I lavori per il Duomo
Anno del Signore 1106. Tutta Modena è in fermento per la costruzione del nuovo Duomo. Quello vecchio, che era pericolante, è stato abbattuto sette anni fa; al suo posto l'architetto Lanfranco ha innalzato le mura della nuova Cattedrale, più ampia e tutta risplendente di marmi.
La proposta di Lanfranco 
Sul finire dell'inverno, non appena la cripta è completata, Lanfranco propone di trasferirvi subito il corpo di San Geminiano, senza aspettare che sia finita tutta la Chiesa. Il vescovo Dodone, il Consiglio cittadino e anche la contessa Matilde di Canossa sono d'accordo e stabiliscono che la solenne traslazione del corpo del Santo si terrà il 29 aprile.
Un giorno di grazia
Per il grande avvenimento, Modena si riempie di una folla immensa: contadini, artigiani, nobili, religiosi provenienti da tutta l'Emilia. La folla, che ormai riempie ogni piazza, ogni strada e ogni cortile, viene radunata in uno spazio aperto fuori città. Lì i molti vescovi presenti disseminano la loro predicazione e assolvono dai peccati, perché tutti possano partecipare alla cerimonia con la massima gioia. La gente è tanta, che ci vuole tutta la giornata; quando scende la sera, si decide di rimandare la celebrazione al giorno dopo.
La Traslazione e il dubbio 
Così avviene. Il 30 aprile 1106, con una funzione gloriosissima, il corpo del patrono Geminiano viene traslato nella cripta del nuovo Duomo. Ma subito sorge una disputa. I Vescovi vogliono aprire il sepolcro per fare la ricognizione delle reliquie, mentre i rappresentanti dei cittadini sono contrari: in mezzo a tutta quella folla, il corpo del Santo sarà al sicuro?
A risolvere la questione ci pensa Matilde di Canossa: dice che fra poco tempo il Papa dovrà passare da Modena, e propone di aspettarlo.
La decisione del Papa
Matilde ha proprio ragione: nello stesso anno, ai primi di ottobre, papa Pasquale II arriva a Modena, scortato da decine di cardinali e vescovi e un gran numero di religiosi e laici. Il Papa decide che il sepolcro del Santo si aprirà. La sicurezza sarà garantita da sei guardie e dodici cittadini armati, che saranno i custodi delle reliquie durante la loro esposizione ai fedeli.
L'apertura del sepolcro 
La cerimonia avviene il 7 ottobre, con grande solennità. La pesante lastra che copre la tomba viene rimossa e sotto… ce n'è un'altra! I rappresentanti dei cittadini hanno un ripensamento e propongono di fermarsi; ma è lo stesso Lanfranco a dire di andare avanti e a togliere anche la seconda lastra, assieme al vescovo di Reggio Bonsignore. Ed ecco, finalmente, il corpo di San Geminiano!
La venerazione
O quanta esultanza! quanta soavità, quanta fragranza emana da quel sepolcro! Tutti osservano il corpo del Santo integro e incontaminato; e rendono grazie a Dio, che ha conservato le reliquie del Patrono nascoste e inviolate fino a questo tempo.
Il Papa concede al popolo di vedere il sepolcro scoperto, sempre sorvegliato dai diciotto custodi. La fila di fedeli scorre lenta e interminabile, fra lacrime e preghiere, per tutto il giorno e per tutta la notte, fino all'aurora. Fra loro anche la Contessa Matilde , che si sofferma a offrire al Santo doni preziosi, come pure il vescovo Dodone.
La Dedicazione dell'altare
Con solenni onori, il giorno 8 ottobre 1106, alla presenza di cardinali, vescovi, chierici e una gran folla di uomini e donne, papa Pasquale II dedica l'altare del beatissimo Geminiano e venera il suo santo corpo; e infine concede la remissione dei peccati e dona a tutti i fedeli la sua Benedizione Apostolica.
Testi di Alessandro Bortolamasi
Bibliografia:
“Relatio de innovatione Ecclesie Sancti Geminiani Mutinensis Presulis” dal codice O.II.11 dell'Archivio Capitolare di Modena (sec. XIII)
Antonino Leonelli, “La storia di Modena” - Editrice S.I.C., Parma - 1965
Matteo Al Kalak, “Il sepolcro del Santo – 1106-1955 – dalla Relatio all'ultima apertura” Poligrafico Mucchi – Modena 2004
(Eventuali aventi diritto possono contattarci tramite e-mail).
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