomo, e nel 1955, per una ricognizione del corpo del Santo. Gli esami scientifici compiuti in quella circostanza confermano l'antichità delle reliquie e la perfetta coerenza con i racconti storici medievali.


La visita

La visita alla tomba di San Geminiano è una pratica di devozione diffusa fra i modenesi; il sepolcro si trova nella cripta del Duomo di Modena, disposto in senso longitudinale, il che consente ai fedeli di girarvi attorno agevolmente.

La lastra di pietra che copre la tomba viene tolta ogni anno dalla sera del 30 gennaio a tutto il 31, festa di San Geminiano Vescovo. In quel giorno molte migliaia di modenesi compiono devotamente la loro visita al corpo del Santo, visibile attraverso una lastra di vetro.


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IX centenario della Traslazione del corpo di San Geminiano nel Duomo di Modena
Un racconto di 900 anni fa

I lavori per il Duomo
Anno del Signore 1106. Tutta Modena è in fermento per la costruzione del nuovo Duomo. Quello vecchio, che era pericolante, è stato abbattuto sette anni fa; al suo posto l'architetto Lanfranco ha innalzato le mura della nuova Cattedrale, più ampia e tutta risplendente di marmi.

 

La proposta di Lanfranco

Sul finire dell'inverno, non appena la cripta è completata, Lanfranco propone di trasferirvi subito il corpo di San Geminiano, senza aspettare che sia finita tutta la Chiesa. Il vescovo Dodone, il Consiglio cittadino e anche la contessa Matilde di Canossa sono d'accordo e stabiliscono che la solenne traslazione del corpo del Santo si terrà il 29 aprile.

 

Un giorno di grazia
Per il grande avvenimento, Modena si riempie di una folla immensa: contadini, artigiani, nobili, religiosi provenienti da tutta l'Emilia. La folla, che ormai riempie ogni piazza, ogni strada e ogni cortile, viene radunata in uno spazio aperto fuori città. Lì i molti vescovi presenti disseminano la loro predicazione e assolvono dai peccati, perché tutti possano partecipare alla cerimonia con la massima gioia. La gente è tanta, che ci vuole tutta la giornata; quando scende la sera, si decide di rimandare la celebrazione al giorno dopo.

 

La Traslazione e il dubbio

Così avviene. Il 30 aprile 1106, con una funzione gloriosissima, il corpo del patrono Geminiano viene traslato nella cripta del nuovo Duomo. Ma subito sorge una disputa. I Vescovi vogliono aprire il sepolcro per fare la ricognizione delle reliquie, mentre i rappresentanti dei cittadini sono contrari: in mezzo a tutta quella folla, il corpo del Santo sarà al sicuro?
A risolvere la questione ci pensa Matilde di Canossa: dice che fra poco tempo il Papa dovrà passare da Modena, e propone di aspettarlo.

 

La decisione del Papa
Matilde ha proprio ragione: nello stesso anno, ai primi di ottobre, papa Pasquale II arriva a Modena, scortato da decine di cardinali e vescovi e un gran numero di religiosi e laici. Il Papa decide che il sepolcro del Santo si aprirà. La sicurezza sarà garantita da sei guardie e dodici cittadini armati, che saranno i custodi delle reliquie durante la loro esposizione ai fedeli.

 

L'apertura del sepolcro

La cerimonia avviene il 7 ottobre, con grande solennità. La pesante lastra che copre la tomba viene rimossa e sotto… ce n'è un'altra! I rappresentanti dei cittadini hanno un ripensamento e propongono di fermarsi; ma è lo stesso Lanfranco a dire di andare avanti e a togliere anche la seconda lastra, assieme al vescovo di Reggio Bonsignore. Ed ecco, finalmente, il corpo di San Geminiano!

 

La venerazione
O quanta esultanza! quanta soavità, quanta fragranza emana da quel sepolcro! Tutti osservano il corpo del Santo integro e incontaminato; e rendono grazie a Dio, che ha conservato le reliquie del Patrono nascoste e inviolate fino a questo tempo.

Il Papa concede al popolo di vedere il sepolcro scoperto, sempre sorvegliato dai diciotto custodi. La fila di fedeli scorre lenta e interminabile, fra lacrime e preghiere, per tutto il giorno e per tutta la notte, fino all'aurora. Fra loro anche la Contessa Matilde , che si sofferma a offrire al Santo doni preziosi, come pure il vescovo Dodone.

 

La Dedicazione dell'altare
Con solenni onori, il giorno 8 ottobre 1106, alla presenza di cardinali, vescovi, chierici e una gran folla di uomini e donne, papa Pasquale II dedica l'altare del beatissimo Geminiano e venera il suo santo corpo; e infine concede la remissione dei peccati e dona a tutti i fedeli la sua Benedizione Apostolica.

 

Testi di Alessandro Bortolamasi

Bibliografia:

“Relatio de innovatione Ecclesie Sancti Geminiani Mutinensis Presulis” dal codice O.II.11 dell'Archivio Capitolare di Modena (sec. XIII)

Antonino Leonelli, “La storia di Modena” - Editrice S.I.C., Parma - 1965

Matteo Al Kalak, “Il sepolcro del Santo – 1106-1955 – dalla Relatio all'ultima apertura” Poligrafico Mucchi – Modena 2004

 

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