Saggezza - Mt 25,1-13

P
aolo Boschini


   Anche la parabola delle vergini, al pari di quella del banchetto e della veste bianca e di quella degli operai chiamati alla varie ore del giorno e retribuiti tutti con la stessa paga, sembra a prima vista inquinata da una clamorosa ingiustizia. Perché le vergini che hanno più olio si rifiutano di condividerlo con quelle che lo hanno finito? Perché lo sposo premia questo comportamento così egoista? E perché Gesù le chiama "sagge"? Che colpa avevano le altre ragazze, le "stolte", se lo sposo tarda tanto ad arrivare? Tutto ciò è ancora più grave perché la parabola si riferisce alla fine del mondo e al giudizio definitivo e irriparabile di Dio. Evidentemente, Gesù ci vuole svegliare, scandalizzandoci, perché cerchiamo il vero significato delle sue parole, andando oltre quello che sembrerebbe il più ovvio e scontato.
    Cominciamo dall'ultima domanda: perché lo sposo è in ritardo? In Palestina, ai tempi di Gesù la stipulazione del contratto matrimoniale tra lo sposo e il padre della sposa prevedeva una lunga contrattazione sulla dote della moglie e sul trattamento che lei avrebbe ricevuto, una volta sposata, da parte del marito. Il matrimonio è già deciso: Dio ha già salvato il mondo nella pasqua di Gesù. Ma il disaccordo che ancora regna tra il vangelo e l'andamento della società obbliga il Signore a ritardare la festa di nozze, che si farà solo quando l'accordo sarà stato finalmente trovato, cioè quando tutti si saranno convertiti e la lampada della fede brillerà in tutti i cuori.
    La stoltezza delle 5 vergini sta nell'aver pensato che tutto si sarebbe aggiustato e risolto in poco tempo: il Signore è forte e potente e piegherà la resistenza del peccato in un batter d'occhio. Non dice forse la Bibbia che Dio sbaraglia in un soffio i suoi nemici (Is 11,4)?
    Capiamo allora che la saggezza delle altre 5 vergini è realismo: esse sanno per esperienza diretta che il nostro cuore è lento a cambiare e che il peccato non è mai definitivamente sradicato. Le prime pensano che la risurrezione di Gesù richiedano a chi crede in lui solo una breve attesa, durante la quale vivere comodamente e senza darsi troppe preoccupazioni per sé e per il mondo (2Tess 4,10-11). Quelle sagge sanno invece che il ritardo della venuta del Signore dipenda dalla volontà di Dio, che ha deciso di convertire a sé tutti gli uomini prima del giudizio finale (1Pt 3,9). Sanno anche che questa decisione misericordiosa di Dio procura ai discepoli di Gesù una serie interminabile di fastidi e di tribolazioni: peccati personali, come l'orgoglio, l'egoismo e la superbia, e le loro conseguenze collettive, come le divisioni, le ingiustizie e le povertà, le guerre e le persecuzioni, continuano ad infierire sul mondo, ma in particolare su chi ha scelto di camminare col Signore sulla via delle beatitudini. Il "realismo cristiano" è sapere tutto questo e comportarsi di conseguenza, portando con sé un'abbondante provvista di olio per la lampada. Di fronte alla resistenza del mondo all'amore di Dio è inevitabile che subentrino nella comunità cristiana torpore e stanchezza (e noi lo sappiamo bene, visto che anche noi ultimamente diamo chiari segni di fiacchezza e di "spompamento"). Ma l'olio indica la possibilità di reagire, di svegliarsi dal sonno (Rom 13,11-14) per andare incontro al Signore ed entrare nella sua festa. L'olio è simbolo di una fede forte, che accetta sacrifici e scomodità, confidando sempre nell'aiuto del Signore. L'olio rimanda ad una speranza coraggiosa che - come Maria - crede nell'adempimento della parola del Signore (Lc 1,45) anche quando non sembrano esserci le condizioni necessarie per la sua realizzazione. L'olio è anche segno di una carità che accetta di scarnificarsi fino ad annullarsi per i propri fratelli, perché Dio fa entrare alla sua festa chi si dona con gioia e generosità. Il cristianesimo non è una roba da pappemolli. Se uno vuole la vita comoda, si rivolga altrove. Il Signore vuole con sé gente forte, con tanto di spina dorsale: non gli servono gli eroi, ma uomini e donne con il cuore grande e appassionato, capaci di spendersi con generosità per la causa del vangelo.
    Per questo le vergini sagge non regalano il loro olio alle altre. Non lo fanno, perché non possono: infatti la scelta di seguire Gesù con coraggio, accettando i sacrifici e ricevendo le gioie che questo comporta, non può essere delegata ad altri. E' una scelta personale e va fatta adesso! Chi non se la sente, chi preferisce i propri comodi al Signore Gesù, resta chiuso fuori. Nessuno lo ha escluso, se lo è voluto lui. Liberamente.


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