A CHI
TRASMETTI?
da Camminiamo Insieme
- anno 30, n.01 del 02/09/2012
Si presentano
come apostole di Gesù, cosa vorranno queste due signore? Presentarmi qualche
dèpliant? Proporre un banco vendita di qualche ente? Ho una premura da non
si dire. E la vigilia dell'Assunta, sono le undici, vorrei arrivare a Varese
almeno prima di mezzogiorno per confessarmi. Non posso proporlo agli altri.
Risparmio il tempo di aprire il solito Archivio. Le faccio accomodare nella
Sala Don Antonio. Non serve ripetere di accomodarsi. In piedi srotolano
un pacchetto e un piccolo stendardo di 30 cm. X 20 cm. con la Madonna del
Rosario, Santa Caterina e San Domenico. La spiegazione non si fa attendere.
"I nostri nonni per grazia ricevuta hanno acquistato questa immagine e l'hanno
trasmessa ai figli ed ora è nelle nostre mani. Non siamo di Luino. Certamente,
alla nostra morte, i nostri figli butteranno via questo ricordo che noi
abbiamo ricevuto. Siamo qui in villeggiatura. Vogliamo che ritorni in un
luogo santo perché da là proviene". Faccio notare che nella Sala accanto
ci sono Crocifissi, Madonne, Rosari, immagini che altri mi hanno portato
perché non volevano buttarli nella spazzatura. Le ho incoraggiate ad avere
fede. A pregare per se stesse per offrire buona testimonianza cristiana
ai figli.4 - Il Signore non costringe nessuno ad avere fede. Ma offre continue
opportunità per ritrovarla. Una inizia a piangere. Si asciuga con dignità
le lacrime. Mi guarda rasserenata. Adesso posso andare a confessarmi e rico
noscere che tanto spesso liquido le persone con qualche stranezza per correre
verso ciò che è un appuntamento importante. Durante la benedizione delle
case, molti mostrano schiere di immagini, foto, statuine di Santi. Gli eredi
rispettino la religiosità dei loro cari. Compiano un sereno discernimento
su quanto ritengono di tenere. Non gettino nell'immondizia, ma brucino.
Statuette e quadri possono avere uno spazio in casa. Quante Sante Famiglie,
Maria Bambina potrebbero essere utilmente conservate o portate in Parrocchia!
E importante trattenere qualche segno di quanto si è ricevuto. In casa mantengo
intatta con il quadro della Santa Famiglia tutta la camera dei miei genitori.
In quel letto sono stato concepito e nato, lì vorrei morire per entrare
nella vita eterna accompagnato dai miei genitori. Il simbolo, il segno non
può essere cestinato. Buttiamo in questo modo la nostra vita. Dimentichiamo
che quanto è oggi per noi significativo, sarà un giorno buttato. Io dai
miei ho imparato a valorizzare i segni. Molti diranno che la casa non può
essere un arsenale in cui conservare tutto. Certo! Però è doveroso chiedersi
quali segni e simboli mi preparo a lasciare a chi mi seguirà: conservare
è serbare con sé. Una lacrima dice che costa lasciare e vuoi dire fidarsi
di qualcuno. In questa domenica questo piccolo stendardo io possiamo vedere
in Prepositurale.
don Piergiorgio