RICEVIAMO E CON STIMA PROPONIAMO PER L'ATTENTA RIFLESSIONE E LA VALIDA PROPOSTA.

ALLA RISCOPERTA DI UNO DEI SETTE SACRAMENTI: il sacramento dei malati

da Camminiamo Insieme - anno 20, n.25 del 23/02/2003

 

 

Carissimi giovani, adulti e anziani, Durante il nostro faticoso cammino quotidiano, diretto verso la Casa del Padre emerge, tra le altre, la necessità di ravvivare la conoscenza e la pratica del sacramento della Unzione degli ammalati.

Il sacramento ha solide basi bibliche. "Secondo una prassi in atto fin dalle origine apostoliche e attestata dalla lettera di Giacomo, la cura dei malati da parte della Chiesa culmina in un rito speciale di natura sacramentale, l'unzione degli infermi: "chi è malato, chiami a sé i presbiteri della chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore.

E la preghiera fatta fede salverà il malato, il Signore lo rialzerà e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati" (Gc 5,14-15).

Questo testo presenta l'unzione dei malati come un evento di guarigione totale con effetti spirituali e corporali."* Scrive il Cardinale Carlo Maria Martini "...cerco di esprimere tre tesi, che intitolo così: -Gesù prediligeva i malati; -il malato vuole guarire e va aiutato; -la Chiesa ha il compito e la possibilità di risanare i malati... Qualcuno domanderà: perché una volta questo sacramento era chiamato "Estrema Unzione", l'olio dei moribondi?

La risposta è semplice: abbiamo capito meglio che cosa significa tale sacramento nella Chiesa, abbiamo capito che ci aiuta a vivere la malattia, a darle un senso...

L'esortazione è chiara: l'unzione non va data tanto ai moribondi, quanto a tutti coloro che sono seriamente malati. Ho l'impressione che in futuro avverrà ciò che è accaduto all'inizio del nostro secolo per la Comunione eucaristica. Sappiamo che fino al secolo scorso, persino nelle comunità religiose, si faceva raramente la Comunione durante la Messa.

Il Papa Pio X ha caldamente raccomandato l'uso della comunione frequente, incontrando all'inizio molte resistenze. Oggi però sono tanti i fedeli che si comunicano quotidianamente. Probabilmente anche l'Unzione dei malati diverrà più abituale agli infermi perché comprendendone il valore, la richiederanno volentieri." **

Noi operatori sanitari svolgiamo la nostra professione di medici e di infermieri, nelle diverse realtà, incontrando quasi quotidianamente la sofferenza di un malato che deve essere sottopo- sto a intervento chirurgico, ginecologico o ortopedico, di un malato grave o di una persona anziana con gli equilibri vitali molto fragili. Si nota che chi di questi malati riceve il sacramento dell'Unzione, con la sua lucida, piena e sentita partecipazione, non solo non aggrava la sua sofferenza psichica, ne diventa più depresso (una preoccupazione, che spesso ci viene trasmessa dai familiari), ma al contrario, ritrova un inaspettato senso di serenità, di pace interiore, che talvolta ci lascia perfino pieni di stupore. La psicologa dottoressa De Hennezel raccomanda: "Instaurare un clima caldo e sereno attorno a un malato in preda all'angoscia è senza dubbio quanto di meglio si possa fare per lui".***

Noi, che ci troviamo vicini agli infermi: familiari, amici e conoscenti, volontari, operatori sanitari, assistenti sociali, religiosi e religiose, con spirito di fede profonda, cerchiamo di trovare le parole di incoraggiamento e di aiutare i nostri malati ad accostarsi a questo sacramento di guarigione che la fede cristiana ci propone.

Damiana

Riferimenti bibliografici:

*La verità vi farà liberi. Catechismo degli adulti. Librerìa Ed. Vaticana

**Martini Carri. Carlo Maria. La lettera per la giornata degli ammalati.

***De HennezeI Marie. La morte amica. Rizzoli.


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