La Crocifissione


La Crocifissione che splende imperiosa al centro dell'abside, è sicuramente una delle opere su tavola più preziose che si possano trovare nell'intero comprensorio amalfitano.

Di recente restaurata, viene attribuita a Marco Pino da Siena, un autore che occupa un posto di rilievo nel panorama pittorico del Cinquecento. Uno spettatore attento si accorge subito di trovarsi al cospetto di un'opera di tono superiore, per la fluidità delle forme, la scioltezza pittorico-compositiva, la ricerca espressiva.

Un silenzio ultraterreno avvolge l'intera scena, dominata dalla figura inerte del Crocifisso, realisticamente ritratto nell'abbandono della morte.

Attraverso il chiaroscuro, magistralmente dosato dal pennello dell'artista, si realizza sulle membra del Cristo un suggestivo effetto plastico-anatomico secondo la maniera dei grandi maestri del '500. Il sangue che fuoriesce a fiotti dal costato del Salvatore si staglia sul pallore dell'incarnato determinando un violento contrasto cromatico. Sulla destra è ritratto il discepolo prediletto di Gesù, Giovanni; in basso, la Maddalena che abbraccia il legno della croce e mostra un'espressione che è insieme di dolore e di contemplazione; sulla sinistra la Vergine Maria, sbilanciata verso l'estremità del dipinto in una posa sinuosa, contorta dalle onde della sofferenza. Il colore è una sinfonia di rosso e nero simboli del sangue e del dolore che sale dal basso fino ad un cielo d'ardesia, dove decanta in tutta la sua forza il dramma della morte. Ma là oltre la flebile striscia rosata dell'orizzonte simile ad un raggio di sole nel buio di un temporale, già si accende una consolante speranza di resurrezione.