Il
mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio
Le apparizioni e
il messaggio di Fatima
secondo i manoscritti di
suor Lucia
di ANTONIO AUGUSTO BORRELLI MACHADO
IV. LA MISSIONE DI SUOR LUCIA
In occasione della
seconda apparizione, alla richiesta di Lucia di portarla in cielo con i suoi
cugini, la Madonna le rispose, come abbiamo visto:
«Sì, Giacinta e Francesco li porto tra poco. Ma tu rimani quaggiù ancora
qualche tempo. Gesù vuole servirsi di te per farmi conoscere e amare. Vuole
stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato».
Queste parole indicano chiaramente che Lucia, oltre che come depositaria
dei segreti rivelati dalla Madonna, restava su questa terra per compiere una
determinata missione.
Bisogna anche ricordare che, già nella prima apparizione, il 13 maggio, la
Madonna aveva annunciato:
«Vengo per chiedervi di venire qui per sei mesi consecutivi, il giorno 13, a
questa stessa ora. Poi vi dirò chi sono e che cosa voglio. Poi ritornerò ancora
qui una settima volta».
Doveva quindi esservi una settima apparizione della Madonna alla Cova da
Iria. Quando? In essa, che cosa voleva comunicare o manifestare agli uomini la
Madonna? Comunque sia, sembra ovvio ammettere che suor Lucia dovrebbe essere
ancora una volta la confidente della Madonna alla Cova da Iria.
Stando così le cose, se questa settima apparizione non è avvenuta segretamente,
essa rappresenta una delle grandi aspettative relative a Fátima.
Il 17 giugno
1921. Lucia partì da Aljustrel per Oporto, e fu ricevuta come alunna interna
nel Collegio delle Suore Dorotee, a Vilar, alla periferia della città. Il 24
ottobre 1925 entra nell'Istituto di santa Dorotea, mentre contemporaneamente è
ammessa come postulante nel convento di questa stessa congregazione a Tuy, in
Spagna, vicino alla frontiera portoghese. Il 2 ottobre 1926 è novizia. Il 3
ottobre 1928 pronuncia i suoi primi voti come sorella conversa. Sei anni dopo,
lo stesso giorno di ottobre, emette i voti perpetui. Prende il nome di
religione di suor Maria dell'Addolorata.
In occasione della rivoluzione comunista in Spagna, è trasferita, per ragioni
di sicurezza, nel Collegio do Sardão, a Vila Nova de Gaia, dove rimane per
qualche tempo.
Più tardi, il 20 maggio 1946, suor Lucia può rivedere il luogo delle
apparizioni, andando alla Cova da Iria, nella grotta del Cabeço e nel podere
dei Valinhos.
Posteriormente, il 25 marzo 1948, ha lasciato l'Istituto di santa Dorotea per
entrare nel Carmelo di san Giuseppe, a Coimbra, con il nome di suor Maria Lucia
del Cuore Immacolato. Il 13 maggio dello stesso anno ha vestito l'abito di
santa Teresa, e il 31 maggio 1949 ha fatto la professione come carmelitana
scalza.
LE RIVELAZIONI POSTERIORI AL 1917; I CINQUE PRIMI SABATI
Nel segreto di
luglio, la Madonna aveva detto:
«verrò a chiedere la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato e la
comunione riparatrice nei primi sabati».
Quindi, il messaggio di Fátima non era definitivamente chiuso con il ciclo
delle apparizioni della Cova da Iria, nel 1917.
Il 10 dicembre 1925, la santissima Vergine, con al fianco il Bambino Gesù su
una nuvola luminosa, apparve a suor Lucia, nella sua cella, nella casa delle
Dorotee, a Pontevedra. Ponendole una mano sulla spalla le mostrò un Cuore
circondato di spine, che aveva nell' altra mano. Il Bambino Gesù, indicandolo
esortò la veggente con queste parole: «Abbi compassione del Cuore della tua
santissima Madre, che è coperto di spine che gli uomini ingrati in ogni momento
vi configgono, senza che vi sia nessuno che faccia un atto di riparazione per
toglierle».
La santissima Vergine aggiunse: «Guarda figlia mia, il mio Cuore
circondato di spine che gli uomini ingrati in ogni momento Mi configgono con
bestemmie e ingratitudini. Almeno tu vedi di consolarMi, e dì che tutti coloro
che per cinque mesi, il primo sabato, si confesseranno, ricevendo la santa
Comunione, reciteranno un rosario e Mi faranno compagnia per quindici minuti
meditando i quindici misteri del Rosario con l'intenzione di alleviare la mia pena,
lo prometto di assisterli nell'ora della morte con tutte le grazie necessarie
per la salvezza di queste anime».
Il 15 febbraio 1926, il Bambino Gesù appare di nuovo a suor Lucia, a
Pontevedra, chiedendole se aveva già divulgato la devozione alla sua santissima
Madre. La veggente espone le difficoltà presentate dal confessore, e spiega che
la superiora era pronta a propagarla, ma che quel sacerdote aveva detto che la
madre da sola non poteva fare nulla. Gesù rispose: «E vero che la tua
superiora da sola non può fare nulla, ma con la mia grazia può tutto». Suor
Lucia espose la difficoltà di alcune persone a confessarsi di sabato, e chiese
che fosse valida la confessione di otto giorni. Gesù rispose: «Sì, può
essere stata fatta anche molti più giorni prima, purché, quando Mi ricevono,
siano in grazia e abbiano l'intenzione di sollevare il Cuore Immaco1ato di
Maria». Suor Lucia fece anche l'ipotesi che qualcuno dimenticasse,
confessandosi, di formulare l'intenzione, al che Nostro Signore rispose: «Possono
fomularla nella confessione seguente servendosi della prima occasione che
avranno di confessarsi» (3).
La vigilia del 30 maggio 1930 Nostro Signore, parlando interiormente a suor
Lucia, risolse anche un'altra difficoltà: «Sarà ugualmente accetta la
pratica di questa devozione la domenica seguente il primo sabato, quando i miei
sacerdoti, per giusti motivi, così lo concedano alle anime» (4).
Il 17
dicembre 1927 Lucia andò vicino al tabernacolo, nella cappella della casa delle
Dorotee a Tuy, a chiedere a Nostro Signore come avrebbe potuto soddisfare
l'ordine del confessore di mettere per iscritto alcune grazie ricevute da Dio,
se in esse era racchiuso il segreto che la santissima Vergine le aveva
confidato. Gesù con voce chiara, le fece udire queste parole: «Figlia mia,
scrivi guanto ti chiedono -e scrivi anche tutto quanto ti ha rivelato la
santissima Vergine nella apparizione in cui ha parlato di questa devozione [al
Cuore Immacolato di Maria]. Per guanto riguarda il resto del segreto,
mantieni il silenzio» (5).
In conseguenza dell'ordine così ricevuto, Lucia rivelò quanto era successo
nell'apparizione di giugno.
Più tardi, nel 1941, quando il vescovo di Leiria le ordinò di ricordare tutto
quanto potesse interessare la storia della vita di Giacinta, per una nuova
edizione che si voleva fare stampare, la veggente, avuto il permesso dal Cielo,
rivelò due delle tre parti del segreto di luglio.
Ecco le sue parole:
«Il segreto consta di tre cose distinte, di cui sto per rivelarne due.
«La prima, dunque, è stata la visione dell'inferno».
E segue la narrazioni delle due parti del segreto, come le abbiamo
riprodotte a suo luogo, riferendo l'apparizione di luglio (ó),
Quanto all'altra parte del segreto (7) la veggente l'ha scritta tra il 22
dicembre 1943 e il 9 gennaio 1944, sotto forma di lettera, indirizzata,
attraverso il vescovo titolare di Gurza mons. Manuel Maria Ferreira da Silva,
che era stato suo confessore a Oporto, al vescovo di Leiria, che allora era
mons. José Alves Correia da Silva. Il documento, che secondo dichiarazioni di
suor Lucia non doveva essere reso pubblico prima del 1960 (8), fu portato da
mons. João Pereira Venancio quando era ancora vescovo ausiliare di Leiria, alla
nunziatura apostolica a Lisbona. Da qui, l'allora nunzio a Lisbona, poi
cardinale, Fernando Cento, lo portò, tra l'ottobre 1958 e il febbraio 1959, a
Roma dove fu letto da Papa Giovanni XXIII e dal cardinale Alfredo Ottaviani,
allora prefetto della Sacra Congregazione del Santo Ufficio. Poi il documento
fu depositato negli Archivi segreti vaticani (9).
Si sa da fonte sicura che suor Lucia scrisse questa parte del segreto, su
richiesta del vescovo di Leiria, in occasione di una grave malattia da cui fu
colpita (l0).
LA CONSACRAZIONE DELLA RUSSIA AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA
Il 13 giugno
1929, suor Lucia ebbe una splendida visione della santissima Trinità e del
Cuore Immacolato di Maria durante la quale la Madonna le comunicò che «era
giunto il momento in cui voleva che partecipasse alla santa Chiesa il suo
desiderio della consacrazione della Russia, e la sua promessa di convertirla».
La stessa suor Lucia scrive:
«Avevo chiesto e ottenuto dalle mie superiore e dal confessore il permesso di
fare l'ora di adorazione dalle undici a mezzanotte, dal giovedì al venerdì. Una
notte sola mi inginocchiai alla balaustra, in mezzo alla cappella a recitare
prostrata le preghiere dell'Angelo. Sentendomi stanca, mi alzai e continuai a
recitarle con le braccia incrociate. L'unica luce era quella della lampada.
Improvvisamente tutta la cappella si illuminò di una luce soprannaturale, e
sull'altare apparve una Croce di luce che arrivava fino al tetto. In una luce
più chiara, nella parte superiore della Croce, si vedeva un volto di uomo con
il corpo fino alla cintola [l'eterno Padre], sul petto una colomba di
luce [il divino Spirito Santo], e inchiodato sulla croce il corpo di un
altro uomo [Nostro Signore Gesù Cristo]. Un poco sotto la cintola,
sospesi nell'aria si vedevano un calice e una grande Ostia sulla quale cadevano
alcune gocce di sangue che scorrevano sul volto del Crocifisso e da una ferita
del costato. Scivolando sull'Ostia, queste gocce cadevano nel calice. Sotto il
braccio destro della croce stava la Madonna (era la Madonna di Fátima con il
suo Cuore Immacolato nella mano sinistra, senza spada né rose, ma con una
corona di spine e fiamme)... Sotto il braccio sinistro [della croce] alcune
grandi lettere, come fossero di acqua cristallina che scorreva sull'altare,
formavano queste parole: "Grazia e Misericordia".
«Compresi che mi veniva mostrato il mistero della santissima Trinità, e
ricevetti su questo mistero lumi che non mi è permesso rivelare.
«Quindi la Madonna mi disse: "E giunto il momento in cui Dio chiede
che il Santo Padre faccia, in unione con tutti i vescovi del mondo, la
consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato, promettendo in questo modo
di salvarla. Sono tante le anime che la Giustizia di Dio condanna per peccati
commessi contro di Me, e perciò vengo a chiedere riparazione: sacrificati con
questa intenzione e prega» (11).
Attraverso i suoi confessori e il vescovo di Leiria, la veggente fece in modo
che la richiesta della Madonna giungesse, in quello stesso anno, a conoscenza
di Papa Pio XI, che promise di prenderla in considerazione (12),
In una lettera del 29 maggio 1930 al suo confessore padre José Bernardo
Gonçalves S.J., suor Lucia riferisce che Nostro Signore, dopo averle fatto
sentire in fondo al cuore la sua divina presenza, insistette perché chiedesse
al Santo Padre l'approvazione della devozione riparatrice dei Primi Sabati.
Ecco le parole della veggente: «Se non mi inganno, il buon Dio promette di
porre termine alla persecuzione in Russia se il Santo Padre si degnerà di fare,
e di ordinare che lo facciano anche i vescovi del mondo cattolico, un atto
solenne e pubblico di riparazione e di consacrazione della Russia ai santissimi
Cuori di Gesù e Maria, promettendo Sua Santità, con la fine di questa
persecuzione, di approvare e raccomandare la pratica della già indicata
devozione riparatrice» (13).
Più tardi, attraverso un'altra comunicazione interiore, Nostro Signore si
lamentò con suor Lucia perché la consacrazione della Russia non era stata
fatta: «Non hanno voluto ascoltare la mia richiesta. Come il re di Francia
se ne pentiranno, e la faranno, ma sarà tardi (14). La Russia avrà già
sparso i suoi errori nel mondo provocando guerre persecuzioni alla Chiesa: il
Santo Padre dovrà soffrire molto» (15).
Il 25 gennaio 1935, in una lettera a padre José Bernardo Gonçalves S.J., suor
Lucia dichiara che «Nostro Signore era molto scontento perché non si era
ottemperato alla sua richiesta» (16)
In una lettera allo stesso padre Gonçalves, del 18 maggio 1936 Suor Lucia
chiarisce: «Quanto all'altra domanda, e cioè se sarà conveniente insistere
per ottenere la consacrazione della Russia rispondo quasi lo stesso che ho
detto altre volte. Mi spiace che non sia già stato fatto, ma Dio stesso che,
l'ha chiesta, ha permesso che sia andata così. [...] Sé è conveniente
insistere? Non so. Mi pare che, se il Santo Padre la facesse ora, Nostro
Signore la accetterebbe e darebbe compimento alla sua promessa e senza dubbio
darebbe un piacere a Nostro Signore e al Cuore Immacolato di Maria.
«Interiormente, ho parlato del problema a Nostro Signore e poco tempo fa
gli chiedevo perché non convertiva la Russia senza che Sua Santità facesse
questa consacrazione. "Perché voglio che tutta la mia Chiesa riconosca
questa consacrazione come un trionfo del Cuore Immacolato di Maria, per poi
estendere il suo culto e porre la devozione a questo Cuore Immacolato accanto
alla devozione al mio divino Cuore". Ma, mio Dio, il Santo Padre non mi
crederà, se Voi stesso non lo muovete con una speciale ispirazione. "Il
Santo Padre! Prega molto per il Santo Padre. Egli la farà ma sarà tardi.
Tuttavia il Cuore Immacolato di Maria salverà la Russia. Le è affidata"»
(17).
Ancora a padre Gonçalves, ella scrive il 24 aprile 1940:
«Egli [Nostro Signore], se vuole, può fare sì che la causa proceda
rapidamente. Ma, per castigo del mondo, lascerà che vada lentamente. La sua
Giustizia, provocata dai nostri peccati, vuole così. Gli spiace, talora, non
solo per i grandi peccati, ma anche per la nostra svogliatezza e per la nostra
negligenza nell'ottemperare alle sue richieste
«[...] I delitti sono molti, ma soprattutto, è ancora molto maggiore la
negligenza delle anime da cui si aspettava ardore nel suo servizio. Il numero
di quelle con cui Egli si incontra è molto limitato» (18),
Suor Lucia ritorna sugli stessi pensieri in una lettera del 18 agosto 1940,
sempre a padre Gonçalves:
«Suppongo che piaccia a Nostro Signore che vi sia chi si interessi, presso
il Suo Vicario sulla terra, alla realizzazione dei suoi desideri. Ma il Santo
Padre non lo farà più. Dubita della realtà e ha ragione. Il nostro buon Dio
poteva, per mezzo di qualche prodigio, mostrare chiaramente che è Lui a
chiederlo, ma si serve di questo tempo per punire il mondo di tanti delitti con
la sua Giustizia, e prepararlo a un ritorno più completo a Lui. La prova
che ci concede è la protezione speciale del Cuore Immacolato di Maria sul
Portogallo, in vista della consacrazione che gli hanno fatto.
«La gente di cui mi parla ha ragione di essere spaventata. Tutto questo
ci accadrebbe se i nostri Prelati non avessero ascoltato le richieste del
nostro buon Dio, e implorato così di cuore la sua Misericordia e la protezione
del Cuore Immacolato della nostra buona Madre celeste. Ma nella nostra patria
vi sono ancora molti delitti e peccati, e siccome adesso è l'ora della
Giustizia di Dio sul mondo, è necessario che si continui a pregare. Perciò mi
pareva bene che instillassero nelle persone, accanto a una grande confidenza
nella Misericordia del nostro buon Dio e nella protezione del Cuore Immacolato
di Maria, la necessità della preghiera, accompagnata dal sacrificio,
soprattutto di quello che bisogna fare per evitare il peccato».
In una lettera datata 2 dicembre 1940 suor Lucia si rivolse direttamente a
Papa Pio XII, per ordine dei suoi direttori spirituali, chiedendo che si
degnasse benedire la devozione dei Primi Sabati ed estenderla a tutto il mondo,
aggiungendo:
«Nel 1929, la Madonna, per mezzo di un'altra apparizione, ha chiesto la
consacrazione della Russia al Suo Cuore Immacolato, promettendo, in questo
modo, di impedire la propagazione dei suoi errori, e la sua conversione.
«[...] In diverse comunicazioni interiori Nostro Signore non ha cessato
di insistere su questa richiesta, promettendo ultimamente, se Vostra Santità si
degna di fare la consacrazione del mondo al Cuore Immacolato di Maria, con
speciale menzione della Russia, e di ordinare che, in unione con Vostra Santità
e nello stesso tempo, la facciano anche tutti i vescovi del mondo, di
abbreviare i giorni di tribolazione con cui ha deciso di punire le nazioni dei
loro delitti attraverso la guerra la fame e diverse persecuzioni alla santa
Chiesa e a Vostra Santità».
Il 31 ottobre 1942, nel radiomessaggio al Portogallo in occasione della
chiusura dell'anno giubilare delle apparizioni di Fátima, Pio XII consacrò la
Chiesa e il genere umano al Cuore Immacolato di Maria.
Nel 1943, suor Lucia ebbe un'altra rivelazione di Nostro Signore, che riferisce
in questi termini in una lettera a padre Gonçalves, il 4 maggio dello stesso
anno: «Per ordine di Sua Eccellenza Reverendissima [il vescovo titolare
di Gurza, mons. Manuel Maria Ferreira da Silva], ho dovuto rivelare a S. E.
l'arcivescovo di Valladolid un messaggio di Nostro Signore per i Signori
vescovi di Spagna, e un altro per quelli del Portogallo. Dio vuole che tutti
ascoltino la voce del buon Dio. Desidera che quelli di Spagna si riuniscano in
ritiro e determinino una riforma nel popolo, nel clero e negli ordini
religiosi: che alcuni conventi!... e molti membri di altri!... capisce? Vuole che
si faccia capire alle anime che l'autentica penitenza che ora vuole ed esige
consiste, anzitutto nel sacrificio che ciascuno deve imporsi per compiere i
propri doveri religiosi e materiali. Promette la fine della guerra entro breve
tempo per riguardo all'atto che si è degnato fare Sua Santità. Ma siccome è
stato incompleto, la conversione della Russia è rimandata. Se i Signori vescovi
della Spagna non ascolteranno i suoi desideri, essa sarà ancora una volta il
flagello con cui Dio li punirà».
Nel 1952, con una lettera apostolica, Pio XII consacrò i popoli della Russia al
Purissimo Cuore di Maria,
In occasione del Concilio Ecumenico Vaticano Secondo, 510 arcivescovi e vescovi
di 78 paesi sottoscrissero una petizione nella quale chiesero al Vicario di
Cristo di consacrare il mondo intero, e in modo speciale ed esplicito la Russia
e le altre nazioni dominate dal comunismo al Cuore Immacolato, ordinando che,
in unione con lui e nello stesso giorno, lo facessero tutti i vescovi dell'orbe
cattolico. Il documento fu presentato personalmente al Santo Padre Paolo VI da
S. E. Rev.ma mons. Geraldo de Proença Sigaud, arcivescovo di Diamantina, nel
corso di una udienza privata il 3 febbraio 1964. L'iniziativa della storica
petizione fu presa dal citato prelato e da S. E. Rev.ma mons. Antonio de Castro
Mayer, vescovo di Campos.
Suor Lucia, come si ricava dalle sue lettere già pubblicate, ha avuto molte
altre celesti comunicazioni. Lo afferma anche, espressamente, padre L. G. da
Fonseca (26).
Dobbiamo pregare con fiducia perché, senza ulteriore indugio, le parti ancora
sconosciute del messaggio affidato ai veggenti possano essere comunicate al
popolo fedele, per il maggior bene delle anime per la sconfitta della
Rivoluzione ugualitaria e gnostica é per la glorificazione di Maria santissima.
ANTONIO AUGUSTO BORELLI MACHADO
(1) Alcuni autori dicono soltanto suor
Maria del Cuore Immacolato.
Sui motivi per cui suor Lucia lasciò l'Istituto di santa Dorotea per entrare nel
Carmelo di Coimbra, il vescovo-conte di questa città così si esprime in una
lettera del 27 maggio 1948 a padre José Aparício S. J., già direttore
spirituale della veggente: «Di fatto la veggente passò il 25 Marzo al
Carmelo di questa città perché il Santo Padre, a sua richiesta, ordinò che non
sollevassi difficoltà al suo trasferimento, perché era disturbata da
innumerevoli visite, alcune delle quali molto impertinenti e dettate da
curiosità, che la tormentavano senza vantaggio per nessuno. [...] Ella disse
che non aveva mai provato tanta pace e gioia come in quel rifugio, che non
avrebbe cambiato per nulla al mondo. Sulla base del desiderio del Santo
Padre, non riceve né lettere né visite, ma la metto al corrente per iscritto,
delle necessità di persone che le si raccomandano. Non ho ancora fatto una
eccezione. [...] Possono farle visita soltanto coloro che hanno ottenuto
autorizzazione dalla Santa Sede» (cfr. P. LUIZ GONZAGA MARIZ S. J. Fátima,
onde o céu tocou a terra, Editora Mesangeiro da Fé Ltda., Salvador 1954, p.
43).
(2) Cfr. Memórias e Cartas da Irmã Lucia, cit., p.
400; L. G. DA FONSECA, op. cit., pp. 364-365; W. T. WALSH,
op. cit., p. 324; G. DE MARCHI, op. cit., ed. in inglese,
pp. 152-153, ANTONIO DE ALMEIDA FAZENDA S. J., Meditações dos primeiros
sabados, 2a ed., Mensageiro do Coração de Jesus, Braga 1953, pp. X-XI.
(3) Cfr. Memórias e Cartas da Irmã Lucia, cit., p. 400; A.
DE ALMEIDA FAZENDA, op. cit., pp. XI-XII; L. G. DA FONSECA, op. cit.,
p. 365; G. DE MARCHI, op. cit., ed. in inglese, p.
153.
(4) Cfr. Memórias e Cartas da Irmã Lucia, cit., p.
410.
(5) Cfr. Memórias e Cartas da Irmã Lúcia, cit., p. 400; L.
G. DA FONSECA, op. cit., p. 39.
(6) Cfr. Memórias e Cartas da Irmã Lúcia, cit., III
pp. 216-220 L. G. DA FONSECA, op. cit., pp. 50-51; J. GALAMBA DE
ÓLIVEIRA, Op. cit., p. 146.
(7) Vedi parte II nota 10.
(8) Cfr. l' interrogatorio di p. Iongen in SEBASTIÃO MARTINS DOS
REIS, o p. cit., p. 82.
(9) Cfr. SEBASTIÃO MARTINS DOS REIS op. cit., p. 70
e Síntese crítica de Fátima - Incidências e Repércussões, presso
l'autore, Évora 1967, p. 69.
(10) W. T. WALSH, op. cit., p.
307.
(11) Cfr. Memórias e carta da Irmã Lúcia, cit., pp. 462 e
464. Appunti di padre José Bernardo Gonçalves S. J., copiati da un manoscritto
di suor Lucia che, sembra, non esiste più. Cfr. le edizioni brasiliana e
portoghese della Memórias di suor Lucia, p. 193).
(12) Cfr. G. DE MARCHI, Op. cit.,
p. 386; W. T. WALSH, Op. Cit., p. 330.
(13) Cfr. Memórias e Cartas da Irmã Lúcia, cit.,
p. 404.
(14) Allusione alla promessa di Nostro Signore a Luigi
XIV attraverso santa Margherita Maria Alacoque di dargli la via della grazia e
la gloria eterna come anche la vittoria su tutti i nemici, se il re si fosse
consacrato al Sacro Cuore e lo avesse fatto regnare nella sua reggia, dipingere
sui suoi stendardi e incidere sul suo stemma.
La richiesta così formulata dal Signore non era stata ancora accolta quando,
nel 1792, prigioniero nella Torre del Tempio Luigi XVI fece voto di consacrare
solennemente al Cuore di Gesú la sua persona, la sua famiglia e il suo regno,
se avesse recuperato la libertà, la corona e il potere regale. Ma era già
tardi: il re uscì dalla prigione soltanto per andare al patibolo.
(15) Cfr. Memórias e Cartas da Irmã Lúcia, cit., p. 464.
(16) Ibid., p. 412.
(17) Ibid., pp. 412 e 414.
(18) Ibid, pp. 420 e 422. Come si vede, suor Lucia segue da
vicino quanto accade nel mondo relativamente alle richieste di Gesù e della
Madonna. Ma non sempre viene a conoscenza dei fatti attraverso le normali vie
di informazione. Ella dice a padre Gonçalves, in una lettera del 21 gennaio
1940: «Cose di questo genere [alcuni articoli di rivista che volevano
vedesse], sono solita leggerle solo se me lo ordinano specificamente
i superiori. [...] Del resto le mie Superiore gradiscono che rimanga
nell'ignoranza di quanto succede e io sono contenta; non sono curiosa. Quando
Nostro Signore vuole che sappia qualcosa, si incarica di farmela conoscere. A
questo fine ha tanti mezzi!» (Memórias e Cartas da Irmã Lucia, cit.,
p. 420).
(19) Nella seconda parte del segreto la Madonna annunciò il
trionfo del suo Cuore Immacolato, che si realizzerà dopo il castigo con cui Dio
punirà il mondo per i suoi delitti. In questo documento, suor Lucia allude a «un
ritorno più completo» del mondo a Dio nostro Signore. Tutto questo
si combina in modo mirabile con il Regno di Maria profetizzato da san Luigi
Maria Grignion de Montfort nel suo celebre Trattato della vera devozione
alla santissima Vergine e nella sua non meno famosa Preghiera infuocata.
Nel Regno di Maria, secondo questo santo, la Madonna avrà una posizione
centralissima in tutta la vita delle società religiosa e temporale, esercitando
uno speciale impero sulle anime -così si realizzerà una splendida rifioritura
della santa Chiesa e della civiltà cristiana. Il messaggio di Fátima è una
magnifica promessa di realizzazione di questa visione profetica ancora ai
nostri giorni.
(20) Nel maggio 1936, l'episcopato portoghese riunito a Fátima
fece voto di ritornarvi in assemblea plenaria se il paese fosse rimasto libero
dal pericolo rosso così paurosamente prossimo dal momento che la rivoluzione
comunista in Spagna avrebbe potuto facilmente propagarsi nel paese vicino.
Scongiurato insperatamente questo pencolo, i vescovi portoghesi ritornarono
alla Cova da Iria il 13 maggio 1938 e mantennero la loro promessa, con una
solenne cerimonia di ringraziamento per quella che esplicitamente riconoscevano
essere una miracolosa protezione della santissima Vergine sulla loro patria.
Nella stessa occasione rinnovarono la consacrazione della nazione portoghese al
Cuore Immacolato di Maria, fatta sette anni prima (cfr. don MOREIRA DAS NEVES,
As grandes jornadas de Fátima, in Fátima, altar do mundo,
Ocidental Editora, Oporto 1954, vol. II, pp. 249-257).
In segno di gradimento per questa consacrazione, Nostro Signore promise al
Portogallo una speciale protezione durante la seconda guerra mondiale
aggiungendo che questa sarebbe stata la prova delle grazie che avrebbe concesso
alle altre nazioni se, come il Portogallo, gli fossero state consacrate (cfr. Memórias
e Cartas da Irmã Lucia, cit., pp. 436 e 438).
Queste grazie concesse al Portogallo negli anni Trenta e Quaranta non
significavano però che il pericolo rosso e il castigo delle guerre fossero definitivamente
allontanati da questo paese, come per altro si evince da quanto di seguito si
legge nella lettera del 18 agosto 1940 a padre Gonçalves, e in altre che si
trovano nel volume Memórias e Cartas da Irmã Lúcia (cfr. pp. 438.,
440 e 442). e anche dalle visioni di Giacinta che abbiamo riferito nella parte
III di questo studio.
(21) Cfr. Memórias e Cartas da Irmã Lúcia, cit., p. 426.
(22) Cfr. ibid., p. 436; G. DE MARCHI, op. cit.,
p. 385; J. GAI.AMBA DE OLIVEIRA op. cit., p. 153.
(23) Cfr. Memórias e Cartas da Irmã Lúcia, cit., p. 446.
(24) Cfr. PIO XII, Lettera apostolica Sacro vergente anno,
ai popoli della Russia, del 7-7-1952.
(25) Cfr. il documento in Catolicismo, Campos, marzo
1964, anno XIV, n. 159.
(26) Cfr. L. G. DA FONSECA, op. cit., p. 194.
da Antonio A. Borelli Machado, Le apparizioni e il messaggio di Fatima secondo i manoscritti di suor Lucia, Piacenza: Cristianità, 1977; pp. 19-63.