Capodanno 2000?  A Varsavia con Taizé.


Ragazzi, che esperienza! Sapevamo già prima di partire che avremmo vissuto dei giorni particolari, ma non ci saremmo mai immaginati qualcosa di simile, troppo bello !!!

Premettendo che è veramente difficile descrivere emozioni e stati d’animo,  è sufficiente vedere, all’udire la parola Varsavia, come si illumina il volto di chi ha partecipato al “Pellegrinaggio di Fiducia”, per avere un idea di quanto è successo.

Il nostro piccolo gruppo: 6 giovani di Trenno, 4 della parrocchia Ss. Nabore e Felice, più un eccellente guida spirituale (e non) di S.Leo, si unisce ad altri 110 italiani, provenienti da tutta la penisola. La sera di Natale due pullman fanno rotta verso la Polonia. L’autista sceglie la “scorciatoia” per Berlino e il viaggio dura “solo” 31 ore.

(Preferiamo non riportare le molteplici manifestazioni di sclerosi individuali e collettive).

Una fitta nevicata ci accoglie nella capitale polacca, alle ore 2.30 del 27 dicembre ci viene servita una frugale cena e pochi minuti dopo siamo alloggiati in una palestra. Le immense vetrate dello stanzone, non riscaldato, lasciavano entrare pungenti spifferi che provavano ulteriormente le nostre membra già martoriate dal viaggio.

Eravamo partiti tre giorni prima dell’inizio ufficiale del pellegrinaggio con lo scopo di preparare l’accoglienza per i 3.000 italiani e più che sarebbero arrivati il 28 dicembre, e così è stato… più di 70.000 giovani si sono riversati per le strade di Warsawe, prendendo letteralmente d’assalto i mezzi pubblici. I nostri compiti erano quelli di fornire le corrette informazioni per raggiungere determinati punti della città e accompagnare i pellegrini italiani fino al centro di prima accoglienza. Ad ognuno veniva assegnata una parrocchia, e una famiglia.

Noi siamo stati veramente fortunati, abbiamo trovato delle famiglie splendide, che ci hanno accolti con un calore, un entusiasmo e una generosità sconvolgenti, ancora adesso sentiamo il dovere di ringraziarli. Era bellissimo tornare a casa la sera e trovare persone disposte a scambiare due chiacchiere, magari davanti a un buon piatto di riso condito con carne, marmellata e semi di papavero.

La lingua non è mai stata un problema fondamentale: ci si arrangiava, si imparava, si insegnava, ci si capiva sempre. Gli incontri a tema svolti in parrocchia a gruppi misti diventavano utili momenti di discussione, confronto e scambio e chiunque ne usciva arricchito.

La giornata era articolata su un momento fondamentale: la preghiera. Al mattino in chiesa, all’una e mezza e alle sette al Torwar (Il punto d’incontro generale, equivalente alla nostra Fiera, eccetto per le strutture). Era impressionante vedere questi giganteschi capannoni stracolmi di giovani seduti in preghiera insieme ai Frères di fronte a un crocifisso e ad alcune icone, tutti insieme popoli diversi con differenti mentalità e tradizioni cantavano all’unico Dio.

Gran parte del tempo lo abbiamo passato all’aperto, abbiamo avuto la fortuna di vivere il momento del pranzo come rubbish-men (uomini-pattumiera), avevamo il preciso incarico di raccogliere gli avanzi del pasto gironzolando tra la gente con un sacco nero tra le mani. È incredibile quanti volti, quanti sorrisi, quante parole, siano diventati parte integrante di noi stessi.

Anche in questa sede, non possiamo tralasciare un sentito apprezzamento per le giovani fanciulle polacche: un po’ sulle loro, ma molto, molto, graziose e simpatiche, veramente troppo elevata la percentuale e la concentrazione di belle ragazze dagli sguardi fulminei.

Memorabile rimarrà sempre l’ultima- prima notte dell’anno-secolo, la S.Messa ci ha accompagnato fino allo scoccare della mezzanotte, l’ultimo canto ha coinciso perfettamente con le 00:00. Cantando all’unisono “Laudate Dominum, Omnes Gentes, Alleluja”, tutti, polacchi, russi, italiani, ungheresi, etc… con le mani unite verso l’alto siamo entrati nel Duemila. E dopo, la grande festa… all’uscita della chiesa, tra baci, abbracci, e scambi multietnici di auguri, noi italiani al ritmo di un improvvisato “porompompero” abbiamo fatto partire un super mega trenino coinvolgendo più di un centinaio di giovani. È stato facile fare iniziare una colossale battaglia di palle di neve.

Durante la festa delle nazioni abbiamo ballato e cantato fino alle prime ore del mattino. Ogni popolo presentava a turno i propri canti e le proprie danze coinvolgendo con i ritmi e i suoni tutti gli altri.

Il primo dell’anno dopo un magnifico pranzo in famiglia, altre 31 ore di pullman ci hanno riportato in Italia.

Il salto è stato veramente grande, ci sarebbe piaciuto rimanere lì ancora, anzi, non volevamo più tornare indietro. Era veramente troppo bello, sembrava di essere in una fiaba, il sorriso e l’attenzione per l’altro erano dappertutto e in qualunque cosa. Era come se ci fossimo conosciuti da sempre, veniva naturale salutarsi, fermarsi a parlare, ridere e pregare. Quella semplice atmosfera che si respirava ti obbligava ad essere felice. Troppo difficile da spiegare a parole una così personale esperienza. Solo ora ci accorgiamo del difficilissimo compito che ci viene affidato, quello di essere testimoni, e di riportare nella quotidianità questa gioia interiore che nasce dalla condivisione di un’esperienza comune d’amore in Gesù Cristo. Non è facile, ma abbiamo vissuto molto intensamente quei giorni.

Una cosa è certa, per il prossimo capodanno vi aspettiamo a Barcellona !!!

 Paolo, Luca, Marco, Cesare

 P.s. Un ringraziamento particolare a: MARIO, Miglio, Battains, Ale, Giusy, Elena, Laura, Joanna, fam. Kunkel, don Luciano e tutti coloro che c’erano.


Segue un commento di due ragazze polacche 
che hanno ospitato due ragazzi di Trenno

We must say (we=Justyna, Kasia, ) that we had heard a lot about Taize before. Not only newspapers and Tv, but also some friends, who experienced it told us about the wonderful atmosphere, we know many songs from T. because we sing them in church. That was a great surprise to hear that in 1999 the meeting take place in Warsaw.
We were very eager to invite some people to our houses. Unfortunately not everybody in Warsaw belived that so many young people can behave O.K. while  being together, far away from their houses. It was sometmes said:"Some of them want to pray but some of them just want to play or visit new places".We didn't care about it ... and It turned out that we're right. Our guests (Kasia's family -two Italians and Justyna -Lituanians) were very nice, especially those two boys from Milan were fantastic. We are so happy to have got known them and hope to meet as soon as possible!

 

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