UNA GOCCIA
DI MIELE
da Camminiamo Insieme
- anno 29, n.13 del 27/11/2011
E' più
importante insegnare agli amici l'umiltà che sfidare i nemici con la verità".
(S. Agostino) Con questa citazione un giornalista riassume lo stile del Cardinale
Martini. Mi sto accorgendo dell'influsso che questo uomo ha avuto su di me.
Più che ai suoi libri, ho volto la mia capacità di lettura alla sua persona.
Rimane che ogni incontro con lui, anche breve, sempre ha lasciato in me una
traccia esemplare. Trovo nella frase di Sant'Agostino non solo lo stile di
Martini, ma il modo di vivere il Vangelo. Molte persone, laici e clero, avvertono
il bisogno di pronunciamenti chiari, di interventi che difendano le verità
professate e le scelte operate dalla Chiesa oggi e nel passato. Sono attenti
a chiarire ogni momento storico, a precisare situazioni, discutere di ogni
dettaglio. Sono gli apologisti, i difensori della verità. Hanno un loro compito.
Ma la frase di Sant'Agostino pone in evidenza l'umiltà da insegnare agli amici.
Gli amici sono coloro che si prendono cura con semplicità dell'uomo. Rimango
con stupore di fronte alle "tate" del Nido, alle maestre, insomma a tutti
coloro che affiancano la propria vita a quella dei bambini, accompagnandoli
nella crescita. Questi parlano, come tutti i veri educatori, allenatori, animatori,
il linguaggio della vera amicizia che fa crescere e sa lasciare spazio ad
altri, pronta ad essere anche dimenticata. Nell'amicizia c'è la ricerca del
vero bene dell'altro. Cristo, scegliendo i suoi amici, non ha imposto test,
questionari per valutare capacità, interessi, qualità. Non li ha scelti perché
buoni e perfetti, onesti e sinceri. Ma perché Egli è buono, vuole renderli
suoi amici. Questa è la strada da percorrere oggi. I Santi l'hanno tracciata
per il loro tempo. Non siamo buoni quando operiamo cose straordinarie, programmiamo
tutto, vogliamo arrivare a tutto, ma perché facciamo spazio allo stile di
Gesù, che aveva tempo per chiunque incontrasse. Quel tempo era un'opportunità
per strappare l'uomo dall'anonimato, dall'affanno, dal pensare di essere sulla
terra per sempre. In questa amicizia non contavano i titoli, le benemerenze,
le realizzazioni, i meriti. Conta che l'individuo divenga persona. Leggendo
l'intervista ad un Vescovo cinese, ho trovato che il veloce sviluppo dell'economia
ha messo sotto pressione tutti. Molti chiedono il battesimo perché rimangono
colpiti dalla testimonianza dei loro compagni e amici cristiani che non esitano
ad offrire aiuto a chi è in difficoltà sotto ogni aspetto. Ho tentato di presentare
l'umiltà carica di un mare di interpretazioni. Mi pare di poterla ulteriormente
illuminare con un proverbio: prende più mosche una goccia di miele, di un
barile di aceto ...
don Piergiorgio