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Parrocchia san Pio V e s. Maria di Calvairate
Milano - IT

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24 ottobre 2005

Davide.it

 

PROGETTO EDUCATIVO

Gruppo Sportivo S. Pio V

 

LA STORIA

Il Gruppo Sportivo s. Pio V è nato nel 1974 e da 26 anni, attraverso le strutture parrocchiali e l’impegno volontario di tanti adulti e ragazzi, educa i giovani attraverso lo sport ed in particolare modo il calcio.

Sul campo hanno dato i loro primi calci circa 3000 ragazzi suddivisi in tutte le varie categorie. Attualmente abbiamo 8 squadre per un totale di 102 ragazzi. 

LO SCOPO del progetto

L’impegno del gruppo è quello di mantenere vivo questo strumento educativo aggiornato alle esigenze ed adeguato ai tempi, senza mai perdere di vista gli obiettivi che devono rimanere quelli di far crescere i giovani nel rispetto dei valori cristiani, aiutati dagli educatori nella loro crescita personale e di gruppo.

Per perseguire tali obiettivi il gruppo, attraverso gli allenatori e i dirigenti, ha ritenuto necessario stilare un progetto che li aiuti a svolgere questo impegno. Con questo vogliamo dire che i primi destinatari della proposta educativa sono gli allenatori giovani. Il servizio rettamente inteso fa crescere questi giovani come uomini e come cristiani.

Il progetto individua quindi la meta e i mezzi per raggiungerla e permette di poter verificare durante il cammino il percorso fatto.

E’ l’Oratorio in quanto tale che con le sue direttive educative detta le linee del progetto educativo del Gruppo Sportivo! Pertanto non c’è Gruppo Sportivo dell’Oratorio che possa avere comportamenti o atteggiamenti contrari a quelli stabiliti dall’Oratorio. Significa quindi che qualora il Gruppo Sportivo non risponda o non segua queste direttive il Gruppo verrà sciolto.

PREMESSA 

E’ considerazione comune che, per un buon funzionamento del gruppo sportivo, non è solo necessario individuare una serie di regole da imporre e far rispettare, ma è forse ancora più importante creare un clima che coinvolga tutti gli operatori e gli iscritti e che si basi sul rispetto reciproco, sulla disponibilità a collaborare, ma soprattutto infondere e valorizzare un vero e proprio spirito di squadra. 

 

OBIETTIVI

Educare attraverso lo Sport

Come riportato negli scopi già citati in questo documento, il gruppo sportivo si vuole impegnare ad offrire un canale dove si possano educare i ragazzi ed aiutarli nella loro formazione, sviluppando in loro un equilibrio personale ed acquisire padronanza nelle relazioni con gli altri.

Questa precisazione ci permette di definire il ruolo che il gruppo vuole avere all’interno dell’Oratorio s. Pio V e cioè quello di utilizzare il pallone, che sempre affascina i ragazzi, non come obiettivo, ma come mezzo per un fine più alto. Qualificarci non come una società sportiva attenta solo ai risultati e alle classifiche, ma un GRUPPO che valorizza i ragazzi come persone in quanto tali e che aiuti le famiglie del difficile ruolo educativo.

  1. Equilibrio Personale

Lungo questi mesi si è lavorato intensamente insieme, dirigenti, allenatori adulti e giovani. Un importante lavoro di gruppo che ha permesso di individuare i punti di riferimento a cui tendere per il raggiungimento del primo obiettivo.

  1. Lealtà
  2. Si intende aiutare i ragazzi ad avere un comportamento leale in campo e fuori. Un ragazzo leale si qualifica come riferimento per la squadra, come esempio da imitare, come persona che merita la fiducia degli altri. 

  3. Attenzione al proprio corpo
  4. Fare dello sport significa abituare il proprio corpo ad avere una condizione fisica perfetta per essere sempre pronti a dare il massimo di se stessi e raggiungere un buon risultato durante una gara. I ragazzi dovranno quindi essere aiutati a curare la loro preparazione atletica, ma soprattutto a curare il proprio corpo, per tutto ciò che riguarda, per esempio, l’alimentazione, l’attività e il riposo.

  5. Padronanza del linguaggio
  6. Partendo dal presupposto che la statura di un uomo si misura dal mento in su e non viceversa, tentare di acquisire una padronanza del proprio linguaggio ci sembra importante per scoprire che esprimersi in modi scorretti non aiuta a vivere bene e non aggiunge centimetri alla propria altezza!

  7. Impegno
  8. Come per il rispetto del proprio corpo l’impegno personale è importante per il raggiungimento di qualsiasi meta. Siamo convinti che a volte l’esito di una partita è condizionato dalla sorte – in quanto anche il calcio è un gioco – ma siamo altrettanto sicuri che l'impegno e la costanza di ognuno siano il trampolino di lancio per raggiungere risultati anche agonistici. 

  9. Competenza
  10. Potremmo discutere per ore se campioni si nasce o si diventa! Ma un modo comunque per provare a diventare protagonisti è quello di acquisire quella competenza necessaria per sapere come sbrigarsela in ogni situazione.

  11. Autosufficienza e responsabilità

Tutti i punti citati in precedenza permettono di raggiungere un equilibrio personale e credere nelle proprie capacità, divenendo quindi autosufficienti e sicuri. 

Strumenti

  1. Lo strumento principale della proposta educativa del Gruppo Sportivo è il complesso di attività catechetiche che l’Oratorio propone quali cammini di preparazione ai sacramenti, momenti di incontro per la cura della propria vita, momenti di riflessione sulla fede. Questi devono essere proposti dagli educatori come momenti primari.
  2. Un secondo strumento estremamente importante è L’ESEMPIO che i dirigenti e gli allenatori devono trasmettere ai ragazzi. Non si può chiedere serietà e lealtà ai ragazzi se prima non vengono dimostrati. L’allenatore, soprattutto, riveste un ruolo fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi che ci siamo dati: è la persona che è a diretto contatto con i ragazzi, è il loro primo punto di riferimento. Quindi è chiaro che un ruolo così impegnativo deve essere supportato dalla dirigenza attraverso un confronto costruttivo e non di delega. Sarà compito della dirigenza ascoltare, incoraggiare, difendere, sostenere e seguire da vicino ogni singolo allenatore. L’allenatore a sua volta deve rendersi disponibile a partecipare ad incontri formativi che lo aiutino ad assumere il ruolo che riveste e che lo renda più credibile di fronte ai ragazzi aumentandone la stima e la fiducia.
  3. La dirigenza ha il preciso compito di mettere a disposizione tutte le strutture necessarie per lo svolgimento degli allenamenti e delle partite, favorire preparazioni particolari agli allenatori agli arbitri e definire le regole che devono essere rispettate nello svolgimento delle competizioni, tra le quali garantire che non si verifichino episodi violenti, imponendo agli allenatori di mettere in atto sospensioni dei giocatori ed, eventualmente, in caso estremo, la squadra completa. Nel caso fossero coinvolti i giocatori della squadra ospite, segnalare a chi di competenza i fatti non conformi alla logica sportiva.
  4. Utilizzare tutte le strutture messe a disposizione della società per aumentare le capacità e le doti atletiche dei ragazzi.
  5. Insegnare agli allenatori come comportarsi in caso di incidenti fisici durante le attività sportive dando in dotazione un pronto soccorso.
  6. Impegno primario dell’allenatore è seguire la crescita dei ragazzi confrontandosi costantemente con gli educatori più adulti e con le altre realtà educative dell’Oratorio.
  7. Riscoprire il ruolo del capitano della squadra non scelto a caso, ma tra le persone che si sono distinte per impegno e disponibilità in modo che diventino esempio per gli altri.
  8. Gli allenatori devono affidare ai ragazzi secondo le loro capacità incarichi di sempre maggior responsabilità, quali sistemazione delle attrezzature, cura dei calendari e delle classifiche, cura del sito web…
  1.  Equilibrio con gli altri

Il secondo obiettivo raccoglie la volontà di insegnare ai ragazzi come saper gestire e vivere i rapporti tra coetanei e adulti. Anche in questo caso si sono evidenziati i seguenti punti di riferimento.

  1. Competitività
  2. Non esiste sport dove non ci sia un vincente e un perdente o un migliore e un peggiore. Ma il migliore o il vincente dovrà essere solo colui o coloro che nel rispetto delle regole abbiano fatto del loro meglio compatibilmente con le proprie capacità e le forze in atto. Educare alla sana competitività risulterà una meta importante.

  3. Spirito di squadra.
  4. Incrementare e favorire le relazioni tra i ragazzi della stessa età utilizzando uno spazio come quello dell’oratorio per fare aggregazione sfruttando i momenti di incontro come occasioni educative.

  5. Rispetto degli altri.
  6. Le immagini alla televisione mostrano un calcio ricco di violenze e scontri fisici come se il ragazzo della squadra avversaria non fosse un compagno di gioco bensì un nemico! L’impegno dovrà essere quello di capovolgere questa identificazione della squadra ospite. Chi gioca bene ed è un vero campione, per sconfiggere l’avversario non ha bisogno d’altro che della sua competenza.

  7. Rispetto degli ambienti.

La corresponsabilità nella gestione degli spazi utilizzati per l’esercizio sportivo risulterà fondamentale per comprendere il valore delle cose che abbiamo e che ci sono state affidate.

Strumenti

Allenatori e dirigenti dovranno impiegare un notevole sforzo per il raggiungimento del secondo obiettivo, ma anche in questo caso la figura dell’Assistente (il don), l’ambiente in cui si opera e la disponibilità al confronto tra gli operatori responsabili risulterà di aiuto. Tuttavia è opportuno mettere in atto le seguenti direttive:

  1. Insegnare ai ragazzi il valore di una vittoria e come la si è ottenuta. Lo stesso vale per le sconfitte.
  2. Saper gestire con autorità situazioni che spesso degenerano in campo e fuori. Questa autorità parte dalla autorevolezza che si è riusciti a guadagnarsi con la stima! Significa che l’esempio che diamo ci ritorna in possibilità di essere accolti e ascoltati anche quando le cose da dire sono difficili da ascoltare come un rimprovero. I ragazzi ci stimeranno nella misura in cui saremo veri e autentici: duri con noi stessi per essere dolci con gli altri. Essere educatori costa caro in questo: la stima dei miei ragazzi la guadagno non essendo permissivo, ma portandoli al loro bene.
  3. Seguire la crescita della squadra non solo in termini sportivi, ma di relazione tra le persone collaborando anche con altre realtà che seguono i ragazzi.
  4. Responsabilizzare i ragazzi nella gestione degli ambienti, stabilendo mansionari e turni di pulizia e coinvolgendo le squadre nei lavori straordinari. Tutto ciò dovrà risultare scritto e visibile in modo che possa essere verificato. Questo è preciso impegno della dirigenza che fornirà mansionari e turni e aiuterà perché questi vengano rispettati.
  5. Creare una tradizione in cui tutto il gruppo sportivo si incontri offrendo una dimensione di continuità e dinamica di gruppo. A questo riguardo la dirigenza organizzerà almeno due momenti di festa e di incontro in prossimità del s. Natale e della fine delle attività.
  6. Proporre la partecipazione alla s. Messa domenicale prima della partita.
  7. Preparazione degli arbitri come garanti non solo dello svolgimento delle partite ma anche dello stile in cui vengono disputate.
  8. La gestione delle situazioni particolari con i ragazzi dovrà essere concordata di comune accordo tra allenatori, dirigenza e Assistente, consapevoli che tutti hanno un preciso ruolo decisionale di competenza.

Ognuno, per il proprio ruolo, dovrà sentirsi strumento ed esempio per gli altri, preparato e disponibile all’incontro.

RAPPORTO CON LE FAMIGLIE

Il rapporto tra famiglie e Gruppo Sportivo, nella storia delle Società è risultato a volte complicato. Pensiamo che il mettere a disposizione dei genitori gli obiettivi educativi che il gruppo sportivo si pone renderà il rapporto collaborativo e costruttivo. Se il confronto sarà solo sui goal e sulle classifiche nessuno potrà crescere!

Sarà premura di tutta questa comunità educante di trovare momenti comuni di incontro e confronto perché famiglie, allenatori, dirigenza e Assistente siano collaboratori dello stesso progetto: far crescere i ragazzi in un ambiente fecondo.

La dirigenza si rende disponibile per ascoltare ogni genitore per qualsiasi problema inerente l’attività sportiva e i provvedimenti educativi e disciplinari adottati.

COME UTILIZZARE IL PROGETTO

Il progetto dovrà avere una validità di almeno tre anni al fine di poterne vedere i risultati. Potrà essere ampliato e modificato durante le verifiche – nel caso in cui si riscontrino necessità di approfondimento o variazioni di qualche punto. Le verifiche dovranno essere periodiche.

L’adesione a cariche societarie dovrà avvenire facendosi carico degli obiettivi riportati nel progetto.

Il progetto mi custodisce se io custodisco il progetto.

CONCLUSIONI

Contiamo, con l’aiuto di tutti, di poter raggiungere uno stile che ci dovrà contraddistinguere, come gruppo sportivo s. Pio V che fa del calcio uno strumento di testimonianza, dove giocare diventa una scuola di vita perché un pallone che rotola in campo è gioia, divertimento e amore tra le persone che condividono la vita.