Segno - Lc 2,1-14
Le iene
BEPPE. Secondo
voi c'entra qualcosa la mia storia con il Natale?
Caro Beppe,
la tua storia di profugo kosovaro è così perfettamente identica a quella del Natale, che
se non fossi in carne ed ossa qui davanti a noi a rappresentare la sofferenza di tanti
altri profughi in tutto il mondo, direi che sei un personaggio uscito da una favola.
Ma anch'io ho una domanda da farti. Come fai, tu che non sei cristiano,
a conoscere Gesù e soprattutto come fai a sentirti uguale a lui? Aspetta. Non
rispondermi. Lasciami ragionare un attimo. Te lo ha detto la gente, che hai salutato poco
fa dalla finestra senza però farti entrare nella loro casa. O forse lo hai capito da
Angelo, il volontario della Caritas, che ha portato tua moglie Marianna a partorire
nell'infermeria del campo, sfidando le regole burocratiche della polizia. O forse lo hai
sentito dentro, quando hai toccato il fondo della disperazione e hai scoperto di essere il
più povero dei poveri. Sì, dev'essere senz'altro così: Gesù è in te, non perché lui
è buono e premuroso, ma perché lui, come te, è il più povero dei poveri (v. 7).
Adesso che mi ci fai pensare, è logico: i ricchi stanno con i ricchi;
i poveri attirano a sé altri poveri. Chi ti ha accolto? Angelo, il più disarmato degli
uomini che hai incontrato finora. Chi sta vicino a Gesù nella natività metropolitana che
i nostri giovani hanno creato davanti alla chiesa? Due prostitute e un barbone. Chi
risponde alla chiamata degli angeli a Betlemme? I pastori (v. 8-9): gli emarginati della
società di allora. La vostra sofferenza, l'umiliazione per la vostra esclusione vi fanno
uguali a Gesù e per questo siete tutti così capaci di riconoscerlo e di adorarlo. Ma
allora, aiutami a capire perché noi, che non siamo né prostitute né barboni né
profughi, né pacifisti fino al punto di rinunciare al cenone per stare nel fango di un
campo d'accoglienza... perché noi adesso siamo venuti qui, davanti a Gesù che è nato
povero? Ti confesso che è un bel mistero. Spero che non sia solo un fatto di tradizione e
di sentimentalismo. No. Tu dici che non è così.
BEPPE. Vieni, la risposta è scritta qui: "Un angelo
del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce" (v.
9).
Vuoi dire che in Gesù che nasce la luce di Dio si è accesa anche
per noi, che eravamo un "popolo che camminava nelle tenebre" (Is 9,1) e
finalmente abbiamo visto che cosa siamo veramente...
BEPPE. Poveri. Voi siete poveri.
Questa tua affermazione mi sembra un po' strana, perché abbiamo
"di tutto di più" come dice la tv e in questi giorni ci siamo dati alle spese
più pazze e ci siamo tolti un sacco di voglie. Ma forse hai ragione: come la ricchezza,
così la povertà non si misura con l'avere ma con l'essere, non con il portafoglio ma con
il cuore; e nel cuore siamo proprio poveri. Io lo so che loro si arrabbiano se dico così,
ma non so cosa farci, è vero: il Signore ci ha chiamati qui insieme a te, a Marianna e
Giosuè, insieme alle prostitute e ai barboni, ai pastori e alla povera gente di tutto il
mondo, perché noi siamo come loro. No, peggio: la prostituzione e il vagabondaggio noi
l'abbiamo nel cuore. Ti confesso che non ci speravo. Ma Gesù è fedele alle sue
parole e intorno a sé i poveri li vuole proprio tutti (Is 55,1-2).
Però, scusa, se anche noi siamo poveri, perché non ci sentiamo
attratti dalla gente come te, anzi vi evitiamo, vi escludiamo? Perché non vediamo in voi
quel "segno di Dio", quel "bambino avvolto in fasce dentro a una
mangiatoia" (v. 12), che gli angeli hanno indicato ai pastori di Betlemme?
BEPPE. Io sono un profugo, vengo da un altro mondo e non vi
capisco bene in quello che dite e in quello che fate. Se io amassi Marianna come voi amate
il vostro Dio, cioè a metà, solo quando ne avete voglia o avete bisogno di lui, io a
quest'ora sarei solo, Giosuè non sarebbe nato e Marianna ..., chissà forse sarebbe morta
nell'incendio del nostro villaggio o peggio sarebbe stata stuprata da qualche miliziano.
Non vi offendete se, da povero disperato come sono, vi dico che voi siete prostitute
nel cuore, perché voi adorate degli idoli, non il vero Dio (Os 1,2-2,25).
Voi continuate a vivere come se Dio non ci fosse e vi siete fatti comprare dalla
pubblicità e dai suoi desideri consumisti. Nelle vostre case non c'è sobrietà,
nei vostri cuori non ci sono giustizia e fede, perché avete abbandonato ogni speranza nel
Signore, che un giorno verrà a cambiare il mondo, a darci una la pace che non avrà mai
fine, a conquistare a sé tutti i cuori degli uomini, anche di coloro che oggi mi fanno
soffrire.
Hai ragione. In questi ultimi giorni, ci siamo così
preoccupati di farci regali stravaganti e costosi, che non ci siamo accorti del grande
regalo di Gesù, che ha dato se stesso per noi, per liberarci da ogni male e da ogni
spinta egoistica, per riunirci in un popolo di persone col cuore trasparente, che si
sentano di appartenere a lui e che manifestino la gioia e la riconoscenza amando i
fratelli fino all'ultima goccia di energia e di vita (Tt 2,12-14 e Is 9,6).
BEPPE. Se voi credete ancora un poco in Dio, Lui è l'unico che spezza
le catene di ogni schiavitù, della mia come della vostra (Is
9,3) e per questo ora vi invito ad accendere tutti insieme le nostre luci, mentre
esprimiamo a Lui la nostra fede.
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