Vigilanza - Mt 25,1-13

Giuseppe Barbaglio


    Le fanciulle sagge e stolte trovano l'esatta corrispondenza nei due costruttori di casa della parabola omonima, dove si dice che la saggezza dell'uno e la stoltezza dell'altro dipendono dall'agire o meno in conformità alla parola di Cristo (Mt 7,24-26). (...) 
   
La comunità cristiana deve prepararsi al futuro salvifico con il compimento fedele delle esigenze di Dio, rivelate da Cristo. La vigilanza non consiste in un'attesa inerte e contemplativa, ma s'incarna nel fare, nell'attuare opere concrete che traducano in atto il volere di Dio, cioè la sua suprema esigenza d'amore. Ma l'obbedienza ai comandamenti di Dio e alle parole di di Gesù vuol dire amare il prossimo come amiamo noi stessi. Dunque la verifica dell'autentica speranza cristiana avviene sul piano dell'azione, nel compiere gesti d'amore. 
    La carità esprime oggi il dinamismo della speranza. Le evita così di degenerare in una fuga dal presente, nell'esilio da questo mondo, nell'evasione dalle responsabilità attuali della storia, in un quietismo di comodo.


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