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Sono quartieri nati tutti nel secondo dopoguerra, in periodi successivi, in una zona di aperta campagna che era considerata molto salubre, perché si assicurava che vi respirasse "aria di mare". Questo, infatti, si vede splendere lontano, all'orizzonte, nelle belle giornate di sole, dietro il colle di Montescaglioso, insieme al profilo del Pollino, dell'Alpi, del Raparo e di altri monti.

In questa località, perciò, si portavano i bambini colpiti da pertosse per respirare sia "aria di mare" all'esterno, sia l'esalazione delle orine di vacche, all'interno delle buie e piccole stalle, in locali senza finestre o in grotte che numerose erano nella zona.

In questa parte alta dell'Agro materano non stazionavano mai le nebbie e il clima umido che copriva spesso i Sassi e le parti basse della città, specie durante le giornate di scirocco. Per questo motivo nella zona sorgevano, e sorgono, numerosi casini di campagna, nei quali in agosto e settembre si riversavano le famiglie materane a villeggiare, poiché non esistevano le ferie, e i bagni di mare erano sconosciuti..

Le contrade dei Cappuccini e di Agna, ben esposte a mezzogiorno e protette dai venti di tramontana, non comprese nelle proprietà recintate in cui sorgevano casini più o meno grandi, erano spezzettate in innumerevoli parti di terreno con casette o grotte, in mezzo a piccoli oliveti, frutteti e vignarelle, essendo lo strato di terra sulle rocce affioranti molto sciolto e fresco e per nulla argilloso, adatto quindi per gli alberi.

Una volta l'anno, il giorno di Pasquetta, la strada dei Cappuccini si riempiva di una folla di Materani, che vi si recavano per un pranzo nei casini della zona o all'aperto con lasagne al forno, farcite di uova lesse, scamorza, salame e polpette, tenute in caldo in grandi contenitori con la carbonella accesa. Ovunque si accendevano piccoli fuochi per gli arrosti di capretto. Alle bancarelle si compravano arachidi, castagne dei preti, ceci e fave arrostite. E si beveva il vino ancora novello.

                                                                                   Domenico Riccardi

La città dei SASSI