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11 aprile 2005

Davide.it

C00138.JPG (92452 byte) E' il genere più antico di danza che si possa studiare nelle accademie. La sua origine proviene direttamente dall'Italia, dai balli di corte del rinascimento. Ma il genere venne presto ripreso anche dalle corti francesi, che lo svilupparono e lo portarono alla massima espressione durante il XVII-XVIII secolo. Fu in questo periodo che lavorò il coreografo Pierre Beauchamp, considerato il “creatore” delle cinque posizioni classiche. In realtà Beauchamp codificò le cinque posizioni accademiche, già utilizzate da tempo.

Sempre in questo periodo fu fondata la prima vera e propria organizzazione professionale di danza. In questo periodo la danza smise di essere un esercizio di corte. Non era più una cosa un po’ per tutti quanti (lo stesso Luigi XIV assunse il nome di Re Sole anche perché interpretò la parte del dio sole in "Le Ballet de la Nuit" nel 1653), ma divenne una professione vera e propria. All’inizio tutti i danzatori erano uomini. La prima donna a ballare salì sul palco nel 1681 in un balletto chiamato “Le Triomphe de l’Amour”. Nel 1700 Raoul Feuillet scrisse un libro in cui raccolse le posizioni e i passi base della danza, ancora oggi utilizzati.

I danzatori del XVIII secolo erano coperti da maschere, indossavano grosse parrucche e scarpe col tacco. Le donne indossavano gonne larghe e lunghe, strette nei loro corpetti. Gli uomini non erano certo molto più leggeri. Furono due donne a cambiare le cose. Le due migliori ballerine francesi dell’epoca. Marie Camargo infatti scelse scarpe senza tacco, accorciò le gonne rendendole meno ingrombranti e abbandonò le maschere, mentre la sua rivale, Marie Salle, abbandonò i pesanti costumi scegliendo per il suo compagno delle tuniche greche.

La prima donna della storia ad aver compiuto una doppia pirouette è stata Hanne Heinel. Furono inglesi e tedeschi ad evolvere l’idea di balletto.
Infatti John Weaver, a Londra, eliminò le parole dai suoi spettacoli, cercando di rappresentare i concetti attraverso espressività del movimento e panotmima, mentre Franz Hilverding (a Vienna), con il suo pupillo italiano Gasparo Angiolini sperimentò movimenti vicini alla recitazione, sempre accentuando la gestualità.

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C00218.JPG (76544 byte) Nel 1735 fu fondata l’Accademia Imperiale Russa, che darà poi vita al Russian Ballet, il Balletto Russo. Verso la fine del ‘700 la danza cominciò a subire forti accelerazioni. Si iniziò ad andare sulle punte. Per lo più per due o tre passaggi. Fino a che, per la prima votla, Marie Taglioni nel 1832 ballò tutta “La Sylphide” sulle punte. Nel 1828 vennero isnerite per la prima volta nei balletti delle prese. È l’era del Balletto Romantico.
Siamo infatti entrati nel romanticismo e la danza non fa eccezione. Marie Taglioni interpretò Sylphide, una bellissima creatura sovrannaturale che viene amata e inavvertitamente uccisa da un essere mortale. Questa rappresentazione cambiò moltissimo lo stile dei balletti, nella tecnica, nella storia e nei costumi.

 

 

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C00223.JPG (158076 byte) Fu proprio “La Sylphide” ad ispirarne il successore ideologico: “La Giselle”, interptretato per la prima volta all’Opera di Parigi nel 1841 da Carlotta Grisi. Anche ne “La Giselle” il tema sovrannaturale è dominante. Nel secondo atto i fantasmi indossano il tutù bianco reso popolare da “La Sylphide”. Altri temi più “terreni” furono messi in scena nello stesso periodo.
Un salto ci porta alla creazione dei più grandi balletti del mondo. Nel 1932 George Balachine fonda la School of American Ballet. Più tardi, nel 1947, insieme a Kirstein fonda la Bellet Society che diventerà l’anno successivo (1948) il New York City Ballet. Così nacquero tanti balletti in tante città nordamericane: il National Ballet of Canada, a Toronto nel 1951, Les Grands Ballets Canadiens, a Montréal nel 1952, il Pennsylvania Ballet, a Philadelphia nel 1963 e lo Houston Ballet nel 1963. C00248.JPG (159312 byte)
C00282.JPG (81006 byte) Negli anni ’20-’30 in Germania e negli Usa comincia a svilupparsi la Danza Moderna. Capostipiti di questi generi, comunque differenti dalla danza moderna odierna, furono la tedesca Mary Wingman, il coreografo Kurt Jooss, e le famosissime statunitensi Martha Graham e Doris Humphrey. La strada era quella di cercare una forma espressiva più vicina alla vita reale, meno rinchiusa in un esercizio stilistico che perdeva di vista l’emotività dell’artista. Il fenomeno è chiaro se si pensa alla nascita del realismo e della beat generation.
Nel 1956 le grandi compagnie russe, come la compagnia Bolshoi o la compagnia Kirov, cominciarono ad esibirsi in occidente. L’intenso spirito drammatico e il grande viruosismo tecnico ebbero un fortissimo impatto sul pubblico. È importante citare i grandi nomi di Rudolf Nureyev, diventato poi direttore artistico del Paris Opéra Ballet, di Natalia Makarova o di Mikhail Baryshnikov, poi direttore dell’American Ballet Theatre, a New York City. C00322.JPG (95097 byte)

fonte fotografica: spettacolo di fine corso della Scuola di Danza - Teatro Oscar - 26.05.2002 (Riproduzione vietata)
fonte testuale: http://www.superballo.it/