Frattempo - Mt 20,1-16

P
aolo Boschini


        Nella grande ricchezza di parabole che i vangeli ci offrono, questa è certamente una delle più singolari. La situazione che essa racconta ha molti aspetti inverosimili: il padrone che ritorna più volte sulla piazza a cercare gli operai quando il giorno è ormai avanzato; l'ingaggio fin troppo generoso degli ultimi; la mancanza di incentivi di produzione per i primi e più laboriosi.
    Tanta solerzia nell'ingaggio degli operai anche a tarda ora, si spiega soltanto con la necessità di fare presto ("il tempo si è fatto breve!", dice s. Paolo in 1Cor 7, parlando della fine imminente del mondo) e con la consapevolezza che comunque il raccolto è ingente e c'è bisogno di molte braccia ("la messe è molta, ma gli operai sono pochi"). La vigna è stata generosa, ma non si possono lasciare troppo tempo i grappoli attaccati ai tralci, perché si rischia di perdere il raccolto. Questo doveva essere all'incirca il messaggio più antico di questa parabola, che esaltava la forza di Dio, che ogni giorno aggiunge nuovi credenti alla sua chiesa (At 2).
    Ma il ritardo della parusia ha costretto un evangelista attento alle questioni escatologiche come Matteo, a ripensare il racconto di Gesù, adattandolo alla situazione nuova che si stava creando nella sua comunità. Ad essa si aggiungevano continuamente nuovi membri, senza che essi riuscissero ad amalgamarsi più di tanto con chi era diventato cristiano ormai da tempo. Spesso dovevano crearsi situazioni di tensione tra i primi e gli ultimi arrivati, dal momento che chi poteva vantare una più lunga militanza, pensava di avere più diritti (e forse più potere) di chi invece aveva ricevuto da poco la chiamata alla fede. In questa situazione, che è quella presupposta dalla redazione più recente della parabola, l'accento del racconto cade sulla bontà del padrone, contrapposta all'invidia degli operai della prima ora. Si può anche pensare che ci sia un'eco del duro giudizio morale dei primi cristiani nei confronti degli ultimi: nelle ore del pomeriggio, il padrone trova sulla piazza solo gli scansafatiche, i fannulloni e quelli a cui piace tirare tardi la sera. La chiesa è fatta spesso dai più poveri e non solo dalla gente cosiddetta per bene (1Cor 2). E' vero che la conversione di tanti pagani crea problemi all'organizzazione ecclesiale e rischia di irrigidire i rapporti tra le persone, però tutto ciò è ben poca cosa, se paragonato all'opera di Dio, che continua a chiamare senza stancarsi.
    Nell'una e nell'altra redazione, la parabola narra comunque la condizione missionaria della chiesa, che Dio ha costituito come una vigna generosa e come una comunità accogliente, provvedendo lui stesso a cercare e a chiamare gli uomini affinché vengano a farne parte. La missionarietà è allora l'aspetto ecclesiale della misericordia di Dio, che ad ogni ora della storia viene riversata abbandantemente nei cuori degli uomini.


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