Luglio-Agosto 1999 Anno VII n°71



Primi pensieri dalla VI Sagra di S.Giovanni
   (di Micros)
Mamma rosa     (di Silvio Gorlini)
Una svitata in abito da suora
   ( dai vostri fans)
Cerco-Offro lavoro
Saluto dalla redazione
Anagrafe parrocchiale


PRIMI PENSIERI DALLA VI SAGRA DI S.GIOVANNI

È passata, è già passata! Preparata a lungo con l’impegno di molti si è bruciata nel soffio del caldo vento estivo.

Ma che cosa è rimasto, in ognuno di noi, di questo momento passato tra l’indifferenza di molti e la passione di pochi?

Quali e quanti mattoni abbiamo posto per la costruzione della casa comune?

Non è mio compito stilare bilanci economici, che lasciano il tempo che trovano, ma vorrei suggerire qualche considerazione: è stato bello, piacevole potersi trovare ancora una volta a lavorare insieme, a giocare insieme, a parlare come adolescenti sorseggiando una birra fresca, o ripararsi sotto una tettoia da un acquazzone improvviso, scrutare il cielo per scorgere una breccia, nelle fitte nubi, che portasse l’ultimo raggio del sole al tramonto.

È così partita in sordina tra un temporale e l’altro l’ottava Marcia dell’amicizia e poi subito via alla musica e al ballo, esuberante la partecipazione al Luna Park con giochi semplici e difficili per ogni età. Con intensità e cordialità la funzione per gli ammalati ha dato il sommesso "la" alla festa, nessuno si senta escluso, Cristo è venuto per tutti, e tutti ci attende. La frastornante "Baraonda" non ci ha deluso neanche quest'anno. La proposta di una serata "oltre il campanile" si è ristretta in spazi inadeguati a contenere tutti coloro che avrebbero voluto partecipare per cercare di capire un dramma che tuttora scrive nuove scenari e sconvolge le coscienze. La preghiera dei pensionati ha sostenuto la settimana nel ricordo del Patrono. La novità dell’anno ha srotolato i suoi numeri in un crescendo di terni, quaterne, cinquine e … tombola. Ed è Festival dell’oratorio con esibizioni dei nuovi talenti e musica per tutte le età. Ai più piccini il loro spazio: Tirandacolor lo racconteranno ai nipoti. Non sono mancate le partite di pallone anche se con un netto calo di spettatori più attenti alla pallavolo e al basket. Sul terreno di gioco si sono sfidati geometri ed architetti come tiratori di fune e lanciatori di massi. Tra uno scroscio e l’altro l’elegante esibizione equestre. Ancora ballo, musica, panini, patatine, salamelle e l’immancabile Risotto con la salsiccia.

Molti frequentatori della Pesca hanno avuto lombrichi per le loro esche e si sono preparati per il grande Viaggio sul Mar Rosso, vinto ahimè da un solo biglietto. Il motorino è la consolazione per il secondo, ne potrà fare di strada.

La memoria dei nostri defunti ci ha ricordato che il gioco era finito. Continuano le relazioni che siamo stati capaci di costruire, l’amicizia, la voglia di continuare in un cammino di reciproca conoscenza.

Penso che tutti si meritino un grazie per aver partecipato al di qua o al di la del tavolo.

È rimasta una occasione da non sprecare, da rivivere con le persone che abbiamo incontrato solo un questa occasione e che non si vedono più per tutto un anno. Un grazie anche a don Giulio che con pazienza ed attenzione ha accettato e seguito questa Sagra. Ai Blu vincitori del Palio l’appuntamento per il prossimo anno.

micros 

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MAMMA ROSA

In una sera del primo plenilunio di primavera una donna, recitato il Rosario come era solita fare con la famiglia del suo secondogenito, saluta e si avvia a raggiungere la sua stanza da letto posta sopra la cucina.

L’oscurità, la quiete del luogo, rotta soltanto dal verso lamentoso e sinistro della civetta che aveva il nido nel sottotetto della Chiesa lì vicina, lo scolo della tromba e delle vasche per lavare le verdure non impensieriscono più di tanto la donna abituata a fare quel tratto di cortile.

Poco dopo però un urlo disperato ed un tonfo sordido rompono il silenzio di quella sera. In quel grido il figlio riconosce la voce della mamma.

Si precipita verso la scala, prende da terra il corpo esanime della donna e lo deposita sul letto.

Il trambusto ed il pianto dapprima sommesso poi angoscioso e disperato dei familiari, fanno accorrere altra gente: nessuno però immaginava (o non voleva credere) che il grande e generoso cuore di MAMMA ROSA si era fermato improvvisamente e per sempre.

Ma chi era codesta donna da essere a distanza di tempo oggi ricordata?

Era, per tutti coloro che l’hanno conosciuta, consultata ed ascoltata un insieme di "BONTÀ, di FEDE e di CARITÀ".

Infatti in tutta la sua vita non ebbe mai uno screzio, un dissapore né con i parenti né con i vicini.

Rimasta vedova con cinque figli (l’ultimo di pochi mesi) e tutti minorenni, a coloro che la commiseravano per le gravi difficoltà e ristrettezze nelle quali viveva, rispondeva con forza e con fermezza "DIO VEDE, DIO PROVVEDE". Tuttavia, in silenzio e di nascosto dai figli per non turbare la loro serenità, piangeva il suo uomo scomparso e pregava: i grani di legno della corona, "smunti e consunti" dal tempo e dall’uso, scorrevano delicatamente tra le sue dita. Pregava ed otteneva dalla Fede conforto, rassegnazione ed aiuto: innanzi tutto dall’anziana madre (Nonna Nunziada) la quale badava ai più piccoli e poi dai parenti ed in particolare dal giovane cugino Enrico, "Ragazzo del ’99 e bersagliere dell’ottavo Reggimento", era solito ripetere con vanto e con orgoglio a chi glielo chiedeva il più delle volte per celia che per curiosità, mentre il suo pensiero commosso e nostalgico spaziava nei meandri dei ricordi: rivedeva sulle sponde di quel fiume dalle acque calme e limacciose i tanti e tanti ragazzi in divisa e armati, come lui; il capo coperto dall’elmetto piumato, come il suo e la fedele bici grigio-verde dalle gomme piene, in dotazione a tutti.

Ma la passione per la bicicletta e il suo sport gli erano rimasti nel sangue, come le imprese del suo campione dal quale aveva "ereditato" il soprannome: OTTAVIO BOTTECCHIA (vincitore di due "Tour de France" negli anni 1924/25 e trovato misteriosamente senza vita ai margini di una strada del suo paese).

Nonostante i gravosi e duri impegni di famiglia, Mamma Rosa trovava il tempo di aiutare chi glielo chiedeva: alla bimba sofferente di "vermi" somministrava polvere di corna di cervo; al ragazzo linfatico dava il "grasso d’oca maschio" da applicare sulla parte malata; al sofferente di dissenteria consigliava di bere a digiuno l’acqua di sorgente del Santa Maria, parimenti a coloro che avevano bruciori agli occhi di fare impacchi; con la sugna di maiale stagionata curava le distorsioni e le slogature e, dopo un energico massaggio, applicava la "remolada" (un miscuglio di farina di segale, di scaglie di sapone di Marsiglia, albumi e aceto di vino) per tenere immobilizzato l’arto infortunato. Ad ogni malanno corrispondeva il rimedio adatto.

Certamente oggi codeste cure fanno ridere e sorridere, ma se si guarda indietro nel tempo andato ci si potrà rendere conto del come si viveva allora.

Infatti, in tutto il vasto territorio dell’ex Comune di Trenno, esercitava il solo medico condotto ("el dottoron") il quale si serviva del calesse per la visita agli ammalati. E le medicine? Poche, ed ora non più pertinenti, compreso l’immancabile e insostituibile "Olio di Fegato di merluzzo".

Se poi si doveva levare un dente guasto bastava una sedia e la pinza e... fuori il dente, via il dolore.

Una domenica mattina dopo la Messa, Mamma Rosa vede appoggiato al muro un giovane, pallido, magro, sofferente, privo di una gamba, che chiedeva l’elemosina. La donna gli si avvicinò e sentita la sua triste storia lo invitò a casa per la colazione. L’invito cessò allorquando il giovane ottenne una bancarella. Lo vidi moltissimi anni dopo e notai che la sua posizione economica ed affettiva era molto migliorata da quel tempo.

Molto succintamente ho riassunto la vita di Mamma Rosa, evidenziandone - se ci sono riuscito - le doti. Ma con essa ho inteso ricordare tutte le donne, meno note, che per tante generazioni hanno conosciuto il duro lavoro dei campi, delle risaie e delle ortaglie bagnando con il loro sudore le terre che calpestavano. Eroine "senza medaglie", ma che credevano nel trinomio "Casa, Chiesa e Lavoro". Oggi codesta loro saggezza contadina, semplice, genuina, forse un po’ ingenua la si vorrebbe dimenticare o peggio distruggere.

Silvio Gorlini 

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UNA SVITATA IN ABITO DA SUORA

Anche quest’anno la nostra compagnia teatrale "La Baraonda", in occasione della VI Sagra di San Giovanni, ci ha regalato uno spettacolo sorprendente: "Sister Act - Una svitata in abito da suora".

Sicuramente i protagonisti, come ogni anno, hanno fatto una danza propiziatoria per il tempo, che appariva all’insegna dell’incertezza.

 

L’oratorio era gremito di gente entusiasta dall’inizio alla fine dello spettacolo, ed anche i bambini si sono comportati benissimo.

Ringraziamo vivamente gli attori - Franca Rizzi, Gabriella Benazzi, Marzia Mauri, Manuela Durin, Oriana Colombo, Deborah Pettenuzzo, Barbara Rizzi, Sabrina Sainaghi, Beniamina Pizzolitto, Rosi Privitera, Costantino Calicchia, Willy De Blasi, Gigi Vegetti - che si sono impegnati al massimo per divertirci, con i balletti di Sonia Colombo e le scenografie di Barbara Rizzi.

Quest’anno è mancata la graditissima presenza dei due attori Rino Maraschi e Mario Lino della compagnia teatrale "I Legnanesi", che con la loro simpatia e disponibilità ci hanno sempre fatto gioire e divertire. Speriamo di riaverli ancora tra noi.

Cari amici de "La Baraonda", aspettiamo con ansia per il prossimo anno il vostro nuovo spettacolo, e ancora a tutti un grazie di cuore.

I vostri fans 

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CERCO – OFFRO LAVORO

* Cercasi baby-sitter per bambina di 3 anni ore pomeridiane con disponibilità per tutta la giornata in caso di necessità.

Fam. Drago (tel. 0248203407), da settembre.

* Donna di 41 anni originaria dell’Azerbaigian, laureata in Ingegneria edile, residente a Trenno, cerca lavoro come collaboratrice domestica.

Tel. 02-48205023

* Donna di 37 anni, originaria dell’Armenia, diplomata in Economia, residente a Trenno, cerca lavoro come collaboratrice domestica.

Tel. 02-48205023

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Ricordando che la celebrazione dell’Eucarestia nei giorni feriali viene celebrata alle ore 8.30 fino alla fine di agosto, la redazione di Albatros augura a tutti:

Buone vacanze e un "sereno" riposo

Ci rivediamo a settembre.

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ANAGRAFE PARROCCHIALE

BATTESIMI

19   LOMBARDO MARCO MASSIMO, nato il 13 settembre ‘98, è stato battezzato il 13 giugno.

20   LAGONIGRO MATTIA, nato il 18 febbraio ’99, è stato battezzato il 13 giugno.

DEFUNTI

15   LOCATELLI LUIGI MARIO, nato a Trenno l' 11 agosto 1898, è morto il 16 giugno ’99.

16   BRUSADELLI VITTORIO è deceduto il 24 giugno ’99. Abitava in via De Chirico.

17   GRASSINI FRANCO, pensionato di 67 anni, coniugato, è deceduto il 30 giugno ’99.

MATRIMONI

6     ATZEI OTTAVIO e PIATTI CRISTINA  si sono sposati il 19 giugno ’99.
       Auguri dalla Redazione di Albatros.

7     SERVADIO ROBERTO e LOCATELLI ELENA si sono sposati il 3 luglio ’99.
       Congratulazioni e tantissimi auguri di felicità dal "vostro" Albatros.

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