Notizie dalla Parrocchia

(pagina aggiornata al: 9 ottobre 2005)

Cronaca di una inaugurazione

Sabato 24 settembre alle 17 la nostra Prepositurale vibra già per il concerto del trio "BCD" e per le persone che, mentre ascoltano, attendono che sia tolto il velo dalle sculture che, disposte a semicerchio davanti ai gradini dell'altare, sembrano invitare tutti. La celebrazione della messa è segnata da/la gratitudine di una comunità che apprezza il dono di questi scultori, alcuni sono presenti. La retrospettiva organizzativa si interseca con la presentazione del volume che il professor Giovanni Reale ha realizzato in occasione di questa inaugurazione. L'artista della prima opera Floriano Bodini è da poco morto ed è sulle labbra commosse dell'amico scultore Gussoni, E poi a seguire gli altri artisti svelano la loro opera. Accanto al nostro Franco Puxeddu, organizzatore di questa preziosa raccolta, si susseguono gli altri che sono giunti fino a Luino da Roma, S. Benedetto del Tronto, Bologna, Torino, Broscia, Pietrasanta... Le note del trio accompagnano il momento silenzioso di contemplazione, seguito dalla visita alle singole opere. La soddisfazione si mescola allo stupore e al frequente ripetersi di una proposta di disporle all'esterno delta chiesa. L'accoglienza nei confronti degli artisti è così generosa e fraterna che sono gli organizzatori a ricevere i ringraziamenti.

°°°

Novità in parrocchia

Don Marco Longoni dal 1° settembre è con noi per seguire l'Oratorio: ragazzi, adolescenti e giovani è un dono per voi, incontratelo!

Suor Mariangela e Suor Ernestina ci hanno lasciato per Lecco e Clusone, ora tra noi accogliamo la nuova direttrice Suor Ernestina e Suor Paola: con il benvenuto l'augurio di una presenza accolta con generosa collaborazione.

°°°

E' proposto un Corso Base per il Volontariato Socio-Sanitario realizzato da AVULSS, OARI, UNITALSI, CARITAS, con il patrocinio dell'Ufficio Cultura del Comune di Luino. Sede Palazzo Verbania; inizio corso Sabato 17 settembre ore 8.30; durata 50 ore. Per informazioni e modalità d'iscrizione vedere i manifesti affissi nelle chiese. Il corso è gratuito.

°°°

Sabato 24 settembre "QUINDICI ARTISTI PER UNA VIA CRUCIS"

Marisa Angelozzi Del Colte, Paolo Annibali, Ariel Auslender, Floriano Bodini, Paolo Borghi, Giulio Ciniglia, Girolamo dulia. Paolo Delle Monache, Lucilia Gattini, Leonardo Lucchi, Franco Puxeddu, Ugo Riva, Giuseppe Rivadossi, Alessandro Romano, Santo Tomaino.

°°°

Proponiamo da 4 a 11 novembre Giro turistico: Isola del Giglio, Maremma, Isola d'Elba Pensione completa in hotel 3 stelle. Bus Granturismo, passaggi marittimi euro circa 450. Iscrizioni ad esaurimento posti, uffici parrocchiali 18.30 -19.30. Caparra 200 euro

°°°

Domenica 11 settembre un rintocco per la messa delle 12 e il blocco dell'impianto automatico per il suono delle campane. Le lancette dell'orologio si bloccano sulle 11.30 e non c'è più l'annuncio del mezzogiorno o il carillon della sera alle 20 o quello delle 6.45 per cominciare il nuovo giorno. A una signora manca questa voce, lo dice con preoccupata tensione. Finalmente mercoledì 14 il tecnico interviene e per alcune ore lo scampanio di continue prove ci accompagna. Ancora una volta il fulmine ha avuto la meglio su due motori che azionano la seconda e la quarta campana. Rimarranno silenziose per il tempo necessario alla sostituzione dei motori. Intanto, anche se in tono minore, le restanti campane ci faranno compagnia, per tornare a unirsi festose alle proprie sorelle una volta ristabilite.

 

Torna alla pagina iniziale


Dall'Archivio del Camminiamo Insieme, articoli vari...

Il 4 ottobre festeggeremo San Francesco, un uomo controcorrente dal taglio dei capelli al saio, dai sandali al linguaggio. Per i giovani d'oggi piercing, tatoo e capelli colorati sono un modo per identificarsi e assieme rifiutare le regole del mondo adulto. Ma come tutte le mode, passano perché mode senza un ideale positivo.

IL TATUAGGIO DELLA PROTESTA

(da Camminiamo insieme Anno 21, numero 6 del 5 ottobre 2003)

I ragazzi amano stare in gruppo per divertirsi e sviluppare le loro passioni e mode. Uniformano i gusti, le scelte per condividere le esperienze in comune. Se però gli interessi si svuotano di valori, è facile che il gruppo diventi branco e segua i riti pericolosi e perversi: corse in auto, alcol, pastiglie, vandalismi, ritocchi insensati all'immagine.

Il bisogno di uniformarsi Nel branco i ragazzi sono spavaldi e copiano modelli stravaganti per conseguire potere e visibilità. Anche i ragazzi con principi e valori cambiano dentro ii branco. Tatuaggi, piercing, abbigliamento, capelli coloratissimi, sono alcune delle forme "forti" con cui manifestano la loro diversità rispetto al mondo degli adulti. Il bisogno di uniformarsi parte dalla vnniia cti conformismo caoace di adeauarli al orunno di cui fanno parte. Seguono un rituale rhe li renda più tranquilli perché accettati. Le mode trasgressive che caratterizzano il look degli adolescenti rappresentano quindi la ribellione al mondo degli adulti e il tentativo di affermarsi diversi, contestando alcuni modelli familiari per loro obsoleti. Si tratta di un rifiuto indispensabile per liberarsi della dimensione infantile ed entrare nella fase adulta. Spesso si manifesta negli adolescenti un vuoto interiore, il nemico più grande da combattere. Meglio che si presentino contestatori che annoiati, abulici e demotivati. Non bisogna sorprendersi, dunque, se i ragazzi si ribellano agli adulti. Essi non vogliono identificarsi in un modello di vita codificato: almeno per il momento preferiscono seguire altri riti indefiniti di massa.

Il dovere degli adulti Noi adulti non abbiamo sempre presente queste esigenze di autonomia che passano anche attraverso mode e riti strambi. Scegliamo la via dello scontro o quella del permissivismo, senza aver prima tentato un confronto. Dovremmo imparare a conoscere il mondo degli adolescenti e a non rendersi troppo alieni o invischiati. L'adulto equilibrato sa che il tempo scorre anche per i ragazzi, portando via con sé i riti e le mode. Non vale quindi un atteggiamento di sfida per portarli alla normalità; come del resto non è vincente un comportamento permissivo. Bisogna far capire ai ragazzi che ci poniamo in un'affettuosa controparte, che da dei limiti e attende che il culto dell'immaginp sia superato. In merito poi alle modfi. l'unico asnetto su cui bisognerebbe far riflettere i ragazzi è la scelta che stanno facendo. Il piercing, il tatuaggio, l'abbigliamento ricercato e i capelli tinti all'arcobaleno non sono segni imperituri o scelte irreversibili, ma solo mode e, come tali, passeggere. Dare troppa importanza o segnalare con epiteti certe trasformazioni somatiche mette il ragazzo in condizioni di tenerle a lungo, come sfida.

Insegnare a ragionare In queste situazioni è necessario, invece, invitare i ragazzi al ragionamento, insegnando il rispetto del corpo. Il corpo è la base dell'essere e se si arriva alla scelta di modificarlo, deve essere una scelta motivata e non superficiale. Il compito degli adulti è solo quello di stimolare i ragazzi a riflettere, evitando atteggiamenti repressivi e denigratori. Non basta proibire sostenendo che tutto ciò che facciamo è per il loro bene. I ragazzi nel momento delle loro trasgressioni non capiscono, essi vivono solo l'attimo presente e, sul presente, bisogna farli riflettere. Inoltre, cerchiamo di trasmettere loro i valori profondi, sforzandoci di capire se vivono in un eccesso di superficialità o sono dipendenti da un branco di amici stupidi. Facciamoli sentire importanti e unici in questa meravigliosa avventura della vita. Ciò li porterà a tenere in considerazione le scelte ed esperienze che contano, a non attaccarsi alla propria immagine come se fosse un idolo. Comprenderanno che la loro presenza nel mondo è unica e irripetibile; troveranno il modo di esternare le proprie qualità umane, morali e spirituali e non dipenderanno dall'immagine di un corpo bardato o rifatto. Le azioni e i risultati che otterranno aumenteranno la loro stima. Le ricercatezze esteriori, i miti e le mode, avranno il tempo della stagione adolescenziale. Ai ragazzi non bastano i riti, i miti e le mode. Se si leggono i diari di alcuni adolescenti si rimane colpiti, non solo dall'apertura e dall'indipendenza assai spiccate del loro modo di pensare, ma anche dalla sorprendente saggezza con la quale trattano i problemi e le scelte difficili.

L'immagine e tutto ciò che la sostiene vengono meno quando la personalità s'impone e i ragazzi sono aiutati dai grandi a riflettere sulle proprie scelte e azioni.


Proponiamo una poetica meditazione su Gesù dello scrittore Hermann Hesse 1877 - 1962.

(da Camminiamo insieme Anno 20, numero 32 del 13 aprile 2003)

Il Getsemani

Se una qualche associazione di idee mi fa pensare a Gesù o il suo nome mi colpisce attraverso l'occhio o l'udito, a tutta prima non mi appare mai Gesù in croce o Gesù nel deserto o Gesù taumaturgo o Gesù risorto, ma lo vedo nell'attimo in cui, nell'orto del Getsemani, beve il calice della solitudine estrema, dove le doglie della morte imminente e di una più alta rinascita straziano il suo spirito, nell'atto in cui, spinto da un ultimo, infantile desiderio di conforto, volge lo sguardo verso i suoi discepoli, cercando, in mezzo alla sua solitudine sconsolata, un po' di calore e di vicinanza umana, una cara e fugare illusione: ma i discepoli dormono! Sdraiati a terra, dormono, il buon Pietro,il bei Giovanni, tutti insieme, tutta quella brava gente sulla quale Gesù, con tanta buona volontà, non si stanca mai di amorosamente illudersi, cui confida i propri pensieri, una parte dei suoi pensieri, quasi intendessero la sua lingua, quasi fosse possibile ren- dere veramente partecipi costoro dei suoi pensieri, risvegliare in essi qualcosa di simile a una vibrazione congeniale, trovare in essi qualcosa che assomigli alla comprensione, all'affinità, a una certa comunanza. E ora, in quest'attimo di insopportabile tormento, egli si volge verso questi compagni, gli unici ch'egli abbia, ed è così spalancato, così tutto uomo, così interamente sofferente che potrebbe sentirli più vicini che non mai in passato, trovare nella loro più sciocca parola, in un loro gesto anche solo un tantino affettuoso qualcosa che sapesse di consolazione e sollievo: ma no, non ci sono, stanno dormendo, russando. Questo atroce momento è profondamente impresso, in me, non so per che tramite, fin dalla mia prima fanciullezza, e, ripeto, se penso a Gesù, è sempre questo ricordo che per primo mi si affaccia immancabilmente al pensiero.

 

Torna alla pagina iniziale


 

PERCHE' NON RESTARE CRISTIANI?

Susanna Tamaro risponde sulla spiritualità

da Camminiamo Insieme n.22 del 02/02/2003

Perché tanta gente oggi si fa attrarre dalla spiritualità orientale e abbandona la verità del Vangelo7 Sopratutto negli ambienti intellettuali, tanti si convertono a sette buddiste (da non confondersi con il buddismo), lo faccio sempre un discorso a queste persone: "Guarda, se tu credi che ci sia un infinito ciclo delle reincarnazioni e che ci sia un'intelligenza che presiede a questo ciclo con una sapienza infinita, se questa vita ti ha fatto nascere in Italia e sei cristiano cattolico, tu, per compiere il tuo karma, devi essere cristiano cattolico, perché se Lui ti voleva buddista ti avrebbe fatto nascere in Thailandia o in Tibet" Essere cristiano è più scomodo: sei pii. stupido, sei sgradevole, ed un mucchio di cose che, se sei (fìnto) buddista non sei: ma questo dipende dal fatto che il cristianesimo non sa offrirsi, lo : cc che c'è tanta genie c-e na sete e spesso la Chiesa offre sio,;e non offre acqua...Ma perché? Allora, se la Chiesa offre aranciata, molti pensano di trovare l'acqua da un'altra parte. Per me, la maggiore differenza tra queste spiritualità e il cristianesimo, a parte il fascino della moda, è data dal fatto che le prime non contemplano un intermediano: e e un rapporto diretto dell'uomo con la propria spiritualità, non c'è il sacerdote, non c'è il rito... E poi si considerano quasi una filosofia, il che permette a coloro che le seguono di mantenere intatta la loro convinzione di essere persone intelligenti, libere. Inoltre, c'è la speranza di ottenere l'illumina- zione. lo ho visto persone con le gambe rovinate per le ore che hanno passato nella posizione yoga a gambe incrociate. Non avevano mai allenato le loro articolazioni ed hanno iniziato a 50 anni, Per cercare di raggiungere l'illuminazione, queste persone hanno rovinato il proprio corpo... Ma naturalmente l'illuminazione non è quello: l'illuminazione è la grazia dello spirito. Si inseguono sempre delle idee di felicità fìttizie: certo che se stai ore a fare respirazione alla fine ti viene una specie di "stordimento felice"; ma è fisiologia, non illuminazione. L'illuminazione vera è quando tu hai l'amore e vivi in comunione...La felicità non è un fatto privato, lo una volta sono andata ad un incontro con il Dalai Lama. Ero proprio curiosa di incontrarlo, ed era pieno di intellettuali italiani. Quando lui è entrato, tutti si inchinavano, si "rotolavano", lo dico ad uno di questi che sono stata dal Santo Padre, e lui, di rimando: "Non c'è paragone, il Datai Lama è grandioso, ecc." Poi il Dalai Lama parla e dice: "Ma voi che avete questa splendida fede nel cristianesimo, perché non restate cristiani?". Questo mi fece sorridere e mi rese molto contenta. Ho un grande sogno, lo sarò felice il giorno in cui andrò in un centro commerciale e, magari facendo la fila con il carrello, vedrò una figura che si china su un bambino che sorride, lo prende in braccio e, rialzandosi, mostrerà la croce che porta al collo. La Chiesa che sogno è questa: una Chiesa che va a fare la spesa al supermercato. lo veramente non sopporto questa Chiesa a volte così distante: ci sono vescovi che non hanno nessun contatto reale con le persone...Ma se volete veramente parlare con le persone, fate la vita delle persone. Condividete la vita con loro, così quello che direte avrà più senso.

Torna alla pagina iniziale


Una lettura della Natività di Puxeddu

Questa scultura è nata da un suggerimento di don Giorgio: dal ceppo del faggio abbattuto dal vento che si trovava nel giardino della scuola materna "Maria Ausiliatrice" cercare di ricavare il messaggio del Natale, con la Vergine, Gesù tra le braccia, e con la stella che mostra il cammino verso la croce redentrice.

L'idea è stata proposta allo scultore Franco Puxeddu e, in verità, non si poteva trovare un artista più idoneo di lui a realizzare questo progetto. Puxeddu, infatti, in molte sue opere ha tratto proprio da tronchi o da fusti di albero splendide figure emblematiche: fra queste spicca la "Crocifissione", ricavata da un albero di ulivo. Per raggiungere esiti artistici a questo livello, occorre conoscere la materia e le sue potenzialità dinamiche e strutturali in modo pressoché perfetto. Mentre molti artisti moderni tendono a negare la materia stessa, dissolvendola nella forma, o, all'opposto tendono quasi ad annullare la forma nella materia, Puxeddu realizza una sintesi ontologica fra la materia e la forma, facendo emergere dalla materia stessa le strutture formali in modo unitario.

Il ceppo dischiude, facendo sgorgare, come da fonte, la figura di Maria che tiene sulle ginocchia Gesù Bambino, con accanto il Gesù Risorto.

Alle spalle della Madonna è rappresentato l'ulivo della pace; mentre a destra una fonte di luce è rivelativa della divinità di Cristo Risorto. A sinistra c'è la stella che indica la via della croce, simbolo del supremo sacrificio e della redenzione. Il tutto è raffigurato in modo serrato e compatto, mentre il ceppo indica l'origine del Tutto e l'intero dell'Essere.

Giovanni Reale (...per vedere la foto del presepe clicca qui)


IMPARIAMO A COMUNICARE

Che ruolo ha oggi la formazione? Cosa ne pensi di quella trasmessa dalle scuole? Quale è stato nella tua vita il valore della preparazione?

risponde Susanna Tamaro

da Camminiamo Insieme - anno 20, n.15 del 08/12/2002

Secondo me, la preparazione dei ragazzi è molto importante, ma i miei amici che insegnano sostengono che la scuola sia arrivata ad un livello di sbando totale perché mancano le regole fondamentali.

Non c'è più autorità, ed è una cosa gravissima perché l'autorità e l'autorevolezza ci devono essere nell'educazione. L'anno scorso, ad esempio, i figli di una mia amica sono andati in gita scolastica in Abruzzo, e ad un certo punto un loro compagno di scuola ha rubato il portafoglio ad un pensionato: questo ha denunciato il fatto senza sapere che era stato un ragazzino: i carabinieri l'hanno scoperto e hanno informato i suoi genitori. Questi hanno risposto: "Eh, ma è stato uno scherzetto!".

Allora, se ci sono genitori che, dopo aver saputo che il loro figlio ruba il portafoglio ad un pensionato, lo giustificano sostenendo che si è trattato solo di uno scherzetto invece di assestargli due schiaffi come avrebbero dovuto fare, vuoi dire che a struttura di base della società è polverizzata, e così la scuola.

Anche se gli insegnanti di buona volontà, quelli che cercano di costruire qualche cosa e lottano nel deserto, sono tanti. Secondo me, sono l'impostazione della scuola e il tipo di insegnamento ad essere sbagliati: è vero, impariamo più inglese, impariamo più computer... ma prima dobbiamo imparare a parlarci, a comunicare, ad accettare. Questa è la scuola da fare adesso!

Io noto che adesso escono dalle scuole dei ragazzi che sono veri e propri analfabeti sociali: non hanno capacità individuale di comunicare l'uno con l'altro, perché si è persa l'idea della socialità, della comunicazione, l'idea che siamo tutti essere umani e tutti condividiamo lo stesso cammino...

Per questo l'impegno pedagogico è il primo da prendere: è la base del futuro lo ho avuto una formazione molto particolare, perché la mia era una famiglia disgregata, per cui sono cresciuta in solitudine, cercando la mia strada un po' come i cani:annusando.

Sono riuscita a trovare un equilibrio praticando discipline orientali, e non mi vergogno a dirlo: le ho praticate per diversi anni con un maestro di arti marziali e di zen. Questo mi ha portato a riconoscere una "centralità" in me stessa e nel mio spirito che prima non avevo. Si è trattato di un percorso estremamente "fisico": ho dovuto affrontare le mie paure. Ho studiato combattimento e ora sono un'esperta di tecniche di combattimento, anche se non si direbbe. E quando uno studia queste discipline con un maestro orientale vero, studia il combattimento contro se stesso: il nemico sono io, quindi, in realtà combatto le mie paure e le mie insicurezze, le mie presunzioni, il mio ego... E a forza di bastonate alla fine si vince.

Questa formazione mi ha permesso di tornare al cristianesimo.


 

PADRE: UN GENERE IN VIA D'ESTINZIONE

Mario Pollo mette in evidenza come all'origine della crisi etica e politica contemporanea vi sia il declino della figura del padre nella famiglia.

da Camminiamo Insieme - anno 19, n.39 del 02/06/2002

 

Molte inchieste sulla condizione giovanile rivelano l'insignifìcanza degli adulti per la maggioranza dei giovani.

Per questi giovani, infatti gli adulti non sono modelli ne da imitare, ne da rifiutare, non sono ne occasione di incontro, ne di scontro, sono semplicemente insignificanti.

Questa insignificanza dell'adulto per il giovane è dovuta in gran parte a quella sorta di egoismo generazionale che ha attraversato, e ancora attraversa la società italiana e che è uno dei prodotti visibili della crisi della prospettiva storica.

Infatti gli adulti non percepiscono i giovani oggi come il loro futuro, ma al massimo come potenziali destabilizzatori della loro condizione di vita. Questo fa sì che gli adulti si limitino a "proteggere" i giovani, offrendo loro le condizioni di vita sufficientemente agiata, ma senza alcuna vera azione tesa a rendere gli stessi giovani attivi e protagonisti della vita sociale, economica e politica.

La disoccupazione, l'estensione dell'età giovanile oltre i trent'anni, il ritardo nell'u- scita dalla famiglia d'origine sono alcuni indicatori della marginalità in cui gli adulti costringono i giovani nell'attuale società.

Anche se si tratta di una emarginazione dorata essa è egualmente fonte di disagio, perché paradossalmente, essa è l'espressione dell'indifferenza degli adulti per i giovani, conseguente al fatto che gli adulti sono principalmente tesi a difendere le loro condizioni di vita e che non sono disposti a rinunciare ad alcunché per offrire spazio di protagonismo ai giovani.

Questa assenza di vero interesse dell'adulto per la vita del giovane è un pesante limite all'educazione, in quanto l'adulto è il primo altro importante di cui il giovane fa esperienza.

Infatti, perché l'esperienza di uscita dalla soggettività possa avvenire, sarebbe necessario che il giovane vivesse l'esperienza dell'incontro - scontro con l'adulto e, quindi, che questi si riappropriasse della sua responsabilità educativa, riscoprendo la sua responsabilità generazionale.

La crisi della relazione adulto/giovane si esprime in tutta la sua pienezza nella relazione figlio/padre.

Questa crisi investe, a partire dalla paternità biologica, tutte le forme culturali e spirituali di paternità presenti nella nostra società.

Il padre, sin dai primordi della storia, ha sempre rappresentato in modo concreto l'insieme delle leggi e degli ordinamenti che presiedono la vita di un determinato gruppo sociale, oltre ad essere il responsabile del processo educativo che assicurava al giovane l'appartenenza allo stesso gruppo sociale.

I valori, quindi, che un padre trasmette, riguardano la vita storica che il figlio dovrà compiere all'interno del gruppo sociale al quale appartiene.

I valori che la madre trasmette, invece, sono relativi alle dimen- sioni esistenziali più profonde, e prescindono dalla storia e dalla cultura sociale.

Sono quelli connessi ai sentimenti più profondi dell'uomo e al senso della vita.

Ad esempio, sono tipici del mondo materno i valori connessi al ciclo della natura: della morte e della nascita, dell'amore e della sessualità, della trasformazione evolutiva o regressiva della vita.

Le norme, le leggi, i tabù, le prescrizioni morali, gli stili di vita appartengono, per contro al mondo paterno. Da tutto ciò si coglie con estrema chiarezza il ruolo strategico che la relazione padre/figlio gioca nell'educazione etica e sociale.

La figura paterna di oggi, a livello medio, sembra svolgere questa funzione in modi e forme deboli, non sempre adeguate alla sua effettiva responsa- bilità educativa.

La maggioranza dei padri ha rinunciato, parzialmente o globalmente, al proprio ruolo di depositari del canone culturale, ossia delle norme, leggi, principi e valori.


Occasioni di Alleluia dopo il viaggio in Alsazia

Da Camminiamo Insieme del 18/11/2001

Per la partenza assonnata e sorridente lungo un lago argentato dalla luna. Per il passo del Gottardo aperto, per i prati ancora così verdi e vellutati, ingemmati di casette da fiaba -Alleluia

Per la magnificenza dei boschi caldi e rosseggianti tra il verde cupo degli abeti e le frange dorate dei larici. Per i laghi grandi e piccoli che abbiamo costeggiato, per i fiumi serpeggianti fra città e paesi incantati. Per il tempo stupendo che ci hai donato, permettendoci di vedere ogni cosa in una luce straordinaria - Alleluia

Per Friburgo, Mutzig, Gerwiller, Obernai, Strasburgo Kaiserberg e Colmar, città e paesi ridenti e ancora magnificamente fioriti, fra vigneti case a colombages e i Vosgi blu. Alleluia

Per le persone che ci hanno accolto, per chi si é adoperato per allietare il nostro soggiorno. per la commessa incapace di nascondere la sua rancorosa infelicità; per i bimbi che ci hanno sorriso dai loro passeggini. per gli abitanti che salutavano cordialmente nei giri mattutini. Per le ferite pluriennali della tosta, fiera preparata guida alsaziana e del suo popolo, perché possano arrivare a considerare una prossimità diversa con i vicini - Alleluia

Per il monastero di S.Odile, raggiunto fra sorgenti e boschi profumati di funghi: per l'ennesima storia di una vista spesa per Amore; per il tuo sacrificio rinnovato che ci ha visto riuniti nella Cappella. Perché non lasci che le nostre mancanze ci sommergano ma rialzi il nostro capo sempre, con pazienza infinita. Alleluia

Per le preghiere i canti e i Rosari "sofferti" che hanno unito le nostre differenze e i nostri storzi. Per gli aspetti simpatici di ciascuno di noi. per le risate che hanno rallegrato il cuore. Alleluia

Per la chiesa di Ronchamp. avvolta nell'abbraccio protettivo della nebbia; per il suo interno ricco di essenzialità che dona maggior spazio all'infinito; per le campane suonate a distesa per noi. Per questa musica inneggiante a Te che si diffonde nel pullman e ci incita ad impegnarci per costruire insieme un piccolo angolo del Tuo Regno. Alleluia

Per le luci nelle case che segnano il ritrovarsi di famiglie dopo la necessaria dispersione del giorno; perché siano luci che accendano la speranza e la voglia di stare insieme contro ogni divisione. Per la luna e le stelle che impreziosiscono questa notte incantata. Alleluia

Per tutte le persone che non si possono permeucre pause rigeneranti come la nostra o addirittura vivono tra orrore e angoscie - Pietà,Signore. Perché Tu riscaldi di rassegnazione il cuore di quanti, stasera, non hanno potuto, come noi, riabbracciare i propri cari. ALLELUIA, ALLELUIA, ALLELUIA.

Amoris


Domenica 21 ottobre 2001 alle ore 16.30 hanno ricevuto il sacramento della Cresima da Monsignor Giovanni Giudici:

Baruzzo Martino, Cassaro Alice, Furnari Carmelo, Gualtieri Sara, Ippolito Maffeo, Lalicata Francesco, Lattuada Jacopo, Monaco Patrizia, Paganini Thomas, Paparelli Luca, Radice Simona, Tortora Antonio, Ticli Cinzia, Bacchi Mellini Claudia, Catalano Paola, Infantino Margareth, Denti Pompiani Martina, banielli Mattia, Mangano Roberta, Muratore Silvana, Piazza Martina, Provvedi Vanessa, Angoffi Jennifer,Arduino Sabrina, Belluco Marco, Broggini Elisabetta, lemolini Sara, Malvicini lacopo, Molinari Riccardo, Monti Debora, Pappalardo Giacomo, Passanisi Luciano, Prato Jacopo, Rossi Isabell, Testa Alessio, Angelov Eleonora, Barozzi Marco, Bertoli Chiara, Bonarrico Sara, Camboni Francesca, Casonati Alessandra, Cerinoffi Luca, De Blasi Serena, De Sensi Riccardo, Muzzopapa Alessandro, Rocchinoffi Jonathan, Graziano Lisa, Bruno Valentina, Caria Chiara, Molinari Mara, Proserpio Alessandra, Roncari Maffeo, Togneffi Alechs, Dellea Enrico, Tortorella Luca, Mariani Francesca, Musani Federico, Luca Andrea, Tosini Alessandro, Di Blasi Massimo, Paola Booechi, Colombo Daniele.


Articoli tratti da "Camminiamo Insieme":

***

...Se lo dici tu

Cosa vuole dire incominciare un anno oratoriano? Vuol dire fare festa, essere contenti per una possibilità che viene offerta a ragazzi, adolescenti e giovani per ritrovarsi a crescere insieme, attorno a delle iniziative, aiutati da una proposta. Vuol dire essere riconoscenti alla Comunità per le opportunità che offre a noi adulti di uno spazio di incontro e di confronto nella difficile ed entusiasmente opera educativa dei figli. Vuole dire rendersi disponibili a lasciarsi coinvolgere da un'opera, quella educativa, che ciascun cristiano adulto deve imparare a considerare un bene prezioso da amministrare con prudenza e decisione. Se questo vuole dire incominciare un anno oratoriano, allora significa che vero protagonista di tutto è il Signore che ancora oggi educa il suo popolo e desidera trovare in noi dei validi e scaltri (seppure non sempre onesti!) amministratori dei suoi beni. Incominciare allora non significa fare contento il don che cerca collaborazione per sostenere una struttura, ma rispondere ad una chiamata, quella del Signore, che ci invita ad investire le nostre migliori energie per un'opera che sola può garantire il futuro e la vitalità dell'intera comunità parrocchiale. Incominciare significa fidarsi di una parola che si ripropone alla nostra vita sempre come una nuova sfida, e ci fa capire che educare è sempre un ri-cominciare da quel punto che tante volte ci ha visto lottare e forse anche cadere ma non cedere, nel tentativo di dotare ogni ragazzo della propria autonomia. Incominciare è dunque fidarsi di questa parola che ci invita a puntare "al largo", fissando lo sguardo sull'orizzonte dove si perdono i nostri desideri e dove ci è chiesto di credere un po' di più alla potenza di questa parola.

"Se lo dici tu": sia questa l'espressione di ciascuno nel rivolgerci al Signore per dirgli il nostro desiderio e la nostra disponibilità ad essere suoi collaboratori nell'educare i più piccoli alla fede.

Don Claudio


Mai come quest'anno

...sento urgente l'invito che Gesù ha rivolto a Pietro sul lago di Genèsaret all'inizio della sua missione apostolica: "Prendi il largo!". E' l'invito a non guardare indietro ma avanti, con speranza, come fanno il papa e il nostro cardinale nei confronti della Chiesa, riprendendo nelle rispettive lettere pastorali proprio questa frase del vangelo di Luca. Tutti come comunità all'inizio di un nuovo anno pastorale siamo chiamati a verificare il grado di fiducia che vogliamo mettere nella parola del Signore che ci invita a credere che anche le reti della nostra vita si riempiranno dei doni della sua Grazia, se sapremo osare e mettere a disposizione del Signore la nostra piccola barca. Riconosciamo, come Pietro, di essere peccatori. Di non essere mai all'altezza dei doni e della missione che il Signore ci affida, e confidiamo più nella grandezza della sua Misericordia che nelle nostre capacità e forze umane. Ci accorgeremo che il Signore ci chiede di fare anche cose apparentemente assurde come gettare al largo le reti dopo una notte di pesca infruttuosa o, nel nostro caso, di gettarle nell'opera educativa dell'Oratorio. Io sono contento che il Signore mi abbia inviato ad essere pescatore di uomini nel mare di questa nostra comunità parrocchiale, e mi sto domandando: qual è il "largo" che il Signore mi indica? Qual è il posto non scontato e per certi versi assurdo in cui il Signore mi chiede di reinvestire i miei doni, le mie capacità ed energie? Non lo so e vorrei essere aiutato a capirlo. Ma attenzione: non il luogo già funzionale e gratificante, ma quello del rischio dove conviene giocarsi tutto…con fede!

Don Claudio


Verso il nuovo Consiglio Pastorale Parrocchiale Il progetto pastorale, luogo e strumento della corresponsabilità

Il Sinodo colloca il progetto pastorale in funzione preminente rispetto ai soggetti e al ministero. Ciò significa che i ministeri nella Chiesa sono al servizio della edificazione della comunità. lì progetto pastorale deve favorire una "mentalità di collegilità cioè la coscienza che l'agire pastorale oggi non può essere che il punto di convergenza di molteplici letture e scelte. Il progetto pastorale ha come finalità la costituzione, in parrocchia, di una pastorale "oggettiva", che è per eccellenza al sevizio della libertà delle persone. L'oggettività non significa solo sottrarre la cura della fede all'egemonia di gruppi e persone, ma far trovare a tutti una casa comune dove ognuno vede come collocarsi, come crescere, come collaborare.

"Un 'espressione, della comunione pastorale, che diventa strumento di oggettività per tutta la parrocchia, è il progetto pastorale. Le linee fondamentali del progetto pastorale di ogni parrocchia sono quelle disposte dalla Chiesa universale e da quella diocesana, ma queste vanno precisate per il cammino della concreta comunità parrocchiale ad opera, in particolare, del parroco con il consiglio pastorale".

Una volta costituiti, i nuovi Consigli pastorali si impegneranno nella revisione o nella nuova stesura del progetto pastorale.


Lettera agli Amici del Carmine

Pubblichiamo questa lettera per far conoscere il Gruppo "Amici del Carmine". Sono persone che ogni anno, in occasione della festa del Carmine, rinnovano I' adesione per aiutare il nostro Santuario sia spiritualmente che materialmente. Sono ricordati in un album che viene posto ai piedi della Madonna e con una S.Messa per le loro intenzioni ogni 1° sabato del mese, in occasione del pellegrinaggio mensile da San Giuseppe al Carmine. L'adesione al gruppo "Amici del Carmine" può essere data, dopo la messa in Santuario.

"L'onore di essere una delle ventitrè chiese giubilari della nostra diocesi, durante lo scorso anno Santo, é stato per il nostro Santuario del Carmine motivo di promozione, conoscenza e visita per tanti pellegrini. All'indomani di questo grande evento che ha portato sopratutto preghiera e grazie a molte persone e alla nostra comunità, è con particolare gioia e gratitudine che mi rivolgo a voi cari 'amia"del Santuario. Voi che da tempo e con amore seguite questo caro Santuario, potete portare questa vostra premura anche ad altri familiari, conoscenti ed amici. Questa bella proposta di "amicizia" merita di essere conosciuta e proposta ad altri per far crescere e trasmettere anche alle nuove generazioni questa devozione alla Madonna. Avremo così una continuità di sviluppo che penso possa giovare alla vita spirituale delle nostre famiglie. Accludo la preghiera alla Madonna del Carmine per le nostre famiglie, certo che sarà sua premura recitarla e proporla. Con la gioia di poteda inconfrare anche quest'anno con uno scritto, le auguro ogni bene per essere una presenza buona e viva con l'aiuto di Maria Santissima".


Impressioni dopo i Vespri Musicali

"Lodate il Signore con l'arpa e con la cetra..." e qui, nella nostra parrocchiale, più semplicemente, con le note melodiose dell'organo, tornato agli antichi fasti. I Vespri Musicali, che ci hanno accompagnato per tre sabati, sapientemente espressi da valenti Maestri, sono stati accolti favorevolmente, e, l'iniziativa, una piacevole novità. La discreta partecipazione fa ben sperare a che, in un prossimo futuro, auspicabili simili tra ttenimenti, da tenersi la sera, possano attirare nella nostra bella Chiesa tutti gli amanti della buona musica, con un riguardo particolare ai turisti, sempre molto sensibili alle manifestazioni culturali espresse nelle più svariate forme. Nel silenzio della chiesa, tornata agli antichi splendori, grazie al recente restauro, la musica che ci viene dall'organo ci riempie di pace, accompagnata da pensieri che si innalzano come le note.

Voglia il Signore nostro Dio ascoltare queste note. Esse sono le nostre preghiere per chiedere protezione in questo attimo di raccoglimento.


Verso il nuovo Consiglio Pastorale Parrocchiale

Aspetti nodali concernenti il lavoro dei consigli pastorali parrocchiali

Compito primario del Cpp e operare "per la crescita di un'autentica comunione ecclesiale all'interno delle parrocchie e per ridestare lo slancio missionario verso i non credenti e verso gli stessi credenti che hanno abbandonato o affievolito la pratica della vita cristiana" lì Cpp non rappresenta solo il laicato, ma esprime la pluralità dei ministeri, dei carismi, delle condizioni di vita,delle sensibilità spirituali presenti nella realtà parrocchiale. lì Cpp deve fuggire deviazioni deformanti, quali quella intimistica (il Cpp come ristretta élite di credenti preoccupati prevalentemente della propria crescita spirituale), quella intelletualistica (il Cpp come gruppo di esperti preoccupato di elaborare nuove ed origininali teorie o strategie pastorali), o quella efficientista (il Cpp come ambito di razionalizzazione ed ottimizzazione delle risorse e delle iniziativeparrocchiali).


Torna alla pagina iniziale