Risurrezione - Gv 20,1-10

Tonino Bello


      «I Vangeli ci raccontano di numerose apparizioni del Risorto avvenute nel giorno di Pasqua. Quella che mi commuove di più è l'apparizione di Maria di Magdala, piangente accanto al sepolcro vuoto. Le si avvicina Gesù e le dice: "Perché piangi?. Donna le tue lacrime non hanno più motivo di scorrerti dagli occhi. A meno che tu non pianga per gioia o per amore. Donna tu non lo sai: ma oggi è cominciata la nuova creazione".
    Cari amici, nel giorno di Pasqua anch'io devo rivolgere a ciascuno di voi la stessa domanda di Gesù: "Perché piangi?. Le tue lacrime non hanno più motivo di scorrerti dagli occhi. A meno che non siano l'ultimo rigagnolo di un pianto antico. O l'ultimo fiotto di una vecchia riserva di dolore da cui ancora la tua anima non è riuscita a liberarsi".
    Forse rischio di restare in silenzio anch'io, se voi mi parlate a lungo dei dolori dell'umanità: della fame, delle torture, della droga, della violenza. Forse non avrò nulla da replicarvi, se attaccate discorso sulla guerra, sulla corsa alle armi, sul terrorismo. Forse rimarrò suggestionato anch'io dal fascino sottile del pessimismo, se mi racconterete della prostituzione pubblica nella nostra città, del dilagare dei furti nelle nostre case, del mondo sommerso e inquieto dei nostri adolescenti. Forse mi arrenderò anch'io alle lusinghe dello scetticismo, se mi attarderò ad ascoltarvi sulle manovre dei potenti, sul pianto dei poveri, sulle umiliazioni di tanti stranieri senza casa o senza lavoro.
    Queste cose le so e le vedo anch'io. Ma io voglio giocarmi fino all'autima tutte le carte dell'incredibile e dire ugualmente che il nostro pianto non ha più ragione di esistere. La risurrezione di Gesù ne ha disseccate le sorgenti. E tutte le lacrime che si trovano in circolazione sono come gli ultimi scoli delle tubature, dopo che hanno chiuso l'acquedotto.
    Riconciliamoci con la gioia. La Pasqua sconfigga il nostro peccato, frantumi la nostra paura di amare e ci faccia vedere le tristezze, le malattie, i soprusi e per fino la morte dal versante giusto: quello della vita che ricomincia. Da questo versante, le sofferenze del mondo non saranno più i rantoli dell'agonia, ma i travagli del parto. E le stigmate lasciate dai chiodi nelle nostre mani crocifisse, saranno le feritoie attraverso le quali scorgeremo fin d'ora le luci di un mondo nuovo».


WB01539_.gif (682 byte) prega questa parola

WB01539_.gif (682 byte) questa settimana WB01539_.gif (682 byte) dizionario della fede nell'oggi

WB01539_.gif (682 byte) pregare la parola