EDUCARE È UNA GIOIA

da Camminiamo Insieme - anno 30, n.19 del 20/01/2013

 

 

Potrebbe avere 18 anni, sta seduto davanti alla chiesa di San Pietro in Campagna. Lo vedo verso le li, quando passo. Mi fermo per chiedergli se aspetta qualcuno. Risponde che attende "la ragazza". Viene spontaneo chiedergli perché non lavora. Rassegnato conclude che non ne trova, o meglio "non c'è lavoro". Mi allontano considerando che questa situazione sta vanificando ogni sforzo educativo. Da zero a diciotto anni per questo giovane la famiglia, lo Stato, la società, la Parrocchia hanno impegnato tempo, energie, soldi, offrendo persone e ambienti. Prima o poi troverà lavoro, cioè il modo di rispondere a tante attenzioni, e riuscirà a mantenere se stesso e spero una famiglia. Intanto una pigrizia segna la sua vita. Questa condizione gli antichi maestri spirituali la chiamavano accidia. La si può paragonare ad un tarlo che a poco a poco può ridurre in polvere anche il mobile più prezioso. La visione del mondo della persona, delle cose e di se stesso a poco a poco si differenzia da quella acquisita lungo tutta una vita attraverso abitudini, convinzioni, valori, ideali... Ora c'è "la ragazza" a polarizzare e quindi a dimenticare la propria situazione con quel tarlo. Rimandare, ripetere: "non vale la pena", "tanto non c'è lavoro", "non sono solo io è il 35% dei giovani nelle mie condizioni"... Sono devastanti conclusioni che minano tutta la persona. Che fare? Smettere di educare? No di certo. Occorre rivedere certi atteggiamenti zeppi di protezionismo ad oltranza, di schemi scolastici non ben valutati, di progetti di vita personalizzati. Educare è continua attenzione all'evolversi di sistemi di vita che un tempo si trasmettevano per secoli di padre in figlio, e oggi cambiano con ritmo vertiginoso. Educare con atteggiamenti concreti: se nel mondo adulto si installa una sfiducia nel fare impresa, non solo non si offre lavoro, ma nemmeno esempio che trascini. Abbiamo un territorio meraviglioso, ricco di potenzialità che attendono di essere sfruttate. Non se ne fa niente o poco. Risultato: vallate intere si spopolano. Aiutiamo chi intuisce e già si muove, non solo mortifichiamolo, lasciandolo solo. La Parrocchia sta da tempo offrendo lavoro e spazio educativo con la scuola Maria Ausiliatrice, che coinvolge trecento alunni da zero a quattordici anni e una quarantina di persone impiegate. Grazie a Dio e alla disponibilità di alcune persone stiamo ormai offrendo una possibilità di ricovero per la notte e ci stiamo attrezzando con una mensa per i bisognosi. La Caritas accompagna tante famiglie, e sta educando alla gratuità. Coraggio, il Signore ama chi dona con gioia e chi ti vede così impara.

don Piergiorgio

 


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