Storia della parrocchia

A un primo nucleo abitativo di circa 60 famiglie, edificato negli anni '60 per i dipendenti dell'Edison, si vanno ad aggiungere nel decennio successivo le abitazioni popolari edificate dalla cooperativa "La famiglia" di Brescia e, accanto a queste, alcune villette private. Alla fine degli anni '70 ci si trova di fronte a un nuovo quartiere di circa 1400 abitanti, del tutto privo di servizi e curiosamente isolato, nonostante la vicinanza geografica, dal resto della città per la particolare situazione viaria.

Saranno gli stessi abitanti di Colle Aperto a reclamare attenzioni da parte delle autorità, particolarmente per il trasporto dei bambini alle scuole e ai centri parrocchiali vicini. Ufficialmente il quartiere appartiene alla parrocchia di S. Antonio, ma per ragioni di viabilità e sicurezza molti preferiscono fare riferimento a quella di Cittadella. 

Si comincia pertanto a valutare l'opportunità di costituire nel quartiere un autonomo centro Parrocchiale, soprattutto in considerazione di un futuro incremento della popolazione.

È così che nel maggio dell'83 il vescovo mons. Carlo Ferrari incarica un sacerdote, don Bruno Scarpanti, di trasferirsi nel quartiere per fondare una nuova parrocchia. La prima celebrazione dell'Eucarestia domenicale avviene nell'ottobre dello stesso anno nell'atrio dei garages del condominio "la Favorita" e con essa ha ufficialmente inizio la vita della Parrocchia. 

Nel novembre dell'83 viene installato un prefabbricato di 50 mq che sarà sede del Centro Parrocchiale, per le celebrazioni liturgiche e le attività di catechesi. Di li a poco, dimostrandosi lo spazio troppo esiguo, si decide di acquistare un'altra più ampia struttura. Nell'85, accanto a quella che ormai viene chiamata "baracchina" o anche "cappellina", viene eretto un tendone di circa 225 mq, che sarà per i successivi anni la chiesa Parrocchiale. 

Nel frattempo, a partire dall'84, si é provveduto, con l'aiuto dell'ufficio per le nuove chiese della diocesi, alla progettazione e al reperimento dei fondi necessari per la costruzione di un vero e proprio centro Parrocchiale.

Nel luglio dell'87 iniziano i lavori di costruzione del nuovo Centro. Anche formalmente la Parrocchia é ormai nata, con decreto del vescovo mons. Egidio Caporello, col titolo di "San Ruffino e Beato Giovanni Bono". 

Cresce intanto anche il quartiere. Nel Natale '89, rinunciando alla tenda e al prefabbricato, l'attività della Parrocchia si trasferisce nel salone Parrocchiale, ancora "al rustico", ma già in grado di dignitosa accoglienza. E siamo al '91.

Nel 1995 iniziano i lavori per la costruzione della Chiesa. Il desiderio di utilizzarla ci porta a celebrare l'eucarestia domenicale anche se mancano pavimento, riscaldamento e tutte le altre finiture.

Nell'ottobre 1998 don Bruno Scarpanti, dopo 15 anni, diventa parroco della parrocchia di S. Luigi.

Al suo posto subentra don Giorgio Dall'Oglio.

Nel 1999 iniziano i lavori di completamento.

Il 31 ottobre 1999 Il Vescovo Mons. Egidio Caporello benedice la nuova chiesa e il 15 ottobre del 2000 è di nuovo con noi per dedicarla a "Cristo Redentore".

 

Scheda della parrocchia

Colle Aperto è un quartiere periferico della città di Mantova, situato a ridosso della statale Mantova-Verona. Tolte alcune ville, per il resto è costituito da condomìni e da villette a schiera. Alcune abitazioni sono state assegnate dal comune a famiglie che presentano problematiche varie. Il loro numero, non elevato, permette l'integrazione.

Siamo in un quartiere di recente costituzione, le prime case risalgono agli anni '60, e le famiglie che vi abitano sono quasi tutte immigrate. Uno degli obiettivi allora è far si che le famiglie si incontrino, si conoscano. La cosa è resa più difficile dal fatto che gli unici luoghi di incontro sono gli ambienti della parrocchia e del 'Centro aperto', che promuove attività ricreative, culturali e servizi di carattere sanitario. Non ci sono scuole, c'è un campo di calcio e uno di pallavolo. Non ci sono bar, gli unici negozi sono concentrati a ridosso della statale (supermercato, abbigliamento, scarpe, generi vari, surgelati e un'edicola).

Attualmente gli abitanti del quartiere sono 1650. Alcuni mussulmani, alcuni evangelici, qualche testimone di geova e la maggioranza di cattolici.

Le abitazioni sono in parte di proprietà e buona parte in affitto. Una delle caratteristiche di Colle Aperto è la mobilità, il ricambio. Dopo alcuni anni, soprattutto famiglie giovani, trovano sistemazione definitiva nei comuni limitrofi.

Il parroco, don Giorgio Dall'Oglio, è venuto nell'ottobre del 1998.

Le attività della parrocchia.

Anzitutto, nel 1999, molto tempo e attenzione sono stati assorbiti dai lavori di completamento del centro parrocchiale e della chiesa, con l'apporto di numerosi volontari. Tappe significative sono state la benedizione della chiesa il 31 ottobre 1999, e la solenne dedicazione a "Cristo Redentore" il 15 ottobre del 2000.

Non è stata trascurata la catechesi. A tutt'oggi frequentano circa 40 bambini delle elementari e una quindicina delle medie. Un gruppo di giovani si incontra il martedì e tre gruppi di adulti il mercoledì sera. Ci sono 5 catechiste per i bambini e alcuni animatori per i gruppi di adulti.

Discreta attenzione c'è per la carità. L'impegno è anzitutto di crescere come comunità 'unita'. È in atto l'accoglienza di due famiglie. Sono stati avviati due progetti 'gemma' in collaborazione con il Centro di aiuto alla vita. Oltre al sostegno economico, due volontarie sono impegnate presso C.A.S.A S. Simone. Siamo in contatto con i missionari di Saõ Mateus (Brasile), con Gighessa (Etiopia. Una signorina di Colle Aperto è andata, come strumentista di sala operatoria, con il dott. Venturi per eseguire interventi chirurgici su bambini), con don Paolo Motta (della comunità missionaria di Villaregia, attualmente in Costa d'Avorio).

La liturgia è sobria, viva e raccolta. Un gruppo di adulti anima il canto.

Le persone che abitualmente partecipano, a vari livelli, alla vita parrocchiale è di circa 200. La domanda che ho posto è stata questa: ci accontentiamo o ci preoccupiamo che la "Buona notizia" di Gesù risorto e vivo arrivi anche agli altri 1400?

C'è da aggiungere che i cristiani di Colle Aperto fanno ancora riferimento a diverse comunità.

 

(questa scheda è stata redatta in occasione della visita pastorale del Vescovo mons. Egidio Caporello, il 16 marzo 2001)