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Il mio Cuore
Immacolato sarà il tuo rifugio
Le apparizioni e il
messaggio di Fatima
secondo i manoscritti di suor
Lucia
di ANTONIO AUGUSTO BORRELLI MACHADO
Nei libri che trattano degli avvenimenti di Fátima, la
descrizione delle apparizioni e i colloqui della Madonna con i veggenti sono
inseriti in una sequela di fatti che inglobano le ripercussioni locali delle
apparizioni, gli interrogatori dei veggenti e dei testimoni, le guarigioni e le
conversioni straordinarie che ne sono seguite i particolari tanto attraenti
della crescita spirituale dei bambini privilegiati, e numerosi episodi connessi.
Certamente, niente di più logico e di più comprensibile.
Letti i libri, però,
sorge in molti il desiderio di disporre di un testo che dia loro più facilmente
la possibilità di indugiare in modo speciale sul contenuto stesso delle
apparizioni, con l'intento di penetrare sempre più il senso del messaggio che la
Madonna è venuta a comunicare agli uomini, in modo da poterne ottemperare le
prescrizioni.
Con l'intenzione di soddisfare questo desiderio tanto
legittimo, abbiamo composto una relazione circoscritta a quanto accadde tra la
Vergine, l'Angelo del Portogallo e i veggenti, cioè un rapporto nel quale tutti
gli altri fatti edificanti o pittoreschi, che si inseriscono nella storia di
Fatima, sono stati lasciati da parte per fissare l'attenzione
sull'essenziale.
Alla relazione delle manifestazioni dell'Angelo nel 1916 e
della Madonna nel 1917, segue quella delle rivelazioni private ricevute dall'uno
o dall'altro dei veggenti isolatamente e in modo speciale quelle di suor Lucia.
Poiché costituiscono un complemento delle apparizioni della Cova da Iria, non
potevano mancare in questa sede.
Nella redazione di questo studio, ci
siamo basati soprattutto su due opere molto note, che raccomandiamo ai lettori
desiderosi di possedere una storia completa di Fatima. La prima è dello
scrittore cattolico nordamericano William Thomas Walsh, Our Lady of
Fatima, la seconda opera è di padre Giovanni De Marchi I.M.C., Era
una Senhora mais brilhante que o sol....
Padre De Marchi ha passato tre
anni a Fátima a interrogare i principali testimoni degli avvenimenti e a mettere
accuratamente per iscritto le loro deposizioni. Ha intervistato suor Lucia e ha
potuto consultare i manoscritti della veggente, dei quali parleremo più
avanti.
William Thomas Walsh è stato in Portogallo nel 1946 a fare indagini e
interviste. Ha parlato con suor Lucia e ha basato il suo libro specialmente
sulle quattro Memórias da lei scritte.
Le opere di padre De Marchi e
di Walsh sono molto fededegne, e concordano fondamentalmente tra loro. Tutta
via, per maggiore sicurezza, le abbiamo confrontate con quelle di altri autori,
che completano certi fatti e illuminano alcuni particolari. Esse sono citate nei
punti corrispondenti.
Abbiamo potuto ricorrere direttamente anche alla fonte
più autorevole, che sono indubbiamente i manoscritti di suor Lucia. Infatti, nel
1973 sono state finalmente pubblicate le Memórias e Cartas da Irmã Lúcia,
dal padre dr. Antonio Maria Martins S.J.
Ci sia permesso esprimere in questa
sede il desiderio che venga fatta in futuro una edizione critica completa che
contenga, otre alle memorie e alle lettere già pubblicate, i diversi
interrogatori a cui fu sottoposta suor Lucia, i diversi documenti del processo
canonico e tutta la corrispondenza della veggente che si riesca ancora a
raccogliere. L'importanza dell'argomento Fátima comporta certamente che si
faccia uno sforzo tanto meritorio.
Le diverse relazioni redatte da suor
Lucia sono abitualmente designate come Memórias I, II, III, e IV.
La
prima, scritta su un comune quaderno a righe, è una raccolta di ricordi
personali per la biografia di Giacinta. Il 12 settembre 1935, quando fu fatta la
esumazione dei resti mortali della piccola veggente di Fatima morta nel 1920, si
trovò che il suo volto si conservava incorrotto. Il vescovo di Leiria, mons.
José Alves Correia da Silva, inviò a suor Lucia una fotografia scattata in tale
occasione ed ella, ringraziando, fece riferimento alle virtù della cugina.
Allora il prelato ordinò a suor Lucia di scrivere tutto quanto sapeva della vita
di Giacinta, e ne derivò il primo manoscritto, che fu pronto attorno al Natale
del 1935.
Nell'aprile del 1937, padre Ayres da Fonseca fece notare al vescovo
di Leiria che la prima relazione di suor Lucia lasciava supporre l'esistenza di
altri dati interessanti, relativi alla apparizione e che restavano sconosciuti.
Suor Lucia si mise allora a scrivere, tra il 7 e il 21 novembre di quell'anno
-in seguito a un nuovo ordine di mons. José Alves Correia da Silva- la storia
della sua vita. In questo secondo scritto parla anche, benché in modo molto
succinto delle apparizioni della Madonna, e riferisce, per la prima volta
pubblicamente, le apparizioni dell'Angelo. Diverse ragioni l'avevano spinta a
tacere, fino ad allora, in proposito: un consiglio dell'arciprete di Olival, don
Faustino José Jacinto Ferreira -a cui aveva narrato le apparizioni-, confortato,
più tardi, da una raccomandazione dello stesso tenore del vescovo di Leiria-
d'altro lato, le critiche e le beffe nate a proposito del racconto delle prime
apparizioni dell'Angelo nella primavera e nell'estate del 1915, e i rimproveri
severi di sua madre, l'avevano sempre indotta a una grande cautela e
discrezione. D'altra parte, colpisce, nelle Memórias di suor Lucia, la
sua grande riluttanza a parlare di sé stessa e, di conseguenza, delle
apparizioni.
Nel 1941 il vescovo di Leiria ordinò alla veggente di scrivere
tutto quanto potesse ancora ricordare a proposito della vita di sua cugina,
nella prospettiva di una nuova edizione del libro su Giacinta che il canonico
Galamba de Oliveira voleva editare. «Questo ordine -scrive suor Lucia-
mi cadde in fondo all'anima come un raggio di luce, dicendomi che era giunto il
momento di rivelare le due prime parti del segreto». Così, suor Lucia inizia
il suo terzo manoscritto rivelando le parti attualmente note del segreto di
Fátima. Poi registra le impressioni da esse causate sullo spirito di Giacinta.
La relazione è datata 31 agosto 1941.
Sorpreso da tali rivelazioni, il
canonico Galamba de Oliveira giunse alla conclusione che suor Lucia non aveva
detto tutto nei documenti precedenti, e sollecitò il vescovo di Leiria a
ordinarle di scrivere una storia completa delle apparizioni: «Le ordini,
Signor Vescovo [...] di scrivere TUTTO. Ma TUTTO. Che deve fare
molti giri in Purgatorio per avere taciuto una cosa tanto importante». Suor
Lucia si scusa dicendo che ha sempre agito per ubbidienza. Il canonico Galamba
insiste con il vescovo perché le ordini «di dire TUTTO, TUTTO di non
nascondere nulla» (facendo così allusione, sembra, anche alla terza parte
del segreto). Il vescovo, tuttavia, preferisce non compromettersi: «Que sto
non lo ordino. Non mi metto in affari di segreti ». E ordina semplicemente
alla veggente di fare una narrazione completa delle apparizioni. Allora fu
redatto il quarto manoscritto, che porta la data dell'8 dicembre 1941. In esso
suor Lucia fa per la prima volta una relazione sistematica e ordinata delle
apparizioni, dichiarando, infine, di non avere «avvertitamente» omesso
nulla di quanto poteva ricordare, salvo, evidentemente, la terza parte del
segreto, che non aveva avuto fino ad allora ordine di
rivelare.
Pubblicando questo studio, desideriamo dare il nostro
contributo affinché il messaggio della Madonna di Fátima sia sempre più
conosciuto, amato e ascoltato.
(5) Il processo canonico che si protrasse per otto anni durante i
quali suor Lucia fu interrogata diverse volte si concluse in modo favorevole
alle apparizioni. Il vescovo di Leiria mons. José Alves Correia da Silva, in una
lettera pastorale del 13 ottobre 1930, si esprime così:
«In virtù delle
considerazioni esposte e di altre che omettiamo per brevità, invocando umilmente
il divino Spirito Santo e fiduciosi nella protezione di Maria Santissima, dopo
aver ascoltato i reverendi consultori della nostra
diocesi:
«Riteniamo conforme a giustizia:
« 1 - dichiarare
degne di credito le visioni dei bambini alla Cova da Iria, parrocchia di Fátima,
in questa diocesi, nei giorni 13 da maggio a ottobre
« 2 - permettere
ufficialmente il culto della Madonna di Fatima (cfr. MONS. FRANCISCO
RENDEIRO O. P., A consagração pela Igreja do culto de Nossa Senhora de
Fátima in Fátima, altar do mundo, Ocidental Editora, Oporto
1954, vol. I, pp. 179-180).
(6) Nella edizione delle Memórias e Cartas
da Irmã Lúcia, p. Antonio Maria Martins S. J. inserisce, tra le altre,
alcune lettere della veggente al suo confessore p. José Bernardo Gonçalves S.J.
e fa notare che fu quest'ultimo a «provocare più tardi la più valida
corrispondenza della Veggente. La maggior parte di queste lettere tratta di
problemi di coscienza, per cui non possono ora essere pubblicate» (op.
cit., p. 399). Nella prefazione dello stesso libro, p. Martins dice che gli
scritti della veggente, oltre alle Memórias, «comprendono migliaia di
lettere, la maggior parte delle quali redatte dopo il suo ingresso nel Carmelo
di santa Teresa, a Coimbra, il 25 marzo 1948 » (op. cit., p.
XX).
A proposito della sua corrispondenza con p. Gonçalves, suor Lucia
allude, in un determinato passo, alla censura cui era sottoposta e che le
impediva o le rendeva difficile trattare problemi di coscienza con lui. Sono
parole sue in una lettera a questo stesso padre, del 21 gennaio 1940: «Da
tempo desideravo anche scriverLe, ma diversi motivi me lo hanno impedito. Il
principale è stato la censura. Scrivere e non d ire ciò che bisognava, mi pareva
rubarle tempo; scriverlo con la censura, impossibile. La necessità, talora, non
è stata poca, ma pazienza. Tutto è passato, e il nostro buon Dio tiene buono
tutto, come ha mandato la ferita, così l'ha curata. Sa bene di essere l'unico
medico sulla terra. In verità, lo confesso, dubitavo anche che Lei non sarebbe
stato disposto a sprecare tempo con me. Perciò gradisco molto la sua lettera, e
la carità che ha usato con me nell'aprirmi la strada. Il Signore la
ricompensi» (op. cit., p. 418).
(7) Memórias e Cartas da IrmãLúcia
cit., p. 444.
(8) Cfr. ibid., IV, pp. 314 e 316. Le
sottolineature sono della stessa suor Lucia.
da Antonio A. Borelli Machado,
Le apparizioni e il messaggio di Fatima secondo i manoscritti di suor
Lucia, Piacenza: Cristianità, 1977; pp. 19-63.