SPINA DORSALE

da Camminiamo Insieme - anno 29, n.25 del 26/02/2012

Non immaginano neanche lontanamente che una persona, pur di non rinnegare la propria fede, possa dare la vita. Vogliono bene a Gesù, i ragazzi che mi stanno ascoltando nel "Buon Giorno" di ogni mattina a Maria Ausiliatrice. Apro il cassetto della memoria di tante confessioni per presentare che a Gesù si vuole non solo a parole ma con i fatti. Spianiamo in tutti i modi la strada e le pretese non finiscono più. C'è da ricuperare la parola fatica, diversamente il tutto dovuto è lì in agguato. La fatica che sostengono a scuola è certo salutare, viene vanificata se si afferma il corteo di lamenti, stanchezze, malavoglia e pigrizia. Ho già sottolineato che non si può I dire ad un ragazzo: l'unica cosa - che devi fare è studiare. Non stu- dierà con la gioia di avere una cultura, se non sarà appunto a- I perto ad accogliere tante piccole fatiche, oltre a quella scolastica. La soddisfazione di essere arrivati in cima comporta un'inevitabile fatica. e chi sostiene che senza - fatica non si hanno soddisfazioni. E bello vivere in un ambiente pulito, ordinato, decoroso. Presentare questa bellezza significa accompagnarla con gesti concreti preceduti da un "aiutami". Questo non solo nella propria casa, ma anche per strada. Aprire gli occhi sulle cartacce o sacchetti di plastica per metterli in un cestino senza recriminare contro gli operatori ecologici è una fatica da compiere insieme adulti e ragazzi. Mi hanno guardato tra lo stupito e il sorpreso, perché ho chiesto quanti di loro chiedono al papà o alla mamma se sono stanchi, perché affrontano tante fatiche e se lo fanno serenamente? Molti di loro vivono crisi profonde che non manifestano ai genitori. Non è questione di metterli a parte di problematiche che sono troppo grandi per loro. Lasciarli di fronte al fatto compiuto non è la soluzione giusta. La famiglia è un insieme di sinergie da attuare tra genitori e figli. Forse tante questioni per i figli che non studiano, non ascoltano, pensano solo a sé e ad avere, hanno bisogno di collaborazione per il buon andamento familiare e sponsale.. Non servono scenate di gelosia perché il figlio o la figlia sposati vogliono vivere la loro vita familiare senza intromissioni. E un terreno delicato che non solo oggi ma anche anni fa, ha conosciuto sofferenze: "perché non mi portano i nipoti?" e "non mi vengono a trovare". Forse un'educazione meno possessiva avrebbe giovato a tanti matrimoni. Ci pensa la pubblicità a riempire di cose questi nostri ragazzi, noi diamo quella spina dorsale che si chiama responsabilità personale, per cui esiste ancora la lode per il buon esito, lo stimolo per i vari ritardi e inadempienze. Si può trovare un aiuto nel sorgere di gruppi familiari che si stanno affermando anche da noi.

don Piergiorgio


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