IL CAMPO È IL MONDO

da Camminiamo Insieme - anno 31, n.1 del 01 settembre

Già Papa Francesco ha parlato di una Chiesa che non si ripiega su se stessa perché così dimostra di essere malata. Il nostro Arcivescovo in forza di questa affermazione autorevole ci chiama a vivere il prossimo anno pastorale con lo sguardo sul mondo che ci circonda. Parlando ai genitori che chiedono il battesimo per il figlio, presento la parabola del seminatore. Li invito a curare bene la crescita del figlio, perché l'amore di Dio verso questo nuovo figlio non sia vanificato. Come per loro, così per noi è necessario liberare il terreno da sterpi, rovi, sassi, per offrire il terreno buono a quell'amore che opera e dà frutti buoni. Quando domenica 12 maggio l'Arcivescovo Scola celebrava la Messa al Parco Ferrini e non in chiesa, rimase colpito dal numero di persone e dal clima spirituale. Il Vicario Episcopale mi ha confidato che l'Arcivescovo nel Consiglio Episcopale ha ricordato questa esperienza. Un episodio non risolve, come una rondine non fa primavera. C'è però un annuncio di stile che non può essere lasciato lì. Sempre l'Arcivescovo, ci spinge ad uscire dalla Messa pronti a dimostrare quanto sia conveniente avere Gesù con noi. Molte persone collaborano perché le celebrazioni siano preparate da un ambiente pulito e accogliente e rendendolo vivo con il canto e la loro partecipazione. L'oratorio, il catechismo con l'Iniziazione Cristiana, la Scuola Parrocchiale, la Caritas, il gruppo Socio-Politico, trovino operatori lieti, convinti e generosi. Se questa è ancora azione promossa dalla Parrocchia che si pone accanto con persone disponibili, tutti abbiamo a che fare con il mondo familiare, lavorativo, sociale, parentelare, scolastico, condominiale, sanitario, amministrativo, fiscale, sportivo, amatoriale, associativo. In queste realtà l'amore di Dio arriva attraverso la visibilità del nostro sorriso, linguaggio, ascolto, accoglienza, dedizione. A chi mi fa notare che essere in certi ambienti è difficile o impossibile, rispondo che Gesù passava facendo del bene e sanando. Non è questione di discussioni sul Vaticano, il Papa, i Vescovi, i cristiani che vengono a Messa e sono peggio degli altri. E questione di non essere terreno spinoso, sassoso, superficiale. Questo non genera lo spazio buono perché Dio si rallegri di vedere accettata la Sua vicinanza. Non sei solo in questa presenza, ci sono altri che operano nel nome del Vangelo. Conoscili, unisciti a loro e ricorda che Gesù ha mandato i suoi discepoli a due a due perché carattere, educazione, storia pesano in noi, ma se c'è Lui al primo posto anche questi aspetti si ridimensionano e divengono delle risorse. Il mondo diverrà migliore perché "dove due o più si incontrano nel Mio nome lì ci sono Io". C'è un racconto nuovo, una serenità che neanche le difficoltà più gravi scalfiscono. Incontrarsi, sostenersi, incoraggiarsi diventa vitale per noi e per il mondo. Siamo nel mondo, ma non del mondo, perché come sale e lievito crediamo che Gesù porta a ciascuno e a tutti la possibilità di guardare la vita e viverla perché già si assapori un po' di Regno di Dio.

don Piergiorgio

 


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