Parrocchia Regina Pacis - Scuola per Genitori

Venerdì 1.6.2001

Le "regole" per diventare grandi

Franca Malagò: traccia ed appunti

"Libero non è l’uomo che fa ciò che vuole, ma colui che rispetta le leggi": questa frase del filosofo Epitteto (I d.C) ci servir? come traccia nella chiacchierata di questa sera.

Ai miei tempi le cose andavano in altro modo… frase trita e banale che ogni genitore ha sicuramente pronunciato: scontata, ma indubbiamente vera: l’importante ? per? di capire che cosa ? cambiato e come possiamo cambiare noi.

Dopo epoche di educazione rigida in cui i figli vivevano una vita distinta da quella dei genitori, sono subentrati anni di educazione senza regole, estremamente permissiva, tendente ad evitare ogni occasione di frustrazione al figlio….

E oggi?

Oggi le famiglie funzionano ad un ritmo di negoziazione continua.

Non ci sono pi? le regole rigide del passato, abbiamo capito che un po’ di norme le dobbiamo dare, ma le calibriamo giorno per giorno, momento per momento

La famiglia ? diventata esperta di trattative continue. Si tratta perch? il figlio mangi, perch? dorma, perch? vada alla scuola materna, perch? faccia i compiti….

Se sono nati disturbi della personalit? nel caso di educazioni troppo rigide o troppo permissive anche questa educazione oscillante, incoerente, ha la sua patologia.

Fermo restando l’importanza del dialogo e della presenza affettuosa del genitore, occorre non dimenticare limite e regole.

Non si sta torturando i figli, li si sta solo aiutando a riconoscere che in famiglia, cos? come poi nella vita, esistono delle norme.

Norme che alla fine sono molto rassicuranti. Attraverso le regole che il genitore da in famiglia il bambino impara che esiste un mondo di bambini e un mondo di adulti e che in questo mondo gli adulti si assumono la responsabilit? di fargli da guida.

Il presupposto sbagliato ? che il bambino non ? un adulto in miniatura.

Un adulto ? tale perch? ha alle spalle un bagaglio di esperienze in base alle quali giudica il presente.

Questo sapere lo aiuta a vivere.

Un adulto riconosce un mal di stomaco da indigestione da uno da fame. Un adulto capisce che sta male solo perch? ha sonno. Un bambino tutto questo non lo sa, un adulto glielo deve insegnare dicendoglielo.

Il figlio capisce che il "no" del genitore ? con lui non ? contro di lui.

Genitore che propone educazione di negoziazione, oggi cos? domani col?, non pu? essere di riferimento.

Un’educazione incoerente oscillante a seconda dell’umore, della stanchezza, del momento delle circostanze crea ansia e disorientamento.

I confini hanno un valore protettivo.

Esempio del muro di Giuliana Ukmar: in una stanza buia cerchiamo un muro da cui far partire la nostra ricerca di porte finestre interruttori, se non lo troviamo sar? il panico.

Cos? il figlio cerca il no del genitore per costruirsi il suo orientamento nel mondo.

Che fiducia pu? dare un genitore che cambia continuamente idea, che si pu? manipolare con quattro frignate?

Le regole servono a trasmettere sicurezza, capacit? disorientarsi e trovare i punti di riferimento.

L’autorit? dei genitori protegge il figlio.

La mancanza di autorit?, autorevolezza, dei genitori si sente molto pi? avanti negli anni dell’adolescenza

D’altra parte perch? ora un figlio che ha fatto quel che gli pareva fino ad ora a quindici anni dovrebbe ascoltare il padre o la madre che gli chiedono di rientrare ad una certa ora, di studiare…

E se non gli ? mai stato chiesto un minimo di collaborazione in casa, apparecchiare, sparecchiare, rifarsi il letto, tenere in ordine la sua stanza, rifarsi le borse dello sport….

Perch? ora non dovrebbe considerare la casa come un albergo? Glielo abbiamo permesso fino ad ora!

Perch? capita che ci dicano che a scuola sono bravi ordinati, ubbidienti? Perch? a scuola le regole ci sono, sono chiare e sempre le stesse.

E’ necessario che padre e madre facciano i genitori.

I figli hanno diritto ad avere due genitori che li educhino come persone, non siamo solo dei compagni di strada.

Non siamo enti erogatori di borse di studio.

Rinunciare ad educare equivale a dare le dimissioni dal ruolo di genitore.

Sono orfani i nostri figli se noi non esercitiamo il ruolo di genitori.