Alcune nozioni dogmatiche:
La Messa è sostanzialmente lo stesso sacrificio della croce. E' diverso solo il
modo dell'offerta (Denz. 940)
Essendo un vero sacrificio la Messa ne realizza in modo proprio le finalità:
adorazione, ringraziamento, riparazione e petizione (Denz. 948 e 950).
Il valore della Messa è in se stesso rigorosamente infinito. Però i suoi
effetti in quanto dipendono da noi non ci vengono applicati se non nella misura
delle nostre interne disposizioni.
La Messa ha gli stessi fini e produce gli stessi effetti del
sacrificio della croce, che sono quelli del sacrificio in generale come atto
supremo di religione, però di grado infinitamente superiore.
Il sacrificio della Messa rende a Dio un'adorazione degna di Lui,
rigorosamente infinita. Questo effetto è prodotto infallibilmente ex opere
operato, anche se celebra un sacerdote in peccato mortale, perché questo valore
latreutico o di adorazione dipende dalla dignità infinita del Sacerdote
principale che lo offre e dal valore della Vittima offerta.
Con la Messa possiamo dare a Dio tutto l'onore che Gli è dovuto in riconoscimento
della Sua infinita maestà e del Suo supremo dominio, nella maniera più perfetta
possibile e in grado rigorosamente infinito. Una sola Messa glorifica più Iddio
di quanto lo glorificheranno in cielo, per tutta l'eternità, tutti gli angeli,
i santi e i beati insieme, compresa Maria Santissima.
Dio risponde a questa incomparabile glorificazione curvandosi amorosamente
verso le Sue creature. Di qui l'immenso valore di santificazione che racchiude
per noi il santo sacrificio della Messa.
Gli immensi benefici di ordine naturale e soprannaturale che
abbiamo ricevuto da Dio ci hanno fatto contrarre verso di Lui un debito
infinito di gratitudine che possiamo saldare soltanto con la Messa. Infatti per
mezzo di essa offriamo al Padre un sacrificio eucaristico, cioè di
ringraziamento, che supera infinitamente il nostro debito; perché è
Cristo stesso che, immolandosi per noi, ringrazia Iddio per i benefici che ci
concede. A sua volta il ringraziamento è fonte di nuove grazie perché al
benefattore piace la gratitudine. Questo effetto eucaristico è sempre prodotto
infallibilmente ex opere operato indipendentemente dalle nostre disposizioni.
Dopo l'adorazione e il ringraziamento non c'è dovere più urgente
verso il Creatore che la riparazione delle offese che da noi ha ricevuto. Anche
sotto questo aspetto il valore della Messa è assolutamente incomparabile,
giacché con essa offriamo al Padre l'infinita riparazione di Cristo con tutta
la sua efficacia redentrice.
Questo effetto non ci viene applicato in tutta la sua pienezza - basterebbe
infatti una sola Messa per riparare tutti i peccati del mondo e liberare dalle
loro pene tutte le anime del Purgatorio - ma ci viene applicato in grado
limitato secondo le nostre disposizioni.
Tuttavia:
a. ci ottiene, per sé ex opere operato, se non incontra ostacoli, la
grazia attuale necessaria per il pentimento dei nostri peccati. Lo insegna il
Concilio di Trento: «Hujus quippe oblatione placatus Dominus, gratiam et donum
paenitentiae concedens, crimina et peccata etiam ingentia dimittit» (Denz.
940).
b. rimette sempre, infallibilmente se non incontra ostacoli, almeno la
parte della pena temporale che si deve pagare per i peccati in questo mondo o
nell'altro. La Messa è quindi utile anche alle anime del Purgatorio (Denz. 940
e 950). Il grado e la misura di questa remissione dipende dalle nostre
disposizioni.
Gesù Cristo si offre al Padre nella Messa per ottenerci con il
merito della Sua infinita oblazione tutte le grazie di cui abbiamo bisogno. «Semper
vivens ad interpelladum pro nobis» (Ebr. 7, 25), e valorizza le nostre
suppliche con i Suoi meriti infiniti. La Messa di per sé, ex opere operato,
muove infallibilmente Dio a concedere agli uomini tutte le grazie di cui hanno
bisogno, ma il dono effettivo di queste grazie dipende dalle nostre
disposizioni, la mancanza delle quali può impedire completamente che queste
grazie giungano fino a noi.
Le disposizioni principali per la Santa Messa sono di due specie:
esterne ed interne.
Il sacerdote che celebra dovrà osservare le rubriche e le
cerimonie stabilite dalla Chiesa come se quella fosse la prima, l'ultima e
l'unica Messa della sua vita.
Il semplice fedele assisterà alla Messa in silenzio, con rispetto e attenzione.
La migliore disposizione interna è quella di identificarsi con
Gesù Cristo che si immola sull'altare, offrendoLo al Padre ed offrendosi con
Lui, in Lui e per Lui. ChiediamoGli che converta anche noi in pane per essere
così a completa disposizione dei nostri fratelli mediante la carità. Uniamoci
intimamente con Maria ai piedi della croce, con San Giovanni il discepolo
prediletto, col sacerdote celebrante, nuovo Cristo in terra.Uniamoci a tutte le
Messe che si celebrano nel mondo intero. La santa Messa celebrata o ascoltata
con queste disposizioni è indubbiamente tra i principali strumenti di
santificazione.
Tratto da:
Antonio Royo Marin, Teologia della perfezione cristiana,
ed. Paoline, 1987, pagg. 548-554